Strategie per stimolare lo sviluppo del linguaggio: parte 2
Bentornati in questa serie di incontri in cui parliamo di come stimolare lo sviluppo linguistico del vostro bambino! In questo articolo ci occuperemo più nello specifico di come stimolare la comunicazione linguistica in quei bambini meno attivi nella conversazione, che sembra preferiscano dire una parolina in meno piuttosto che una in più. Come far risaltare le potenzialità comunicative dei meno chiacchieroni e supportarne la crescita del linguaggio?
Leggi anche: Strategie per stimolare lo sviluppo del linguaggio: parte 1
Per stimolare lo sviluppo linguistico è importante innanzitutto centrarsi sul bambino: cercate di cogliere tutti gli spunti che il vostro bambino vi dà e lasciatevi coinvolgere da ciò che in quel momento è il centro di attenzione e dell’argomento di conversazione del vostro bambino. A questo proposito può essere utile:
- Comunicare faccia-a-faccia: per il bambino non è solo importante sentire parlare ma anche vedere come parlare, vedere le labbra muoversi, l’espressività ecc. Provate a mettervi allo stesso livello del bambino per mantenere vivo il contatto di sguardo così che possa riconoscere ed interpretare le espressioni facciali, i gesti e i movimenti del corpo.
- Seguite l’interesse del bambino: centrarsi sul bambino significa anche lasciarsi guidare da lui durante l’attività senza cercare di manipolare la situazione. Commentate ciò che è il suo centro di interesse così da guidarlo nell’associazione parola-oggetto. Questa strategia è la base per promuovere la motivazione del bambino a comunicare. Ad esempio, quando il vostro bambino gioca con la macchinina e dice “brum” e la innalza, potete dire: “La macchina fa un grande salto!”. Non importa se nella realtà le macchine non saltano, nel gioco tutto è possibile!
- Parlare con un ritmo lento, con un volume normale e scandendo bene le parole: l’adulto non deve mai mostrare fretta nel parlare. Variate in modo accentuato l’intonazione, accompagnando il linguaggio con l’espressività del volto. Queste variazioni facilitano nel bambino l’attenzione e l’ascolto al linguaggio.
- Fare frequenti pause, di almeno 5 secondi tra una frase e l’altra così da permettere al bambino di inserirsi nel discorso e dargli il tempo di assumere l’iniziativa comunicativa.
- Fare domande aperte: preferitele alle domande chiuse o alle domande con risposte sì/no perché quest’ultime non stimolano l’uso di parole nuove. Ad esempio, quando il bambino vuole prendere qualcosa che c’è sul tavolo, allora gli si può chiedere “Vuoi l’acqua o il succo?”. In questo modo il bambino avrà delle alternative fra cui scegliere e sarà anche più facile per lui rievocare la risposta perché già presente nella domanda (acqua/succo).
- Cogliere e confermare il successo comunicativo: confermate di aver compreso quello che vi sta comunicando il vostro bambino ripetendo, interpretando e rimodellando anche le semplici vocalizzazioni. Ad esempio, quando il bambino dice “muu”, allora potrete dire “muu, sì bravo, la mucca!”. In questo modo si darà al bambino la conferma di essere riuscito a trasmettere il messaggio e quindi di essere stato comunicativo.
Per il momento è tutto ma rimanete con noi per altri utili spunti e curiosità!
Bibliografia
Fonte: Bonifacio S. e Stefani L. H. (2010) L’intervento precoce nel ritardo di linguaggio. Il modello INTERACT per il bambino parlatore tardivo. Milano, Franco Angeli.