Nati per contare: la matematica per bambini con bisogni speciali
La cattiva notizia è che nella gara delle materie meno amate il primo premio lo vince la matematica; una recente ricerca condotta dall’Università di Chicago ha dimostrato quanto questa materia possa fare effettivamente male alla salute, provocando non solo il classico mal di pancia emotivo da compito in classe, ma un effettivo disagio fisico.
La buona notizia ci viene però dalla ricerca psicologica, la quale ha dimostrato che il nostro cervello è programmato per sviluppare naturalmente, accanto all’intelligenza verbale, anche un’intelligenza numerica; siamo, in pratica, nati per saper manipolare la realtà secondo la logica della quantità e dei principi matematici ad essa correlati.
Ciò significa che se il bambino è esposto precocemente al linguaggio matematico in contesti significativi, non solo può sviluppare in modo naturale e spontaneo l’apprendimento dei concetti, ma anche un atteggiamento positivo verso la materia, che porterà con sé durante gli anni di scuola come un bagaglio di strumenti di base.
E’ così per tutti i bambini?
Purtroppo no.
Quando è presente un bambino con bisogni speciali, la difficoltà nel trasmettere i concetti matematici appare spesso consistente, perché alla naturale complessità e astrattezza della materia si vanno ad aggiungere carenze, talvolta importanti, nelle funzioni cognitive necessarie per la comprensione e costruzione di tali concetti.
Approfondisci nel nostro blog: “BES – Bisogni Educativi Speciali“.
Anziché arrendersi di fronte al limite del bambino o alla difficoltà dell’argomento da affrontare, è preferibile optare per lo sviluppo di una didattica ad hoc, preferendo l’utilizzo di strumenti manipolativi e attività pratiche.
Sebbene la formazione di un concetto matematico presupponga un certo grado di maturazione del pensiero logico, tuttavia tale concetto deriva dalla sintesi di schemi, i quali richiedono di essere interiorizzati mediante attività concrete.
Lo ha detto per primo Jean Piaget: “La parola non serve a nulla, il disegno non basta, è necessaria l’azione. Perché il bambino giunga a combinare delle operazioni è necessario che abbia manipolato, che abbia agito, sperimentato non solo sui disegni ma su materiale reale, su oggetti fisici.”
Approfondisci nel nostro blog: “Matematica…che paura!“
Quando può essere utile una didattica alternativa?
Per generare motivazione
Nella scuola molto spesso l’avventura della matematica viene ridotta ad una mera sequenza di procedure e formule da memorizzare. Si è gradualmente perso il processo di scoperta, ormai dato per scontato, per offrire agli studenti la richiesta di imparare delle formule da applicare pedissequamente agli esercizi, i quali non solo sembrano non avere nulla di creativo e gratificante, ma neppure di attinente alla realtà.
Per potenziare l’apprendimento
La manipolazione di un oggetto rappresenta la concreta possibilità di osservare, produrre ipotesi e verificarle direttamente, senza nessuna necessità di astrazione.
Gli aspetti percettivi e quelli motori non sono solo passi iniziali che poi si abbandonano a favore di un pensiero più astratto; l’astrazione, anche la più avanzata, continua ad essere intrecciata con le nostre modalità concrete di conoscenza.
L’azione motoria sulla realtà rappresenta quindi un modo differente e fortemente efficace di apprendere, non attraverso l’interpretazione di testi, né la ricostruzione mentale, ma attraverso cicli ripetuti di percezione-azione.
Per favorire la didattica inclusiva
Nella scuola primaria e secondaria, per i bambini con bisogni speciali viene solitamente steso un programma educativo individuale, il quale spesso esclude argomenti di aritmetica e geometria perché si pensa così di evitare di mettere in difficoltà l’alunno.
Nella mia esperienza, tuttavia, non ho ancora trovato un bambino che non possa avere accesso ad un argomento di matematica del programma ministeriale, a condizione che si costruisca per lui una porta di accesso adeguata.
Trovare modi alternativi per mediare i contenuti che si vuole trasmettere in un modo efficace, comprensibile e gestibile dal bambino che abbiamo di fronte è talvolta l’unica strada possibile per superare muri che altrimenti risulterebbero invalicabili.
Continuate a seguirci e a condividere i nostri articoli. Vi daremo tanti consigli e idee per essere più creativi nel percorso meraviglioso della scoperta dei numeri!
Approfondisci nel nostro blog: “Quando 2×2 non fa sempre 4.“