Preadolescenza: suggerimenti per i genitori
Identikit di un preadolescente
“Voi non mi capite!”
Quante volte i genitori di ragazzi preadolescenti si sono sentiti dire questa frase; mamma e papà che fino al momento prima sono abituati ad accudire il proprio bambino, si trovano davanti un figlio che non chiede più sicurezza e protezione ma vuole conquistare l’autonomia. E’ in arrivo l’età dell’adolescenza e questa porta un gran scompiglio in famiglia.
Da una parte c’è il giovane che è alla ricerca di una propria identità, si trova in una fase di egocentrismo, inizia a distanziarsi dalla famiglia e sente il bisogno di dimostrare di essere all’altezza della situazione, di essere accettato dai pari, di avere un suo mondo privato, di costruire legami affettivi alternativi, di integrarsi con i cambiamenti del suo corpo. Tali bisogni però si scontrano con una realtà diversa, a volte critica, ricca di eventi che irrompono per la prima volta nella vita di un adolescente.
Mostrarsi intolleranti alle regole di casa, reagire con rabbia, porsi in maniera provocatoria e sfidante verso i genitori, stabilire dei confini, sono comportamenti molto comuni che soddisfano la naturale esigenza dell’adolescente di rinforzare la sensazione di potercela fare. Se chiediamo ai ragazzi di descrivere il loro stato d’animo con degli aggettivi, riferiscono di sentirsi incompresi, troppo controllati, assillati, inadeguati, non accettati e non rispettati.
A seconda del loro carattere, questi stati d’animo danno luogo a comportamenti di chiusura o strafottenza, sottomissione o arroganza, confusione o assertività.
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I genitori come vivono il cambiamento così repentino?
Questo passaggio determina in loro sconcerto e stupore, abituati a relazionarsi con le modalità genitore-bambino, si trovano a rispondere a nuove esigenze e a gestire comportamenti spesso incomprensibili. Nel loro animo si affacciano sensazioni irrazionali come senso di abbandono e di mancanza che, da un lato contribuisce a percepirsi traditi, dall’altro a nutrire il timore di avere fallito nel ruolo di genitore.
Tale condizione genera spesso quell’atteggiamento istintivo di difesa che li porta a ritenersi dalla “parte giusta” e ad attribuire ai figli la responsabilità di quanto sta accadendo in famiglia. In relazione ai propri stati d’animo, si dichiarano inadeguati, impotenti, preoccupati, spaventati, delusi, non rispettati, giudicati. Anche in questo caso questi stati d’animo si manifestano con comportamenti autoritari o remissivi, da amico o da persona contrastante.
Come poter affrontare tutto questo?
E’ importante tentare di cambiare prospettiva, provando a guardare la realtà mettendosi nei panni dei figli. Il rapporto non è più con un bambino ma con un giovane che sta diventando un adulto. Contrapporsi per partito preso, demonizzare o punire un singolo comportamento possono essere utili strategie per alleviare l’ansia e la frustrazione del momento ma non aiutano a risolvere il problema a lungo termine. Ai genitori sono ben più utili strumenti come l’osservazione e l’ascolto.
La prima permette di valutare se i comportamenti dei ragazzi sono solo una provocazione transitoria o se rappresentano un tentativo di mettere una barriera invalicabile con la famiglia.
Con l’ascolto attivo i giovani si sentono incoraggiati ad aprirsi perché sostenuti dalla fiducia che deriva dalla sensazione di essere ascoltati e non giudicati.
Il genitore nell’osservare e nell’ascoltare deve affrontare e gestire il difficile compito di contenere le emozioni. Altro aspetto fondamentale è la presenza, l’esserci… Ma come? Ad esempio accompagnandoli all’attività sportiva e poi farli tornare da soli.
Infine non scoraggiarsi se tutto sembra difficile e non si vede una via d’uscita… Un supporto psicologico può essere di grande aiuto per il recupero di risorse inaspettate, ma esistenti e mai provate. Chiedere un aiuto qualificato per sé stessi non deve essere interpretato come una sconfitta ma come una risorsa. Si tratta infatti di un importante passo verso il cambiamento per aiutarsi ed aiutare chi si trova in difficoltà in favore di una migliore qualità di vita.
“Sono solo due le cose che i bambini dovrebbero ricevere dai loro genitori: le radici e le ali” (Goethe).
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