Gli strumenti del Metodo Feuerstein: Organizzazione di punti
Dopo aver conosciuto Feuerstein e le basi teoriche del suo metodo, entriamo sempre più nello specifico, descrivendo nel dettaglio alcuni strumenti del PAS Standard, oggi parleremo di Organizzazione di punti.
Organizzazione di punti introduce tutto il percorso che verrà affrontato. In particolare, Organizzazione di Punti si focalizza sul come si risolvono i problemi e sulla funzione del pensiero in questo processo.
Lo strumento si presenta come una serie di esercizi in cui bisogna individuare all’interno di una nuvola di punti apparentemente confusionari delle figure modello sempre più complesse.
Leggi anche: Dalla teoria alla pratica: il pensiero di Feuerstein
Per Feuerstein ogni persona è portata a dare un ordine al mondo che le circonda, creando relazioni tra oggetti, fenomeni ed eventi. È come se fosse nella natura dell’uomo la capacità di collegare aspetti apparentemente isolati per creare un sistema coerente di informazioni e dare loro un significato. A partire da questo presupposto Feuerstein crea lo strumento di Organizzazione di Punti, in cui l’obiettivo è collegare tra loro dei punti apparentemente non connessi e metterli tra loro in relazione, individuando delle figure. Tale processo permette di sviluppare la capacità di proiettare relazioni virtuali.
Cosa significa nella pratica proiettare relazioni virtuali?
Facciamo un esempio:
Cosa osservate? Un quadrato? In realtà sono semplicemente 4 punti, ma quello che avete fatto è stato collegarli, metterli in relazione virtualmente, ovvero potenzialmente, identificando un quadrato. Unendoli la relazione esistente tra i punti viene esplicitata.
La capacità di individuare relazioni virtuali quindi permette di dare un ordine, individuando legami tra elementi che altrimenti rimarrebbero isolati e slegati tra loro. In assenza di questa abilità, la realtà viene percepita come episodica, in cui gli oggetti e gli eventi sono vissuti come unici e separati.
Lo strumento rganizzazione di punti permette il potenziamento di diverse funzioni cognitive. Innanzitutto, uno dei primi obiettivi di queste pagine è sviluppare una percezione chiara dei dati e degli elementi presentati e favorire un’esplorazione sistematica del compito che bisognerà affrontare. Di conseguenza, questo permette di ridurre l’impulsività (non a caso il motto di Feuerstein è “Un momento…sto pensando”) e favorire la pianificazione durante lo svolgimento. Inoltre, questi compiti permettono di sviluppare un’organizzazione spaziale delle figure: infatti nella nuvola di punti spesso le figure modello da individuare sono traslate. È quindi necessario essere precisi e accurati nella raccolta iniziale delle informazioni, saper riconoscere i dati rilevanti (forma, dimensione) da quelli non rilevanti (posizione, colore, orientamento) e sviluppare la trasposizione visiva.
Come in tutte le pagine del Metodo Feuerstein, non è richiesta alcuna conoscenza scolastica per poter svolgere il compito, ma esse forniscono l’occasione per riflettere sui processi cognitivi e sulle strategie utilizzate nello svolgimento.
Leggi anche: Il metodo Feuerstein: imparare a imparare
Organizzazione di Punti è composto da 14 pagine (copertina compresa), che vengono alternate a Orientamento Spaziale I. Con il l’avanzamento delle pagine si osserva una crescita della difficoltà, dovuta all’aumento del numero dei punti, la presenza di figure sempre più complesse (asimmetriche, linee curve, 3D) e gruppi di punti sempre più fitti.
Inoltre, un altro elemento importante di questo strumento è il colore. Infatti, in alcune pagine si trovano punti colorati (in arancione) all’interno di una nuvola di punti di colore nero. Il colore nel Metodo Feuerstein ha diversi funzioni: talvolta viene utilizzato come un aiuto per facilitare l’identificazione delle figure, altre volte invece è utilizzato in maniera “casuale” per aumentare il livello di complessità.
Oltre a sviluppare la capacità di proiettare relazioni virtuali, lo strumento si pone ulteriori obiettivi. Innanzitutto, si propone di sviluppare le funzioni cognitive carenti di e attivare diverse operazioni mentali, quali la differenziazione, la segregazione, l’utilizzo del pensiero ipotetico e inferenziale. Inoltre, permette all’individuo coinvolto nel compito di diventare sempre più autonomo grazie all’acquisizione di sistemi di riferimento e, attraverso un’esplorazione sistematica del materiale, di sviluppare una percezione chiara e frenare l’impulsività, prendendosi del tempo prima di rispondere.
Fonti: Minuto M. e Ravizza R.: “Migliorare i processi di apprendimento” (2008, Erickson, Trento)