Ritardo del linguaggio: 3 segnali per riconoscerlo e 7 strategie per promuovere lo sviluppo
Come si sviluppa il linguaggio nel bambino?
Lo sviluppo comunicativo-linguistico è un percorso che inizia precocemente attraverso un susseguirsi ordinato di fasi, ma che a seconda delle caratteristiche individuali di ciascun bambino possono manifestarsi con tempi e modalità variabili; per capire se un bambino ha un ritardo del linguaggio, dobbiamo capire lo sviluppo.
Il bambino nel giro di pochi anni acquisisce spontaneamente, quindi senza il bisogno di un insegnamento specifico, la lingua a cui viene esposto.
Fin dai primi mesi di vita di vita esercita i suoi organi fono-articolatori tramite il pianto, i vocalizzi, i sorrisi e le smorfie a cui gli adulti attribuiscono un significato. Una tappa importante nel processo di acquisizione del linguaggio e della comunicazione è rappresentata, a circa 9 mesi di età, dal raggiungimento della comunicazione intenzionale: a partire da questo momento il bambino comunicherà intenzionalmente tramite gesti e vocalizzi, in modo più stabile e regolare, con uno scopo ben preciso.
Al fine del primo anno di vita il bambino incomincia ad usare i gesti comunicativi per fare delle richieste o mostrare qualcosa all’adulto.
A partire dai 12 mesi grazie alle interazioni del bambino con il mondo sociale compaiono gesti con un forte valore comunicativo come “ciao” e “non c’è più” e la produzione delle prime paroline.
Tra i 18 e i 24 mesi il vocabolario del bambino si arricchisce notevolmente ed intorno ai 24 mesi compaiono le prime frasi. Il linguaggio inizialmente viene usato soprattutto per denominare persone od oggetti presenti nel contesto Le abilità articolatorie e morfo-sintattiche del bambino si arricchiranno progressivamente; tra i 36 e i 48 mesi quando quasi tutti i suoni del linguaggio risultano acquisiti e le frasi sono complete.
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Quali sono le principali tappe dello sviluppo linguistico?
Tenendo sempre presente che lo sviluppo linguistico non è rigido ed uniforme, ma varia da bambino a bambino e quindi l’età del raggiungimento delle tappe non va considerato rigidamente, è possibile tenere a mente che:
Nei primi 6 mesi di vita:
- Il bambino si gira verso la sorgente sonora
- Il bambino produce dei suoni, fa smorfie e sorrisi
A circa 12 mesi:
- Il bambino usa alcuni gesti a scopo comunicativo (indica, mostra, porta oggetti all’adulto)
- Comprende ordini semplici
- Risponde al suo nome
- Incomincia a produrre qualche parolina (es: mamma e papà)
Tra i 18 e i 24 mesi:
- Denomina oggetti familiari
- Comprende frasi semplici
- Il vocabolario del bambino si arricchisce notevolmente (esplosione del vocabolario)
A circa 2 anni:
- Incomincia a comprendere ordini più complessi
- Dice il suo nome
- Incomincia ad associare tra loro 2 o 3 paroline formando le prime frasi
A 3 anni:
- Comprende brevi racconti
- Usa le frasi
- Usa il plurale, le preposizioni
- Articola i suoni in modo più preciso
3 segnali per capire se il vostro bambino ha un ritardo del linguaggio
Ora che abbiamo visto le principali tappe che nei primi anni di vita portano all’emergere del linguaggio e della comunicazione capiamo quando è possibile definire se un bambino ha un ritardo del linguaggio.
Possiamo parlare di “parlatore tardivo” se un bambino, con adeguate abilità motorie, capacità uditiva nella norma, a 24 mesi:
- Possiede un vocabolario molto ridotto (meno di 50 parole)
- Il suo linguaggio è prevalentemente non intellegibile
- Non è in grado di formare piccole frasi, cioè di associare due o tre paroline
È molto importante prestare attenzione a questi aspetti, dal momento che una parte consistente di questi bambini strutturerà un vero disturbo del linguaggio dopo i 3 anni.
Il mio bambino non parla o parla poco, a chi posso rivolgermi?
In primo luogo, sarà utile un consulto con il vostro pediatra, che vi invierà agli specialisti di competenza per aiutarvi a scoprire i motivi alla base del ritardo di linguaggio.
Tra gli specialisti, troviamo il logopedista, che osserverà le abilità comunicativo-linguistiche del vostro bambino. Successivamente il professionista valuterà la necessità di impostare un intervento precoce sul linguaggio, di fondamentale importanza per prevenire sequele emotive, scolastiche e sociali.
7 strategie che i genitori possono usare per promuovere il linguaggio dei loro figli
Certo, è importante tenere a mente che il bambino impara a parlare per imitazione soprattutto dagli adulti che lo circondano ed in particolare dai genitori che parlano con lui. Per questo è possibile, in base all’età e alle difficoltà del vostro bambino, proporre giochi o attività per promuovere lo sviluppo comunicativo e linguistico del vostro piccolo.
Esistono, inoltre semplici strategie, che possono promuovere una migliore qualità delle interazioni comunicative con i nostri bambini, come:
- Favorire una comunicazione faccia a faccia
- Parlare con un ritmo lento
- Favorire una corretta alternanza dei turni comunicativi
- Riformulare o esprimere con le parole le intenzioni comunicative del bambino
Occorre evitare alcuni errori che posso ridurre l’iniziativa comunicativa del vostro bambino come:
- Obbligare il bambino a ripetere una parola o una frase
- Richiedere frequentemente di denominare (chiedere spesso “Cos’è?” o “Come si chiama?”)
- Non valorizzare forme di comunicazione diverse da quella verbale, come ad esempio l’uso dei gesti.
Volete saperne di più? Prossimamente presenterò strategie, attività e giochi per aiutare in prima persona il vostro bambino lungo il suo cammino alla scoperta del linguaggio.
BIBLIOGRAFIA
Caselli & Casadio, Il primo vocabolario del bambino, 2013
Bonifacio & Stefani, L’intervento precoce nel ritardo del linguaggio. Il programma INTERACT per il bambino parlatore tardivo, 2010
Approfondisci nel Blog: “Lo sviluppo del bambino dalla nascita ai 3 anni: quali sono i campanelli di allarme?”
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