Nati per contare: giocare con i numeri
Se si dovesse chiedere in una classe di bambini e ragazzi di qualunque età cosa pensano della matematica, sicuramente la classe si dividerebbe esattamente in due parti: c’è chi la odia e chi la ama. Si può imparare a giocare con i numeri per farcela amare di più?
Anche tra noi adulti, sicuramente, c’è chi si ritiene (o si è ritenuto) un amante della matematica, e chi invece l’ha sempre odiata.
Probabilmente, andando più a fondo della questione, si potrebbe anche affermare che qualcuno di noi ritiene di avere una “mente matematica” mentre qualcun altro pensa che il suo modo di pensare e di ragionare non abbia nulla a che vedere con la matematica ed i numeri.
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In realtà, se ci pensiamo, la matematica impregna moltissimi momenti della nostra vita. Infatti, senza i numeri e la matematica, non potremmo sapere che ore sono, prevedere che giorno sarà tra una settimana, pesare la pasta o gli ingredienti per fare una torta, pagare, capire quando un acquisto è conveniente o meno e molto altro. Vivere senza matematica, quindi, sarebbe davvero impossibile. Possiamo addirittura giocare con i numeri!
Nulla da temere, però, per tutti coloro che pensano di essere tutt’altro che “cervelli matematici”. In realtà, infatti, come già affermava Cartesio cica 400 anni fa, esiste una “intelligenza numerica” innata in ciascuno di noi.
E con “innata” si intende proprio che è presente anche nei bambini appena nati!!
Alcuni studi sono andati ad indagare quanto fosse vera questa affermazione che forse, ad alcuni, potrebbe sembrare un’assurdità. Ecco cosa hanno scoperto:
Mostrando a dei neonati di massimo 15 giorni di vita dei cartoncini con disegnati due pallini in posizioni sempre diverse si notava come i bambini, dopo alcune presentazioni, smettevano di prestare attenzione ai cartoncini. Quando, a questo punto, veniva loro presentato un cartoncino con disegnati tre pallini tutti i bambini tornavano a prestare attenzione ai cartoncini, riconoscendo una diversità in ciò che veniva loro proposto.
Un secondo studio ha poi dimostrato come bambini tra i 5 e i 6 mesi di vita siano in grado di notare la differenza tra due insiemi contenenti quantità molto diverse di disegni.
Infine un terzo studio ha addirittura dimostrato che bambini di 5-6 mesi sono in grado di avere delle corrette aspettative su semplici calcoli di addizione e sottrazione. Durante lo studio, infatti, ai bambini venivano presentate delle palline che venivano poi aggiunte o tolte, e alla fine un cartoncino contenente il risultato dell’operazione: quando il risultato dell’addizione conteneva meno pallini di quelli presentati inizialmente i bambini mostravano segni di stupore, cosa che si ripeteva anche nel caso in cui il risultato di una sottrazione conteneva più pallini di quelli presentati inizialmente.
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Tutti i bambini nascono quindi con delle competenze matematiche abbastanza elevate, nonostante questo, però, dobbiamo riconoscere che per tutti i primi due anni di vita dei nostri bambini molto raramente queste competenze vengono esercitate e stimolate nei giochi che proponiamo. E come tutte le cose che non vengono stimolate ed esercitate, anche le competenze matematiche spesso vengono perse dai nostri bambini. Ecco spiegata la grande fatica che molti di noi (e dei nostri bimbi) fanno per usare la matematica.
È quindi molto importante mantenere vive queste capacità già dai primi mesi di vita, giocare con i numeri con i nostri bambini con le quantità, dividendo, per esempio, i cubi delle costruzioni in gruppi di quantità uguali, o in gruppi di quantità dalla più numerosa alla meno numerosa e viceversa; oppure utilizzando i numeri per raccontare e descrivere anche cose molto semplici e concrete come “Guarda, ci sono 3 bambini: 2 sono maschi e 1 è una femmina”, oppure “Nella scatola ci sono 3 pennarelli gialli e 2 rossi” ecc.
Per i bimbi un po’ più grandi, semplici giochi dove si può usare il dado come “il gioco dell’oca” possono stimolare molto le capacità matematiche: il bambino dovrà contare o riconoscere il numero di pallini sul dado e muovere la pedina facendo un salto per ogni numero fino a raggiungere quello indicato dal dado.
Anche chiedere al bambino, al termine di una partita a punti, di prevedere chi dei due giocatori avrà vinto e poi contare insieme il numero di punti ottenuti da ciascuno confrontandolo con le aspettative del bambino può essere un semplice esercizio per mantenere allenate le competenze matematiche innate, e riuscire così ad arrivare pronti e sicuri all’inizio della scuola, quando la matematica inizia, di solito, a farsi odiare.