“Mio figlio non parla bene”. Il disturbo del linguaggio espressivo
“Mio figlio non parla bene”. Questa frase viene spesso usata dai genitori per descrivere il linguaggio del proprio bambino. Essendo, però, lo sviluppo linguistico estremamente variabile e specifico, quando possiamo parlare di disturbo del linguaggio espressivo?
Cinque competenze alla base del linguaggio
I bambini normalmente imparano a parlare rapidamente e senza sforzo, tramite la semplice esposizione al linguaggio adulto e senza alcun preciso insegnamento.
Durante i primi tre anni di vita il bambino acquisisce una serie di competenze linguistiche e comunicative alla base di un corretto sviluppo del linguaggio.
Tali competenze sono:
- Fonologiche: permettono di percepire e produrre correttamente i suoni della nostra lingua;
- Lessicali: consentono di acquisire le parole che fanno parte del nostro vocabolario;
- Sintattiche: garantiscono la comprensione e l’utilizzo delle parole in modo corretto all’interno della frase;
- Semantiche: permettono di attribuire correttamente il significato alle parole;
- Pragmatiche: consentono che la comunicazione sia efficace, tenendo conto del contesto in cui avviene la comunicazione.
Quando una o più di queste competenze sopra citate risultano avere uno sviluppo non adeguato rispetto all’età del bambino, possiamo essere di fronte ad un disturbo del linguaggio espressivo.
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Tale disturbo può interessare solo una delle capacità descritte ma, essendo il linguaggio uno strumento di comunicazione estremamente complesso, in cui tutte le competenze sono in stretta correlazione tra di loro, capita spesso che più aree vengano coinvolte.
È importante però tenere in considerazione anche altri elementi, necessari affinché si possa parlare di disturbo di linguaggio espressivo.
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Caratteristiche del disturbo del linguaggio espressivo
Età
L’età del bambino è un fattore molto importante per poter fare una distinzione tra ritardo e disturbo di linguaggio. Infatti fino ai 3 anni si parla di late talkers ovvero “parlatori tardivi”, bambini che presentano un vocabolario e una struttura frasale non in linea con l’età. Per tale motivo è estremamente importante monitorare lo sviluppo linguistico del bambino in questa fascia di età. Dopo i tre anni il vostro bambino può aver recuperato il ritardo di linguaggio che viene perciò definito transitorio. Se la difficoltà di linguaggio persiste si potrà parlare di disturbo del linguaggio espressivo.
Specificità
Il disturbo del bambino riguarda solamente il linguaggio, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Ciò significa che per avere una diagnosi di disturbo del linguaggio espressivo, il bambino non deve presentare deficit di intelligenza, problemi psicologici, deficit sensoriali o neurologici.
Difficoltà espressive
“Mio figlio non parla bene” è la frase pronunciata più spesso da voi genitori riferendosi al modo di esprimersi del vostro bambino. E in parte avete ragione.
Nel disturbo espressivo, infatti, la difficoltà del bambino interessa la sola capacità di produzione del linguaggio. Il bambino può presentare maggiore difficoltà nell’articolazione di alcuni suoni (ad esempio durante l’eloquio omette il suono “s” quindi invece di dire “sole” può pronunciare “ole” oppure “tole”).
La difficoltà può anche interessare la produzione di singole parole (il bambino pronuncia poche parole o la loro strutturazione all’interno della frase e, di conseguenza, nel racconto e nella narrazione di brevi storie.
È importante considerare che anche la comprensione del linguaggio può subire un lieve ritardo di sviluppo, ma non tanto grave come in altri disturbi del linguaggio.
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Perché è importante rivolgersi al logopedista quando il vostro bambino presenta difficoltà di linguaggio?
- Il ruolo del logopedista è fondamentale per un corretto inquadramento del linguaggio ed un eventuale monitoraggio dello sviluppo linguistico del bambino;
- È importante intervenire precocemente in quanto studi scientifici hanno dimostrato che tali disturbi possono successivamente causare difficoltà nell’apprendimento della letto-scrittura;
- Come più volte ribadito, l’acquisizione del linguaggio è estremamente variabile e complessa. Durante lo sviluppo del linguaggio il vostro bambino può compiere errori tipici del normale sviluppo (ad esempio dirà “cala” al posto di “scala”) ma fino ad una certa età; se tali errori persistono non saranno più tipici dello sviluppo. Il logopedista può distinguere uno sviluppo tipico o atipico del vostro bambino.
- Raramente il disturbo di linguaggio risulta essere isolato: una valutazione logopedica e neuropsichiatrica è fondamentale per evidenziare delle fragilità del bambino in altre aree (ad esempio nell’attenzione o nella memoria).
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