MAMMA, NON SONO “PIGRO”! I disturbi della letto-scrittura a scuola
Fino a non molti anni fa, quella dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento – noti anche come DSA – era una realtà senza nome, troppo spesso confusa e indefinita.
Le difficoltà dei bambini erano talvolta interpretate, dalla scuola, come un modo per attirare l’attenzione, un insufficiente impegno nello studio, poco interesse o problemi di natura socio-emotiva o familiare.
I genitori, dal canto loro, attribuivano la colpa delle fatiche dei loro bambini all’insegnante e alla scuola in generale, recriminando sul clima scolastico o sul metodo di insegnamento.
Oggi la situazione è notevolmente cambiata e a questi disturbi evolutivi è stato dato un nome, differenziandoli quindi da una generale condizione di “difficoltà”. È stato possibile riferire i Disturbi Specifici dell’Apprendimento ad una categoria nosografica che interessa in modo significativo un dominio di abilità circoscritto e “specifico”, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale del bambino.
Di questa grande categoria fanno parte la Dislessia (disturbo della lettura), la Disgrafia e la Disortografia (disturbi della scrittura) e la Discalculia (disturbo del calcolo).
COME RICONOSCERE I “CAMPANELLI D’ALLARME”?
Le difficoltà connesse a questi disturbi non caratterizzano chi ne è soggetto con segni particolari, di natura fisica o comportamentale, ma emergono nel momento in cui i bambini si confrontano per la prima volta con l’apprendimento scolastico e solo in quel momento, infatti, il criterio per stabilirne la presenza o meno è quello della discrepanza tra l’abilità del dominio specifico (cioè la lettura, la scrittura e il calcolo) che risulta deficitaria rispetto all’età e alla classe frequentata, e l’intelligenza generale, invece adeguata per l’età anagrafica.
Per quanto concerne la LETTURA, alcuni elementi, noti anche come “campanelli d’allarme”, che possono destare interrogativi in mamma e papà, sono i seguenti:
• confusione nella lettura di consonanti scritte in modo simile (come: q – d – b – p)
• particolare difficoltà nel leggere i suoni cosiddetti “difficili” (come: sc – gn)
• sostituire o invertire spesso alcune lettere (ad esempio: la anziché al)
• fatica nel riconoscere i segni di interpunzione
• leggere senza alcuna intonazione
• perdere spesso il segno o fare lunghe pause
• atteggiamenti “emotivi”, quali irrigidimento fisico, movimento inconsueto di testa e mani, tosse improvvisa o continua (quasi funzionale a “prendere tempo)
Per quanto riguarda, invece, la SCRITTURA, può risultare fondamentale porre attenzione alla tipologia di errori ortografici commessi dal bambino, in modo non correlato al passo dell’apprendimento atteso. Nello specifico:
• errori di tipo fonetico
– omissioni o aggiunte di doppie
– omissione dell’h
– omissioni o aggiunte di accenti
• errori di tipo fonologico
– inversioni (saca anziché casa)
– omissioni (pela anziché perla)
– sostituzioni (squardo anziché sguardo)
• fusioni illegali
– attaccatura o staccatura di parole (lacqua anziché l’acqua)
– grafemi cosiddetti omofoni (cera anziché c’era)
“Non bisogna pensare, però, che ogni difficoltà che manifesta un bambino sia sinonimo di un disturbo. D’altro canto, non valutare tempestivamente la fatica che il bambino fa nell’imparare a leggere e scrivere e analizzare, di conseguenza, l’effetto di strategie di aiuto è dannoso” afferma Daniela Lucangeli, docente di Psicologia dello sviluppo all’Università di Padova.
Se mamma e papà porranno quindi la loro attenzione (in rete con la scuola) a tre step necessari, quali il conoscere – il riconoscere – per intervenire, comprenderanno, insieme ai loro bambini, che queste difficoltà, anche nel momento in cui dovessero portare ad una diagnosi, non equivarrebbero ad un’etichetta, ma ad un’indicazione funzionale ad intraprendere un trattamento mirato “a misura di bambino”, in ottica di miglioramento delle difficoltà riscontrate.
Dott.ssa Francesca Savino – Psicologa
Presso il Centro Ieled di Meda è attivo il servizio di Diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento.
L’iter valutativo del Centro IELED segue le linee guida stilate dalla Consensus Conference del 2011 e prevede un approccio multidisciplinare ai DSA, coinvolgendo diverse figure professionali tra cui psicologi, neuropsichiatri infantili e logopediste.
Le competenze di tali specialisti non si fermano alla formulazione della diagnosi – tempestivamente condivisa passo dopo passo con la famiglia – ma si estendono alla progettazione e alla programmazione degli interventi riabilitativi più indicati in relazione al singolo bambino.
L’équipe del Centro è autorizzata dalla ASL di Milano e Varese ad effettuare attività di prima certificazione diagnostica valida ai fini scolastici, secondo quanto previsto dalla L.170/2010 (“Nuove norme in materia di disturbi specifici dell’Apprendimento”).
ll centro Ieled di Meda è collocato all’interno dell’area Monza-Brianza e si pone come punto di riferimento per le città limitrofe, facilmente raggiungibile dai seguenti comuni: Seveso, Seregno, Cesano Maderno, Varedo, Paderno Dugnano, Cusano Milanino, Cormano, Lazzate, Cabiate, Paina, Giussano, Lissone, Cantù, Camnago, Novedrate, Mariano Comense, Misinto, Rovellasca, Bovisio Masciago, Barlassina, Limbiate, Carugo, Desio e Lentate sul Seveso
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