Reuven Feurestein? Chi era?
Quando si parla del metodo di Reuven Feuerstein in tutti i libri e articoli la prima domanda che viene posta per spiegare la sua teoria è “cos’è l’intelligenza?”. Più raro invece è trovare una descrizione di questo personaggio, infatti è dalla sua storia che è possibile comprendere come mai è arrivato a sviluppare il suo Metodo e la sua impostazione teorica.
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Reuven Feuerstien nasce a Botosan in Romania il 21 agosto 1921 da una famiglia ebraica osservante ed è il quinto di nove figli. Già da giovanissimo si interessa ad aiutare i ragazzi con difficoltà di apprendimento, insegnando loro l’ebraico. La sua famiglia è molto legata alla cultura e alla religione ebraica, infatti il nonno materno era copista delle pergamene della Torah mentre il padre era uno studioso e rabbino.
Con il passare degli anni il suo interesse per aiutare i bambini in difficoltà diventa sempre più intenso, infatti dal 1940 al 1944 è codirettore e insegnante della scuola di educazione speciale a Bucarest.
La sua vita è segnata profondamente dalle vicende storiche del 1900, infatti vive sulla propria pelle l’olocausto e i campi di concentramento. Da qui si rafforza ancora di più il suo bisogno di mettere le proprie conoscenze al servizio dei bambini segnati la guerra.
A partire dal 1944, tornato in Israele, diventa consulente prima e direttore poi dell’organizzazione “Gioventù Alijath”, un’organizzazione che si occupa di accogliere e inserire in Israele i bambini e ragazzi scampati alla persecuzione nazista e all’olocausto provenienti da diversi paesi, come Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto e dall’Europa.
Questa esperienza segna nel profondo la vita e il pensiero di Feurestein. In un’intervista di qualche anno fa, alla domanda: “Come mai ha elaborato la teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale?” Feurestein ha risposto che l’interesse per i processi di insegnamento aveva caratterizzato tutta la sua vita, ma il passo decisivo era stato vedere i giovani che provenivano dall’esperienza della Shoah e che sembravano aver perso ogni speranza, ogni risorsa per affrontare la vita. E ha concluso: “Mi sono detto, io devo fare qualcosa”.
Negli anni ’50, continua la sua formazione, approfondendo i lavori di Jaspers e Jung e si laurea a Ginevra in Psicologia con André Rey e Jean Piaget.
Nel 1970 ottiene il dottorato in Psicologia dello Sviluppo alla Sorbona di Parigi. Da questo momento in poi sarà presente in diverse istituzioni universitarie: insegnante di psicologia all’Università di Tel Aviv fino al 1995 e professore aggiunto al Peabody College of Education & Human Development dell’Università di Vanderbilt, Nashville (Tennessee).
Dall’esperienza dell’organizzazione “Gioventù Alijath”, Feuerstein nel 1993 fonda l’ICELP, International Centre of Enhancement of Learning Potential (oggi chiamato The Feuerstein Institute), insieme al figlio, il rabbino Raphael Feuerstein. Questo centro si occupa di bambini e ragazzi provenienti da tutto il mondo con diversi tipi di difficoltà, in particolare disabilità intellettiva, ritardo cognitivo e ritardo mentale, legate soprattutto a malattie genetiche.
Nel 1999 riceve la Laurea honoris causa in Scienza dell’Educazione all’Università di Torino, segnale della sempre maggior attenzione che l’Italia sta dimostrando verso l’applicazione del Metodo Feurstein per il potenziamento cognitivo e nei processi di apprendimento.
Le teorie di Reuven Feuerstein sono oggi diffuse in tutta Italia grazie a diversi programmi di intervento nell’ambito sia della riabilitazione sia dell’educazione e viene utilizzato con grande efficacia anche nei contesti aziendali e con la terza età. Il Metodo Feuerstein si rivolge non solo a bambini e ragazzi con disabilità intellettiva e ritardo cognitivo, ma si è rivelato essere un valido strumento in tutte quelle situazioni in cui è necessario un potenziamento di molteplici abilità.
Significativa è la testimonianza lasciata dal rabbino Lord Jonathan Sacks, una delle massime autorità religiose ebraiche in Gran Bretagna, in memoria di Reuven Feuerstein:
“Dedicò la sua vita ai bambini svantaggiati, con problemi sia fisici, come autismo, danni cerebrali e Sindrome di Down, sia culturali o sociali. Il suo metodo è stato adottato in più di 80 paesi. Era un genio, un mago un piccolo, esile uomo con occhi luccicanti. I bambini si aprivano a lui come fiori al sole”.
Rav Jonathan Sacks
Bibliografia
Minuto M. e Ravizza R.: “Migliorare i processi di apprendimento” (2008, Erickson, Trento)