Strategie sensoriali per la quotidianità: la selettività alimentare
Mattia è un bimbo di 5 anni dai capelli ricci e biondi. Da neonato è stato allattato al seno senza difficoltà, ma con l’inizio dello svezzamento i pasti sono diventati un momento faticoso per lui e per i suoi genitori. Ha sin da subito mostrato poco interesse per i cibi proposti e, con la crescita, ha ridotto sempre più la varietà di cibi che accetta. Ad oggi mangia soltanto carboidrati e frutta e, sebbene la pasta sia il suo piatto preferito, la rifiuta se è condita con il pesto perché non tollera il colore verde. Ha da poco reintrodotto lo yogurt a colazione, quando era più piccolo gli piaceva molto ma poi aveva smesso di mangiare anche quello.
Mattia è un bambino che presenta caratteristiche di Selettività Alimentare, ovvero un comportamento di evitamento per alcune categorie alimentari che comporta una ristrettezza nella varietà di alimenti ingeriti e il rifiuto di assaggiarne di nuovi.
I bambini con selettività alimentare non sono bambini viziati o capricciosi, ma hanno esigenze e caratteristiche soggettive che necessitano di essere prese in carico in quanto impattano in maniera significativa sulla quotidianità.
La selettività alimentare può essere presente in concomitanza ad altri disturbi del neurosviluppo, ad esempio è frequente nel Disturbo dello Spettro Autistico, oppure può manifestarsi anche in bambini a sviluppo tipico. Può insorgere in maniera transitoria nei primi anni di vita, ma può anche consolidarsi come approccio dell’individuo all’alimentazione: per questo è importante intervenire chiedendo una consulenza a un professionista che se ne occupa!
Per il nucleo familiare, la selettività alimentare diviene nel tempo una caratteristica che impatta sulla quotidianità: i momenti dei pasti sono vissuti con frustrazione e preoccupazione sia dai genitori che dal bambino selettivo, i momenti di svago fuori casa o di vacanza devono essere organizzati con anticipo anche in base alle esigenze alimentari del figlio.
Ma da cosa dipende la selettività alimentare?
L’esperienza dell’alimentazione è un momento ricco dal punto di vista sensoriale: sapori, odori, consistenze, temperature, suoni, stimoli visivi e tattili, percezioni propriocettive in bocca…
Difficoltà nella modulazione o processazione sensoriale hanno quindi conseguenze importanti anche sull’assunzione di cibi: possono contribuire a determinare un’assunzione selettiva di alcune categorie alimentari e un rifiuto nell’assaggiare determinati cibi.
Cosa non fare mai!
- Essere genitori di un bambino con selettività alimentare genera comprensibilmente preoccupazione e frustrazione, ma è importante vivere il momento dei pasti come un momento di serena condivisione evitando tensioni e contrattazioni.
- Non proponete esclusivamente cibi non graditi durante un pasto: un bambino selettivo non mangerà un nuovo alimento soltanto perché è molto affamato! Da un lato è corretto non insegnare ai bambini che se rifiutano un cibo ne verrà dato uno differente, ma non è ammissibile saltare un intero pasto o rimanere digiuno.
- Mai obbligare ad assaggiare e, se ciò dovesse avvenire spontaneamente, non forzare a mangiare tutta la porzione assaggiata.
- Evitate di colpevolizzare il bambino o confrontare il suo comportamento con quello dei fratelli o dei compagni.
Ma quindi cosa si può fare?
Lavorare con i bambini selettivi per ampliare la varietà di cibi ingeriti è importante: si raccomanda di farlo sotto supervisione di un nutrizionista che possa occuparsi del corretto bilancio energetico e di nutrienti, nonché di affidarsi a uno specialista che possa accompagnare nell’introduzione di nuovi alimenti da un punto di vista educativo-comportamentale.
Ogni bambino ha caratteristiche sensoriali e preferenze alimentari soggettive e non c’è una soluzione valida per tutti. Bisogna dapprima osservare e comprendere quali sono gli stimoli avversi per il bambino, poi verrà definito un intervento personalizzato.
Esistono però alcune buone prassi da tenere in considerazione:
- Esplorare i cibi al di fuori del momento del pasto: sperimentare a livello sensoriale odori, consistenze, stimoli tattili favorisce la tolleranza a un alimento. Si può giocare con gli alimenti, ad esempio usando un sedano come pennello per dipingere, o si può partecipare alla preparazione dei pasti!
- Ad ogni pasto, è bene presentare un alimento gradito e accompagnarlo con qualcosa di nuovo o non tollerato, esponendo il bambino senza chiedere direttamente di assaggiare. In questo caso è preferibile presentare i cibi separatamente, senza mescolarli fra loro: l’obiettivo non è ingannare il bambino! Anche un approccio di sola esplorazione tattile, olfattiva o visiva è fondamentale; considerate che possono essere necessarie fino a 30 esposizioni di un alimento perché il bambino sia portato ad assaggiarlo!
- Può essere d’aiuto individuare la consistenza maggiormente gradita al bambino e proporre una maggiore varietà di alimenti in quella forma. Ad esempio, se osservate che gradisce il purè provate a proporre anche frutta o verdura frullata; se apprezza le polpette provate a offrire anche polpette di legumi o verdure…
- Date informazioni al bambino che si approccia a un nuovo cibo: descrivetene le caratteristiche olfattive, visive, il sapore, la consistenza… Assaggiate voi stessi l’alimento e aiutate il bambino a sapere cosa aspettarsi dall’assaggio comparandolo a cibi che conosce e apprezza!
- Cercate di favorire la partecipazione di tutta la famiglia al pasto, vivendolo come un’occasione di serena condivisione e divertimento: la curiosità ad assaggiare si costruisce anche vedendo il modello di adulti di riferimento e coetanei!
- Inserite una variabile alla volta, i cambiamenti nelle proposte alimentari devono essere graduali! Lavorate sull’introduzione di pochi alimenti alla volta e gradualmente incrementatene la dose nel piatto. Ad esempio, se il vostro bambino selettivo mangia soltanto fusilli conditi con l’olio e il vostro obiettivo è cambiare il formato di pasta e inserire il condimento al pomodoro, scegliete se lavorare prima sulla modifica del formato o se inserire prima il condimento. Lavorando sull’inserimento del pomodoro, condite inizialmente la pasta con un quantitativo minimo di sugo, andando poi gradualmente a incrementare nei giorni successivi. Quando questo cambiamento sarà consolidato, inserite nel piatto di fusilli un paio di pennette e, allo stesso modo, aumentatene gradualmente la quantità nelle presentazioni successive!
Oggi abbiamo approfondito le caratteristiche sensoriali della selettività alimentare e abbiamo condiviso alcune strategie utili nella quotidianità.
Continuate a seguire il blog per scoprire altre strategie che possono aiutarvi a supportare i vostri bambini nelle attività di tutti i giorni!
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