Il Parent Training: dalla teoria alla pratica
Cari genitori, vi presento una lista di tre domande con relative risposte per sciogliere dubbi e curiosità su uno strumento di intervento sempre più usato e conosciuto: il Parent Training (PT)
Innanzitutto, cos’è il Parent Training?
Anche se “Parent Training” significa letteralmente “Addestramento ai genitori”, nella realtà clinica l’obiettivo del programma non è “addestrare” ma comprendere e poi utilizzare le strategie comportamentali più funzionali per aiutare voi genitori a gestire il comportamento del vostro bambino. E’ un percorso che vi permette di capire cosa non sta funzionando a livello educativo nel vostro contesto familiare per arrivare ad avere una migliore percezione del problema che state affrontando senza sentirvi soli.
E’ stato osservato che chi partecipa ad un percorso di Parent Training sviluppa una buona comunicazione familiare riuscendo a costruire una relazione efficace con i propri bambini.
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Quali sono gli obiettivi del programma?
Nella prima fase, il Parent Training vi rende attenti osservatori della relazione con i figli, utile a discriminare il comportamento proprio e altrui, a comprendere i bisogni del bambino in quel momento per entrare in contatto con consapevolezza con le proprie emozioni senza lasciarsi guidare da queste. Come un viaggiatore che, prima di partire, osserva la mappa, stabilisce le tappe da fare, quali posti visitare, allo stesso modo voi genitori osservate insieme al conduttore del gruppo dove volete arrivare, quali ostacoli si possono presentare sul cammino e come affrontarli per non essere impreparati.
Si imparano diverse tecniche adattate sull’esperienza individuale, come il time-out, il problem solving, la tecnica della token economy, l’analisi funzionale, come usare il rinforzo positivo e/o la punizione. Partecipando agli incontri in modo attivo, diventate più competenti a partire dalle vostre risorse e potenzialità e imparate a chiedervi se è funzionale quel comportamento o meno in quella situazione. Lo stesso metodo può essere adatto in un momento e non in un altro.
Come è strutturato il percorso?
La struttura del programma prevede circa dieci incontri (vedi foto) strutturati in base all’età dei bambini, e può essere rivolto o alla singola coppia o ad un insieme di genitori che scelgono di fare insieme questo tipo di potenziamento. La condivisione aiuta a non sentirsi soli, ad affrontare le difficoltà e a notare che anche altre famiglie possono viverle. E’ stato studiato che la condivisione alleggerisce il peso che i genitori portano con sé, ad esempio il pensiero di essere inadeguati, inadatti ad aiutare il proprio figlio o di sentirsi in colpa per le scelte prese nel passato.
Gli incontri sono suddivisi tra parte teorica e pratica, caratterizzati sia dall’analisi del “comportamento problema” sia dall’osservazione di ciò che viene prima (antecedente) e ciò che viene dopo (conseguenza). Si riflette, ad esempio, sugli stimoli che fanno scattare una crisi di rabbia del bambino, sul ridurre il pilota automatico del genitore che punisce la crisi di pianto e sulla costruzione di strategie più funzionali utili a contenere emotivamente il bambino.
L’intervento viene così realizzato nei contesti “naturali” (dal vivo o attraverso video), a partire dalle ordinarie interazioni tra il bambino e i suoi familiari. Il PT si propone di modificare lo stile relazionale e gli atteggiamenti che influiscono negativamente sui comportamenti dei bambini, non tralasciando l’aspetto emotivo che si trova alla base di ogni interazione genitori-figlio/a.
La sua applicazione serve a rendervi pienamente consapevoli dell’effetto che il loro comportamento ha sui loro bambini. Sono incontri esperienziali, si parte da situazioni di vita familiare e si aiuta a identificare il problema, trovare alternative possibili e scegliere quella più adatta per quella situazione.
La continuità delle regole, la coerenza genitoriale, il programma di rinforzi concordato ad hoc sul bambino rappresentano la cornice nella quale muoviamo i nostri passi per una relazione con i bambini sempre più serena.
Immagine tratta dal fascicolo “Genitori Consapevoli” (2012)
Ricordate che …
Non esistono genitori perfetti, né esiste un manuale di istruzione perché ogni genitore ha una propria storia di apprendimento che si intreccia con quella del coniuge che va esaminata caso per caso e che se il nostro obiettivo è migliorare la qualità educativa e affettiva della relazione con i figli, oggi sappiamo che possiamo farlo.
Se volete conoscere più nel dettaglio l’esperienza di gruppo in corso presso il Centro Ieled (sede Rho), vi invito a leggere periodicamente il blog. Se avete trovato utile quest’articolo, potete condividerlo tra amici e sui social, grazie.
“Non esiste il modo giusto di fare i genitori, ma molti modi per crescere bambini sereni”
Bibliografia
Benedetto L. (2017). Il parent training. Roma: Carocci Editore.
Celi F. (2002). Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia. Milano: McGraw-Hill.
Gordon T. (1994). Genitori efficaci. Molfetta: La Meridiana (ed. or. 1975).
Mindful Parenting – A Bringing Up Great Kids Resource (2012) by Australian Childhood Foundation (trad. Ita. Genitori Consapevoli).
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