Mettiti nei miei panni: vedi quello che vedo io?
Cosa sanno i bambini dei pensieri degli altri? Quando compare la capacità di comprendere il punto di vista dell’altro? Come scoprirlo? Grazie al test delle false credenze!
La capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, riflette uno dei più importanti obiettivi di crescita cognitivo-psicologica che sta alla base delle competenze sociali e dell’interazione con gli altri. Tale abilità consiste nell’immaginare e comprendere gli stati mentali altrui; essa fornisce la prova che i bambini possiedono una Teoria della mente (ToM). Ma andiamo per ordine.
Inizialmente i bambini comprendono il mondo che li circonda valutando gli eventi attraverso il proprio punto di vista, ovvero interpretano il comportamento dell’altro esclusivamente sulla base delle proprie conoscenze. Ad esempio, quando il piccolo Marco gioca a nascondino si copre gli occhi con le mani perché è convinto che se lui non vede, nessuno lo può vedere! Marco non concepisce altri punti di vista al di fuori del proprio. Ad un certo punto però lo sviluppo cognitivo permette a Marco di considerare contemporaneamente più prospettive e arrivare alla consapevolezza che quindi la sua esperienza non è l’unica: se io lo vedo non è detto che l’altro mi veda e viceversa! Marco è ora in grado di comprendere che i suoi compagni di gioco possono avere credenze, desideri e convinzioni differenti dalle sue. Questo cambiamento cruciale prende il nome di Teoria della mente. Il modo migliore per capire di che cosa si tratta è guardare l’esperimento della falsa credenza, il quale offre uno scenario in cui vengono presentati due punti di vista diversi. Al bambino viene poi chiesto di rispondere a delle domande considerando una prospettiva specifica. Guardate il video qui sotto!
Inizialmente la bambina deve stabilire il fatto che la sua credenza è falsa. Per fare questo si mostra a Vanessa una scatola di pastelli e le si chiede cosa pensa ci sia all’interno. Successivamente si rivela che in realtà dentro non si trovano pastelli, bensì delle candeline. A questo punto si presenta a Vanessa un orsetto e viene esplicitato che lui non sa cosa c’è all’interno del contenitore. La domanda a cui risponde il test (“Secondo te, l’orsetto cosa pensa ci sia nella scatola?”) rivela se la bambina sia in grado o meno di prevedere il pensiero altrui, data la sua errata convinzione.
Per la piccola Vanessa, che ha circa 3 anni, l’orsetto sa le stesse cose che sa lei; per cui se lei sa che nella scatola di pastelli ci sono in realtà delle candeline allora lo sa anche l’orsetto! In pratica Vanessa non riesce a rappresentarsi le credenze altrui quando queste sono diverse dalla realtà di fatto. Prima dei 4 anni i bambini non riescono a riconoscere che l’altra persona esiste come essere indipendente, con una propria entità e che possa agire e pensare diversamente dalla rappresentazione che hanno loro del mondo.
Quando lo stesso esperimento viene ripetuto con una bambina più grande il risultato, come si può immaginare, è differente. Quest’ultima si mette nei panni dell’orsetto e comprende che non poteva sapere dell’esistenza delle candeline.
Dal momento in cui un bambino acquisisce questa abilità diventa capace di adattare il proprio comportamento sulla base di chi ha davanti, imparando così ad essere flessibile, e dando un senso alle azione che osserva anche se non gli vengono spiegate esplicitamente; riesce a cogliere le intenzioni dell’altro e prevederne il comportamento. Da allora il mondo non sarà più lo stesso. Il vostro bambino avrà compiuto forse il passo più importante della sua esistenza poiché queste importanti capacità stanno alla base della vita sociale e della possibilità di interagire con gli altri: altruismo, empatia e comportamenti prosociali sono solo alcuni esempi di comportamenti connessi alla teoria della mente.
Volete scoprirne di più? Approfondite la teoria della mente guardando un’altro esperimento!