ADHD e disturbo oppositivo provocatorio
A volte l’ADHD può manifestarsi in concomitanza di altre difficoltà, in questo articolo parliamo di ADHD e disturbo oppositivo provocatorio.
Le caratteristiche primarie dell’ADHD
L’ADHD (deficit di attenzione e iperattività) è un disturbo caratterizzato da difficoltà nel mantenere la propria attenzione a lungo su un compito, nel controllare l’impulso ad agire e nel regolare il proprio comportamento. Le caratteristiche primarie del disturbo sono: disattenzione, iperattività e impulsività. Ognuna di queste aree si caratterizza per la presenza di numerosi sintomi ed è per questo che spesso sono presenti quadri molto eterogenei tra loro.
Le caratteristiche secondarie dell’ADHD
È necessario tenere in considerazione anche le caratteristiche secondarie dei bambini ed adolescenti con ADHD. In particolare, molto spesso al disturbo sono associati: scarso rendimento scolastico e/o disturbi specifici di apprendimento, bassa autostima e scarsa opinione di sé, difficoltà nel gestire i rapporti sociali con i coetanei e aggressività verbale o fisica.
In alcuni casi, le caratteristiche secondarie assumono un ruolo centrale nella diagnosi e nell’individuazione del problema. Spesso i bambini giungono all’attenzione clinica proprio a causa di queste manifestazioni e non per le caratteristiche tipiche dell’ADHD: i genitori a volte chiedono aiuto quando i bambini sviluppano questi effetti secondari, prima i bambini sono definiti come “vivaci”, “svogliati” e “disattenti”.
ADHD e Disturbo oppositivo provocatorio: quale relazione?
Il comportamento oppositivo e i problemi di condotta sono le difficoltà che si presentano più di frequente in relazione all’ADHD. Le ricerche e gli studi realizzati a riguardo, suggeriscono che il 40-70% dei bambini con ADHD rientrino nei criteri diagnostici per il Disturbo Oppositivo Provocatorio. Queste problematiche comportamentali solitamente compaiono in età scolare e possono rimanere fino all’adolescenza.
Alcuni studi evidenziano come i comportamenti oppositivi e provocatori potrebbero emergere in associazione all’ADHD proprio perché per questi bambini è più difficile tollerare la frustrazione, controllare e inibire gli impulsi anche nell’ambito del comportamento. Molto spesso i bambini con ADHD sono sempre più consapevoli delle loro difficoltà sia in ambito scolastico che extrascolastico. I comportamenti oppositivi possono in questo senso essere messi in atto come forma di difesa.
Criteri diagnostici del Disturbo Oppositivo Provocatorio
Nel DSM V, il manuale Diagnostico dell’American Psychiatric Association, il disturbo oppositivo provocatorio rientra nei Disturbi da Comportamento Dirompente. Il DSM V descrive gli otto criteri con cui distinguere tale disturbo (già considerati nel DSM IV) ma ristrutturati in tre distinte categorie: umore rabbioso e irritabile, comportamento ostinato e oppositivo e comportamento vendicativo.
Queste condizioni comportano difficoltà da un lato nel controllo delle emozioni e dall’altro nell’autoregolazione del comportamento. Le azioni messe in atto violano i diritti e l’incolumità̀ altrui e/o sono in conflitto con le comuni norme della società.
I bambini a cui è diagnosticato il disturbo oppositivo provocatorio si caratterizzano per:
- Comportamenti negativistici ed oppositivi: persistente caparbietà, resistenza alle direttive, scarsa disponibilità al compromesso, alla resa o alla negoziazione con gli adulti o coi coetanei.
- Oppositività: può anche includere la deliberata o persistente messa alla prova dei limiti, di solito ignorando gli ordini, litigando e non accettando i rimproveri per i misfatti.
- Ostilità: può essere diretta contro gli adulti o i coetanei e viene espressa disturbando deliberatamente gli altri o con aggressioni verbali (di solito senza le più gravi aggressioni fisiche osservate nel Disturbo della Condotta).
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