Supereroi non si nasce, ma lo si diventa! La resilienza
Come educare i bambini alla resilienza
Chi aiuterà nostro figlio nelle sfide che dovrà affrontare ogni giorno? Come facciamo ad affrontare dei cambiamenti a scuola ora che abbiamo una diagnosi?
La risposta più semplice che potrei dare a queste domande è che non esistono formule magiche per essere sempre presenti e supportare i bambini ad ogni loro difficoltà, per questo è importante insegnarli ogni giorno ad affrontare le loro sfide da soli. Ciò non significa abbandonarli e nemmeno pretendere che imparino da subito ad affrontare delle situazioni difficili, ma come genitori ed educatori si può cercare di supportarli senza invadere il loro spazio e lasciandogli la possibilità di esprimere al meglio le loro risorse.
Dalla meccanica e dalla fisica potremmo prendere in prestito un termine, resilienza, che è la capacità di un materiale di resistere a un urto. Per la psicologia, la resilienza è la capacità di riuscire a fronteggiare le avversità e implica un processo di carattere dinamico in cui l’individuo si riorganizza e riadatta dopo degli avvenimenti avversi per ristabilire un nuovo equilibrio. Per spiegarlo in modo semplice, la resilienza è ciò che ci permette di non abbatterci alla prima difficoltà, di fronteggiarla e di imparare da essa. I problemi e gli ostacoli non sono visti quindi come negativi, ma come dei punti di svolta per condurci a un cambiamento.
Quando un bambino viene al mondo, già si troverà ad affrontare dei cambiamenti rispetto all’ambiente intra-uterino che lo porteranno a sua volta ad adattarsi all’ambiente circostante. Imparerà che comunicando potrà interagire con la mamma e ottenere ciò che gli serve. Quando inizierà a camminare potrà esplorare da solo l’ambiente che lo circonda ed entrare sempre più in relazione con gli altri. Ciò che poi succede è che a volte nello sviluppo ci sono degli intoppi. Non necessariamente delle malattie o difficoltà enormi, magari una piccola difficoltà a interagire con i compagni, oppure un disturbo specifico dell’apprendimento che porta a una ristrutturazione di tutto l’ambiente casa-scuola e delle modalità di apprendimento ed esecuzione dei compiti. Le sfide dei più piccoli diventeranno poi sempre più grandi con la crescita, fino ad arrivare a dei problemi più grossi in adolescenza ed età adulta.
Quando un bambino o un adulto hanno una buona resilienza hanno maggiore capacità di adattarsi all’ambiente che lo circonda e affrontare l’imprevisto da una prospettiva diversa. La capacità di riflettere su ciò che sta succedendo e su come lo si sta affrontando diventa fondamentale per riuscire a superare un piccolo o grande ostacolo che ci si trova di fronte.
Infine, un altro interessante fattore correlato alla resilienza è il livello intellettivo, dove con esso non si intende meramente dei buoni risultati scolastici ma in generale l’intelligenza, che potremmo definire come la capacità di riflettere e pensare per spiegare le azioni, i fatti, e interagire poi con gli altri.
Da questo punto di vista sembrerebbe che o si nasce resilienti oppure non lo si è… ma non è così! La resilienza si impara crescendo. Ecco qui qualche semplice consiglio per aiutare i più piccoli a diventare più resilienti:
- Lasciate i bambini liberi di sbagliare. Non si nasce perfetti e non lo si diventa mai crescendo, è importante poter sbagliare e fare degli scivoloni per poter comprendere il significato delle azioni, valutare le conseguenze e poi creare nuove strategie efficaci per il futuro.
- Non proteggeteli sempre. La tentazione è molto forte, soprattutto con i più piccoli. Si cerca sempre di proteggerli e mantenerli nascosti sotto una campana di vetro, ma così facendo si rischia di dargli una scusa per non pensare da soli o per essere sempre giustificati. A volte un rimprovero di un insegnante o anche di un amichetto fanno solo bene. Sbagliando si impara recita il proverbio, ed è proprio così.
- Aiutateli con le questioni difficili. Crescendo, è molto utile mantenere un buon dialogo con i bambini per far sì che ci percepiscano come presenti. Ci deve essere la consapevolezza di poter chiedere aiuto a mamma e papà quando non si riesce con le proprie forze. Crescendo, ai genitori si aggiungerà poi la rete sociale degli amici e compagni di scuola che diventeranno risorse per le difficoltà quotidiane.
- Mostratevi un po’ fragili anche voi. È bene vedere che anche mamma e papà possono inciampare e che non sono perfetti. Possono imparare da voi come fare per risollevarsi e sentirsi meno inadeguati. Raccontare le difficoltà degli adulti o come sono state affrontate certe difficoltà quando si era piccoli può essere un modo per aiutarli ad affrontare le loro, dando un esempio di come si possano affrontare anche le montagne più ripide.
- Non arrabbiatevi quando non ce la fanno. Capita a tutti di arrivare a un momento critico in cui si fa fatica a fare qualsiasi cosa. Sgridarli non serve in questi casi, e si può intervenire rassicurandoli e aiutandoli magari inizialmente, per poi lasciarli fare da soli. Ognuno ha i suoi tempi e i suoi ritmi, ed è importante rispettarli per aiutarli nella crescita.
- Sdrammatizzate e ridete tanto. A volte una sana risata è la miglior soluzione a qualsiasi problema. Bisogna imparare crescendo, non si nasce supereroi ma lo si diventa imparando a vivere al meglio delle proprie risorse e possibilità.
Dott.ssa Paola Secchi
I Professionisti del Centro Ieled offrono percorsi mirati di supporto per il bambino, gli adolescenti, per le famiglie e per le scuole, anche per lo svolgimento di tutoraggio compiti individuale e di gruppo.
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