Lo sviluppo del linguaggio: le tappe principali
Ogni bambino cresce e si sviluppa seguendo il proprio ritmo, tuttavia, nonostante l’ampia variabilità interindividuale, è possibile individuare delle tappe fondamentali che caratterizzano lo sviluppo del linguaggio.
Il bambino impara a parlare in un tempo relativamente breve, normalmente nei primi tre anni di vita, grazie all’interazione con le persone che lo circondano. Infatti, perché il bambino acquisisca il linguaggio, deve essere esposto ad una lingua e qualcuno deve “spingerlo” a comunicare parlando con lui.
Le prime fasi dello sviluppo del linguaggio
Lo sviluppo del linguaggio inizia molto precocemente, addirittura già nella pancia della mamma, quando il bambino mostra abilità di percezione del linguaggio.
Dopo la nascita, il neonato comunica il proprio stato di bisogno inizialmente attraverso il pianto. Tra i 2 i i 6 mesi di età compaiono e si stabilizzano le prime vocalizzazioni non di pianto, ossia suoni simili a cinguettii, pernacchie, gorgheggi. Questi si inseriscono tra i turni linguistici del genitore, come se il bambino rispondesse all’adulto che gli parla. Si creano delle proto-conversazioni, dove il bambino e il genitore alternano suoni e movimenti interagendo faccia a faccia. Questo è anche il periodo in cui compare il sorriso sociale: il bambino sorride riconoscendo la persona a lui famigliare.
Verso le fine del sesto mese il bambino inizia a produrre suoni simili a quelli del linguaggio e, tra i 6 e gli 8 mesi, ha inizio il babbling o lallazione canonica. Si tratta di una produzione caratterizzata dalla ripetizione di sillabe composte dalla stessa consonante, come “babababa” o “mamamama”. Da canonica la lallazione diventa variata: il bambino ripete sillabe diverse in sequenza, come “papata” o “tatanama”.
Dai 9-10 mesi di vita, il bambino inizia a produrre gesti deittici (indicare, mostrare, offrire, chiedere) che esprimono un’intenzione comunicativa. La comparsa dei gesti deittici segna un’importante transizione evolutiva: il passaggio dalla comunicazione non intenzionale alla comunicazione intenzionale, poiché il bambino impara a utilizzare consapevolmente le sue possibilità comunicative per raggiungere determinati obiettivi.
Il bambino utilizza anche gesti referenziali, quali ad esempio fare “ciao” con la mano, scuotere la testa per dire “no, fare il gesto di telefonare, ecc.
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La comprensione delle parole
La capacità di comprendere singole parole contestuali (intorno ai 9-10 mesi) precede la produzione delle prime parole, che si colloca generalmente tra gli 11 e i 13 mesi e segna il passaggio dalla comunicazione gestuale e vocale pre-linguistica al linguaggio vero e proprio. Le prime parole si riferiscono a persone e oggetti familiari oppure azioni abituali per il bambino.
Dopo la comparsa delle prime parole si ha un progressivo ampliamento del vocabolario, che “esplode” intorno ai 18 mesi. Si parla di “esplosione del vocabolario” perché, dopo le prime 50 parole, il bambino acquisisce nuove parole molto più rapidamente fino al raggiungimento di circa 300 parole a 24 mesi.
Lo sviluppo della grammatica
La crescita della competenza lessicale permette lo sviluppo della grammatica, che si realizza attraverso diverse fasi:
- livello olofrastico: aumenta il numero di parole prodotte, ma non vi sono ancora combinazioni di parole. Il bambino utilizza olofrasi (parola-frase), ossia parole singole che assumono il significato di un’intera frase;
- livello presintattico: emergono le prime combinazioni di parole (20-24 mesi), ma gli enunciati di una parola sono ancora prevalenti;
- livello telegrafico: si incrementano rapidamente gli enunciati multiparole, ma la struttura grammaticale è ancora rudimentale (spesso manca il verbo e non vi sono articoli, preposizioni, pronomi…);
- livello grammaticale 1 e 2: il bambino acquisisce il controllo delle principali regole grammaticali negli enunciati semplici e successivamente negli enunciati complessi.
Lo sviluppo della grammatica, che inizia alla fine del secondo anno di vita, prosegue in età prescolare e scolare completandosi attraverso un processo lento e graduale.
È importante ricordare che lo sviluppo del linguaggio è un processo caratterizzato da un‘ampia variabilità interindividuale: le tappe riportate possono variare da bambino a bambino nei modi e nei tempi. Per cui, sebbene sia importante conoscere lo sviluppo tipico del linguaggio per monitorare la maturazione delle competenze comunicative e linguistiche del proprio bambino, non occorre preoccuparsi nel caso di piccole differenze rispetto all’andamento tipico.
Nei prossimi articoli vedremo che esistono dei “campanelli d’allarme” da tenere a mente e in presenza dei quali è consigliabile attivarsi e rivolgersi al pediatra. In questo modo, sarà possibile individuare precocemente eventuali difficoltà e intervenire nella modalità più adeguata rispetto al bisogno del proprio bambino.
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