P come Psicologo – Chi è Chi?
“Lo Psicologo è per i matti.” Questo è il primo luogo comune che accomuna una professione che racchiude molto, ma molto altro. Troppo spesso l’idea di chiedere una consulenza specifica circa fragilità correlate all’ambito psicologico genera timori e perplessità, legati al giudizio o tante volte alla semplice “non conoscenza”.
I miti sullo psicologo
Vediamo allora di fare chiarezza sfatando alcuni miti che ruotano intono a questa professione, partendo dalla formazione che c’è alle spalle.
- “Come si diventa psicologo? Servono doti particolari?” – Lo psicologo non è un mago, non legge nella mente e non ha super poteri. La laurea in Psicologia si consegue al termine di un percorso quinquennale, a seguito del quale è possibile (successivamente allo svolgimento di diverse attività di tirocinio) sostenere l’Esame di Stato per ottenere l’abilitazione. Solo a questo punto avviene l’iscrizione all’Albo degli Psicologi della propria regione. L’Albo di divide in A (per professionisti con laurea quinquennale) e in B (per professionisti con laurea triennale). La teoria, però, è fondamentale ma non sempre esaustiva, pertanto molto spesso il percorso si articola maggiormente in ulteriori tirocini o attività lavorative finalizzate al raggiungimento di un numero sempre maggiore di competenze pratiche acquisite sul campo. Viene da sé quindi che non è vero che “Siamo tutti un po’ psicologici, perché semplicemente siamo bravi a conoscere e a capire l’altro. Dietro c’è molto ma molto altro”.
- “Come può capirmi un estraneo? In fondo mi vergogno a parlare delle mie cose o di quelle del mio bambino.” – Sarebbe come dire che il dolore a un dento posso curarlo parlando unicamente con il mio farmacista di fiducia (perché mi vergogno ad andare dal dentista e aprire la bocca): potrebbe darmi un parere è vero, ma le competenze specifiche sono altro. E se è indiscutibile che aprirsi riguardo alle proprie sfere personali non è facile, è altrettanto vero ciò che si dice rispetto al fatto che “il primo passo di una terapia viene fatto nel momento in cui si decide di chiedere aiuto”, rivolgendosi quindi a un professionista in grado di rispondere a un bisogno specifico, che c’è anche se non si tocca con mano (nel vero senso della parola).
- “Ho affrontato tante cose nella vita e posso farcela da solo: non sono debole e anzi se sono fatto così perché dovrei cambiare.” – Partiamo dal presupposto che lo psicologo crede nel cambiamento, ma non in un cambiamento imposto in relazione a parametri prestabiliti (da chi poi). Lo psicologo non dice cosa fare. Crede in un cambiamento funzionale per il benessere della persona, dell’adulto e del bambino, al fine di promuovere insieme una condizione di serenità rispetto a fatiche ormai troppo pesanti e pressanti, da portare da soli.
- “Quanto costa e per quanto tempo bisogna andare dallo psicologo?” – Il costo significativo dei percorsi proposti e le relative tempistiche possono talvolta frenare, nell’ottica che “lo psicologo costa troppo e non si risolve nulla in tempi brevi”, ma il pensiero deve essere più ampio considerando che qualunque bisogno evidenziato merita di essere inquadrato nella sua cornice più ampia, condividendo con sincerità e trasparenza anche le fatiche correlate agli aspetti più concreti, così da trovare con il professionista la miglior strada da intraprendere…insieme.
- “Se parlo delle mie cose con un estraneo verrò giudicato. Siamo umani e se poi dovesse parlarne con qualcuno?” – Verissimo: anche lo psicologo è umano e come tale ha le proprie percezioni e le proprie emozioni, ma la sua professionalità lo porta ad assumere un ruolo in assenza di giudizio, perché parte dalla convinzione che “ciascuno in una situazione o in una data condizione ha fatto il meglio di ciò che poteva fare: come persona e come genitore”. Lo psicologo rimane inoltre (e non è da sottovalutare) legato al segreto professionale, come da indicazioni del codice deontologico.
Finiamo con… alcune curiosità sui numeri!
Secondo i dati ISTAT (2018), riportati anche sul sito del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, al termine del 2018 i numeri erano in costante aumento:
- 109.504 Psicologi in Italia;
- 18.841 Psicologi in Lombardia, dei quali 18.784 iscritti alla sezione A dell’Albo e 57 alla sezione B;
- in Italia è la Valle D’Aosta che registra il minor numero di Psicologi (222) contro il Lazio che ne registra invece il numero maggiore (19.786). La Lombardia si colloca al secondo posto sul territorio Italiano;
- per quanto concerne l’iscrizione universitaria alla facoltà di Psicologia (denominata a seguito della riforma universitaria Facoltà di Scienze e Tecniche Psicologiche) negli ultimi 10 anni è stato rilevano un aumento estremamente significativo: da 29.661 iscritti nel 1998 a 109.524 nel 2018.
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Certi di non avervi magari convinto a pieno su tutto, ma almeno di avervi fatto riflettere su alcune convinzioni da sfatare, vi rimandiamo a breve alla lettura del prossimo articolo.