L’emozione della Vergogna nei Disturbi dell’alimentazione
La vergogna è un’emozione che determina comportamenti, pensieri emozioni specifiche: non si ha più controllo del proprio corpo e della propria mente, ci si sente smascherati, spogliati e inermi davanti all’altro che ci ha “scoperti”. Questa emozione ha lo scopo di tutelare la buona immagine e l’autostima della persona; se eccessiva però può bloccare il soggetto e spingerlo al ritiro sociale, scatenando senso di inadeguatezza e inferiorità.
La vergogna può essere adattiva e funzionale, quando è legata ad una situazione specifica ,soprattutto, quando non è cronica. Diventa, invece, disadattiva quando è caratterizzata da una interiorizzazione di sé come una persona inaccettabile, indegna e manchevole.
Questa emozione può essere il risultato di una valutazione percepita come interna o esterna: quando è interna la persona giudica se stessa in modo negativo e invalidante; quando è esterna la persona si sente giudicata dagli altri, teme lo sguardo altrui.
Intensità e frequenza elevate dell’emozione di vergogna rappresentano fattori di esordio e mantenimento di diverse patologie psicologiche, tra cui i Disturbi dell’Alimentazione. Gli studi condotti su donne con Disturbi dell’Alimentazione fanno registrare livelli di vergogna più ampi rispetto alla semplice preoccupazione relativa ai comportamenti alimentari.In particolare la vergogna esterna, cioè quella centrata sulle credenze degli altri, risulta essere principalmente associata ai sintomi dell’ Anoressia, mentre la vergogna interna, cioè quella legata all’autovalutazione, della Bulimia.Coerentemente con l’immagine corporea ideale promossa dai mass-media, la presenza di emozioni di vergogna per il proprio aspetto fisico sembrerebbe facilitare alcuni fattori che possono predisporre lo sviluppo di un Disturbo Dell’Alimentazione.Inoltre, si è osservato che alcune donne con Disturbo Alimentare possono utilizzare l’orgoglio come strategia per controllare il peso e l’alimentazione, e, in caso di fallimento, provare una vergogna intensa, instaurando dei cicli orgoglio-vergogna che concorrono al mantenimento del disturbo.
Per molte pazienti la restrizione alimentare, il controllo dell’appetito, le modificazioni corporee rappresentano infatti motivo di orgoglio, mentre le abbuffate e la sensazione di perdita o mancanza di controllo sul cibo stimolano emozioni di vergogna e sensazioni di fallimento.La vergogna sembra, dunque, avere un ruolo specifico come attivatore, in quanto nei DCA sembra esserci una vulnerabilità a sperimentare tale emozione e difficoltà nella gestione e riconoscimento della stessa; ma si dimostra anche come la vergogna possa essere fattore di mantenimento del comportamento patologico, paradossalmente attuato nel tentativo di allontanarla.
Ci sono poi anche le esperienze negative infantili, legate sia all’ambiente familiare che al contesto sociale di appartenenza, ad esempio, esperienze traumatiche precoci di vario genere (abusi sessuali, bullismo e stili educativi disfunzionali) che possono favorire una predisposizione alla vergogna associata allo sviluppo successivo di un disturbo alimentare.Pertanto la vergogna può rappresentare un’importante emozione-spia, da considerare con attenzione, anche nella fase di valutazione dei disturbi.
Dott.ssa Laura Caterina Viganò Psicologa
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