5 consigli per gestire i comportamenti oppositivi
I comportamenti oppositivi, ovvero l’insieme dei comportamenti che costituiscono una modalità ostile e negativistica di approccio agli altri e all’ambiente esterno, sono molto frequenti nei bambini e spesso mettono a dura prova gli adulti.
Questi comportamenti oppositivi condotte possono presentarsi sin da quando i bambini sono molto piccoli.
Esempi di comportamenti oppositivo-provocatori sono la collera frequente, litigi costanti con gli altri, atteggiamenti di sfida e di mancato rispetto delle regole, la mancanza di assunzione dei propri errori, dispetti continui verso gli altri e talvolta si esprimono in una “rabbia” costante.
Ovviamente non è detto che si presentino tutti questi atteggiamenti, proprio perché ogni bambino esprime a modo proprio le emozioni e gli stati di benessere o, in questo caso, malessere che vive.
Come arginare i comportamenti oppositivi
Ma cosa si può fare per arginare questi comportamenti oppositivi e aiutare il bambino a sentirsi meglio?
Nonostante non ci sia un modo univoco di agire, ci sono degli accorgimenti che si possono adottare, al fine di ridurre e contenere le condotte oppositivo-provocatorie.
Ecco dunque 5 consigli che mi auguro possano esservi utili:
- Definire e condividere con il vostro bambino poche e semplici regole di comportamento da rispettare a casa. È importante tuttavia che le regole definite dalla mamma e dal papà siano fatte rispettare da entrambi i genitori, al fine di mantenere una coerenza educativa ed un’alleanza genitoriale. Questo consente di non mandare in confusione il bambino il quale, soprattutto se piccolo, necessita di avere ben presente quali sono i limiti da non superare.
- Cercare, laddove sia possibile, di anticipare e prevenire la crisi di rabbia. Ad esempio, se il vostro bambino è solito arrabbiarsi alla richiesta di spegnere il tablet o la tv quando è ora di cenare, si può prepararlo a ciò che accadrà ricordandogli in anticipo l’avvenimento. Può essere utile servirsi di un timer o di una sveglia da impostare al momento di accensione della tv o tablet e che renda “oggettivo” lo scorrere del tempo; inoltre, in quanto oggetto concreto, la sveglia può essere utilizzata per condividere con il piccolo la regola: impostarla insieme e rendere un partecipante attivo il vostro bimbo può essere una buona idea.
- Durante la crisi di rabbia, mantenete un tono di voce calmo e fermo: infatti le urla dell’adulto non fanno che attivare maggiormente il piccolo, incrementando la sua rabbia e creando un circolo vizioso.
- Le provocazioni sono comportamenti disfunzionali utilizzati per comunicare all’adulto la propria rabbia in modo sbagliato: pertanto, una volta che il bambino ha ben chiara la regola data ed è in una condizione di sicurezza (non può farsi male), è importante aiutarlo ad estinguere quel comportamento. Una strategia da adottare può essere quella di non prestargli attenzione e quindi “chiudere” la comunicazione con lui. Allontanatevi, evitate di guardarlo, svolgete un’altra attività affinchè anche il messaggio che voi inviate al bambino sia chiaro: non ti ascolto se adotti questa modalità di comunicazione.
- Mostrare modelli positivi di comportamento: aiutare il bambino a renderlo consapevole di ciò che succede è importante, soprattutto se abbiamo a che fare con bambini piccoli. È importante quindi anticipare la crisi vera e propria e, al primo segnale di rabbia, riconoscere e descrivere per lui l’emozione provata e proporgli un comportamento alternativo che possa aiutarlo a calmarsi, ad esempio coinvolgendolo in un gioco semplice a lui gradito. Si potrebbe quindi dire “caspita, per aver gridato così forte mi sa che sei davvero molto arrabbiato! Ti va se andiamo insieme a fare le bolle di sapone che ti piacciono tanto?” Solitamente giochi senso-motori come dondolarsi su una palla grande aiutano il bambino a calmarsi.
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