Svezzamento: a tavola con i grandi!
E quando l’allattamento inizia finalmente a diventare meno faticoso, quando i ritmi tra mamma e bambino si sono ormai stabilizzati e la mamma inizia a rilassarsi ecco che arriva un nuovo fatidico momento: il temutissimo svezzamento!
Quando iniziare lo svezzamento
Intorno ai 5-6 mesi di età del bambino, infatti, è il momento di iniziare a passare dal latte al cibo “vero”. Ecco così che partono telefonate tra mamme per chiedere consigli, ricordi di madri e suocere che, anziché rassicurare, aumentano l’ansia da prestazione, ricerche su internet per informarsi sui diversi approcci, sui cibi da evitare, sulle ricette per creare le pappe più buone e sui migliori cucchiaini per bambini presenti in commercio.
Lo svezzamento, in effetti, è da sempre un momento cruciale e fondamentale per il benessere della mamma, del bambino e di tutta la famiglia.
La regola fondamentale per lo svezzamento
La regola fondamentale per una buona crescita del bambino e, contemporaneamente, per il benessere della famiglia durante lo svezzamento (e non solo) è questa: che il bambino stia a tavola con i genitori.
Ecco alcuni dei benefici che questa semplice scelta può portare al bambino e, di conseguenza, al resto della famiglia.
Per prima cosa, se il bambino a partire dai 5-6 mesi sta seduto sul suo seggiolone durante il momento del pranzo e della cena, sarà più naturale per i genitori capire quando è il momento giusto per iniziare lo svezzamento. Non tutti i bambini, infatti, sono pronti per iniziare nello stesso momento. È necessario interpretare i segnali del bambino, che si mostrerà interessato al cibo solo quando sarà il momento adatto per iniziare a fargli assaggiare qualcosa di nuovo oltre il latte.
Stando a tavola con i genitori sarà facile individuare ed interpretare correttamente questi segnali: il bambino guarderà incuriosito ed affascinato il cibo che mangiano mamma, papà, fratelli, nonni. Magari capiterà che cercherà di tendere le manine verso il piatto degli altri o che aprirà la bocca quando qualcuno inserirà un boccone nella propria.
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Come iniziare lo svezzamento
Ecco allora arrivato il momento di iniziare lo svezzamento.
A questo punto quindi: cosa do da mangiare al mio bambino? Se il bambino sta a tavola con i genitori sarà lui stesso a decidere che cosa mangiare! Gli ultimi studi dimostrano che, se in famiglia si segue una dieta varia ed equilibrata, non ci sono restrizioni nel far assaggiare al bambino tutto quello che mangiano i genitori, già a partire dai 6 mesi (vedi “Il punto di vista dell’Associazione Culturale Pediatri sull’alimentazione complementare”, 7 Dicembre 2017). Basterà quindi osservare quando il bambino si mostrerà interessato al cibo che mangiano gli altri, ed in quel momento offrire anche a lui una parte di quello stesso cibo, ben sminuzzato e reso morbido.
Questa scelta porterà moltissimi benefici al vostro bambino: imparerà fin da subito a sperimentare gusti e consistenze diverse, il che lo aiuterà a desensibilizzare la sua bocca in tutte le posizioni, ad esplorare le sensazioni che percepisce ogni parte della bocca e a rendere forti i muscoli di lingua, labbra e mandibola, il che sarà fondamentale quando il bambino dovrà iniziare a parlare.
E se non piace qualcosa?
E se quello che faccio assaggiare al mio bambino non gli piace? Ecco che, anche qui, la risposta sta sempre nello stesso consiglio. Se il bambino non gradisce alcuni sapori ed alcune consistenze non sarà opportuno forzarlo a mangiarle, questo porterebbe solo ad un comportamento di rifiuto sempre maggiore che, in alcuni casi, può portare ad una stretta selettività di sapori e consistenze nella dieta del bambino. Se però il vostro bambino è seduto al tavolo con voi, vi vedrà mangiare con gusto anche i cibi che lui rifiuta, e per curiosità o per imitazione, mostrerà di nuovo interesse per quello stesso cibo. Dopo vari tentativi di assaggio, il bambino si abituerà a quel sapore e a quella consistenza, non per obbligo ma per interesse e tentativi.
Questo è importante non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche dal punto di vista logopedico. Spesso, infatti, bambini con una dieta molto selettiva, soprattutto dal punto di vista delle consistenze (bambini che mangiano solo cose frullate o molto morbide e non cose dure) tendono a sviluppare delle difficoltà anche dal punto di vista del linguaggio. Saranno bambini che avranno una forza muscolare inferiore e inadeguata per produrre correttamente tutti i suoni della lingua, e soprattutto saranno bambini ipersensibili, che saranno infastiditi dall’esperienza dell’esplorazione orale e dal fatto che qualcuno o qualcosa possa toccare la loro bocca. Questo potrebbe portare alcune ripercussioni nella pronuncia dei suoni.
Mangiare e comunicare
Infine, soprattutto nella nostra cultura italiana, l’esperienza del pasto si interseca strettamente con l’esperienza della comunicazione. A tavola si parla, ci si racconta la giornata, si ride e si litiga: essere parte attiva di questa esperienza comunicativa fin da piccolissimi è importantissimo per il bambino. Osservando i genitori e i fratelli a tavola il bambino imparerà l’importanza del turno comunicativo, dell’ascolto, del volume della voce e dell’intonazione, sentirà nuove parole e, piano piano, vorrà far parte in modo attivo di questa bellissima esperienza comunicativa: inizierà quindi ad emettere versetti in risposta a quello che dice qualcuno, o per richiedere qualcosa, o per esprimere gradimento o rifiuto. Piano piano compariranno le prime parole e, man mano, le prime frasi, fino a che il vostro bambino diventerà un comunicatore professionista!
Per concludere, quindi, non abbiate paura di tenere il vostro bambino a tavola con voi: imparerà da solo, osservandovi, a diventare un buongustaio e un abile parlatore!
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