L’importanza delle regole a casa per i bambini
Spesso i genitori si interrogano sull’adeguatezza del dare regole a casa stabili ai propri figli e sulla necessità che vengano rispettate quotidianamente. Le paure principali sono legate all’essere percepiti come eccessivamente richiestivi e noiosi, all’urtare il bambino dicendo “no” alle sue richieste e al fargli vivere un’infanzia poco giocosa e spensierata. Accanto a ciò, vi è l’idea che, crescendo, il bambino imparerà da solo a rispettare le regole, delegando alla scuola o ad altri contesti (come lo sport, l’oratorio ecc.) la funzione educativa.
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Queste credenze non tengono però in considerazione il fatto che in realtà il bambino necessita della funzione regolatrice del genitore per crescere in modo più sereno, sviluppare la percezione dell’affidabilità degli altri e incrementare il senso di sicurezza nelle proprie capacità. Avere dei limiti, infatti, consente al bambino di imparare a mediare, a rispettare le esigenze e i bisogni delle altre persone e a tollerare la frustrazione, sviluppando anche le doti della pazienza e della tolleranza.
Perchè è importante dare regole a casa
Se, con le regole a casa, queste competenze non vengono allenate quotidianamente, il rischio è che il bambino non costruisca quel bagaglio emotivo e comportamentale necessario per adattarsi alle circostanze della vita e all’interazione con gli altri. Quindi, di fatto, i genitori fanno un torto ai loro figli se non stabiliscono delle chiare regole a casa e se non si adoperano affinché queste vengano rispettate. Al contrario, è utilissimo che i genitori siano gli “argini” del fiume del bambino, al fine di accompagnarlo nel suo percorso di crescita senza che si verifichino deviazioni non necessarie e potenzialmente pericolose o straripamenti emotivi non controllati (come reazioni eccessive di rabbia, capricci non consoni all’età, agiti dirompenti in caso di frustrazione ecc.).
Dove mettere le regole a casa
Le regole possono riguardare tanti aspetti della quotidianità, dal rispetto dell’orario di routine come i pasti o il sonno, all’igiene personale, al mantenimento dell’ordine nei propri spazi, alle pulizie domestiche. Se tali regole vengono portate avanti con regolarità e in modo coerente diventano progressivamente parte delle abitudini di vita dei bambini, facendo sì che essi le rispettino con serenità ed evitino di ricorrere ad urla, capricci o lamentele per cercare di non assumersi la responsabilità della cura di sé e del proprio ambiente.
Come aiutare i bambini a capire le regole
Per aiutare i bambini a comprendere e memorizzare le regole a casa, può essere utile ricorrere a strumenti visivi come cartelloni, disegni, stickers e fotografie da appendere nelle varie stanze della casa. In cucina, ad esempio, può essere appeso il cartellone con l’orario dei pasti e le mansioni di ciascun membro della famiglia in relazione ad essi (apparecchiare, cucinare, sparecchiare ecc.), mentre in camera possono essere collocati memorandum sull’ora del sonno, sulle routine che accompagnano l’addormentamento (come leggere un libro, ascoltare una storia o fare le coccole con mamma e papà) e sulle attività legate all’igiene personale.
L’educazione che viene insegnata al bambino sin da piccolo influenza e determina in modo significativo il suo sviluppo emotivo e comportamentale da grande. Come ben riporta la consulente genitoriale Elisabeth Pantley nel libro Manuale anti capricci: “I semi di una cattiva condotta adolescenziale sono stati piantati dai genitori molto tempo prima. Senza che un genitore se ne renda conto li ha innaffiati e concimati durante tutto il periodo infantile, fino a farli diventare piante robuste, difficili da estirpare”.
La ricerca scientifica sulle regole
La stessa ricerca scientifica supporta questa posizione, indicando che la definizione di regole specifiche favorisce un buono sviluppo del cervello. Gli studi riportano che nelle famiglie in cui vi è una buona sintonizzazione emotiva tra genitori e figli e un sistema di regole chiaro e costante, il cervello dei bambini vieni indotto a favorire i processi di autoregolazione emotiva e comportamentale (Bernier et al., 2010; Sosic-Vasic et al., 2017). Diversamente, nelle famiglie in cui la sintonizzazione è carente e il repertorio delle regole non è ben delineato, sembra che nei bambini possa verificarsi una riduzione degli ormoni del benessere, quali ossitocina e dopamina, e una produzione superiore alla media del cortisolo, l’ormone dello stress, (Strathearn et al., 2011). Allo stesso tempo, in adolescenza, possono essere registrate problematiche psicologiche e scolastiche (Whittle et al., 2016).
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Se vi è piaciuto questo articolo, potete continuare a seguirci, approfondendo la tematica della genitorialità e delle regole che verrà proposta nei prossimi articoli del Centro Ieled!
Bibliografia
Bernier, A., Carlson, S. M., Whipple N. (2010). From external regulation to self-regulation: early parenting precursors of young children’s executive functioning. Child Development, 81(1):326-39. doi: 10.1111/j.1467-8624.2009.01397.x.
Kalomiris, A.E., Phelps, R.A. & Kiel, E.J. (2019). The Relation between Specific Parenting Behaviors and Toddlers’ Early Anxious Behaviors is Moderated by Toddler Cortisol Reactivity. Journal of Abnormal Child Psychology, 47, 1367–1377. https://doi.org/10.1007/s10802-019-00522-9
Pantley, E. (2017, ed. Italiana). Manuale anti capricci. Trento: Erickson.
Sosic-Vasic, Z., Kröner, J., Schneider, S., Vasic, N., Spitzer, M., & Streb, J. (2017). The Association between Parenting Behavior and Executive Functioning in Children and Young Adolescents. Frontiers in Psychology, 8, 472. https://doi.org/10.3389/fpsyg.2017.00472
Strathearn L. (2011). Maternal neglect: oxytocin, dopamine and the neurobiology of attachment. Journal of neuroendocrinology, 23(11), 1054–1065. https://doi.org/10.1111/j.1365-2826.2011.02228.x
Whittle, S., Vijayakumar, N., Dennison, M., Schwartz, O., Simmons, J. G., Sheeber, L., & Allen, N. B. (2016). Observed Measures of Negative Parenting Predict Brain Development during Adolescence. PloS one, 11(1), e0147774. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0147774