La separazione tra genitori e figli nei primi anni: come gestirle
La prima grande separazione tra un figlio e la propria madre avviene al momento della nascita. Quei pochi minuti necessari per la visita medica obbligano questa diade a separarsi per la prima volta e non è un distacco da sottovalutare, tant’è che da diversi anni e in quasi tutti gli ospedali si garantisce il ricongiungimento immediato tra mamma e figlio, qualora le condizioni di salute lo consentano.
Questa prossimità fisica viene garantita per il benessere psico-fisico di entrambi e favorisce, nei mesi a venire, l’instaurarsi di un legame di attaccamento.
Una volta individuata la figura preferenziale di attaccamento (che nella maggior parte dei casi è la madre) si cominciano a intravedere quei comportamenti che rivelano quanto siano significative le separazioni per un bambino, compare infatti l’ansia da separazione.
Non si tratta di qualcosa di patologico, ma semplicemente la resistenza di un bambino a separarsi da colei la quale ha vissuto con lui in un rapporto di totale dipendenza per diversi mesi.
Capiterà dunque che il neonato non voglia lasciarsi andare al sonno, pianga quando si risveglia da solo nel suo lettino, pianga quando affidato ad altre persone, sia per un brevissimo periodo sia per un periodo più lungo come una giornata al nido.
In ogni tipo di separazione dai nostri bambini è necessario rispettare i bisogni e le emozioni di entrambi, affinché queste prime separazioni rappresentino il modello per le separazioni future e diano al bambino una sensazione di sufficiente sicurezza in sé, cioè di poter sopravvivere anche senza la propria madre sempre vicina.
Un bambino non può scegliere se separarsi o meno dalla madre per andare al nido o alla scuola dell’infanzia, ma ha il diritto di esprimere le proprie emozioni.
Il pianto del bambino quando lasciato non necessariamente indica il rifiuto di rimanere in quel luogo, non dobbiamo usare i nostri schemi di pensiero per trarre delle conclusioni.
È necessario cercare di identificare il SUO bisogno.
Riguarda l’educatrice/maestra, il luogo, i compagni, è una reazione all’angoscia della madre o la mamma stessa si sente abbandonata?
Per fare ciò è necessario comunicare, attraverso le parole e gli sguardi.
Dobbiamo ricordare che un bambino recepisce non solo ciò che esprimiamo verbalmente ma anche ciò che comunichiamo a livello non verbale.
Una mamma preoccupata perché convinta che il proprio figlio non sia in grado di reggere questa separazione, comunicherà con i suoi sguardi e con il suo corpo uno stato di tensione e insicurezza che metterà in allerta il piccolo e produrrà un’attivazione ansiosa.
Dunque, come può questa mamma cercare di vivere più serenamente la separazione?
Ogni mamma deve convincersi del fatto che tutti i bambini hanno grandi potenzialità e notevoli capacità di adattamento, ma la loro lettura della realtà e delle situazioni è mediata da quella del genitore. Non ci sono separazioni che un figlio non possa tollerare se gestite con sicurezza, rispetto e legittimazione delle emozioni provate dal bambino.
Pertanto, se un genitore persiste in questa convinzione restituirà a suo figlio l’immagine di un bambino che deve preoccuparsi perché tale separazione è minacciosa, per entrambi.
Qualche suggerimento pratico:
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Mai dire bugie
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Non presentate la separazione come una costrizione se non lo è
Lasciare il bambino per andare al lavoro non necessariamente rappresenta una costrizione per il genitore, in questo caso è bene dire al bambino che ci mancherà ma che siamo felici di andare al lavoro perché ci piace.
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Preparatevi insieme alla separazione, in anticipo!
É importante prepararsi in anticipo; quanto prima dipende dal tipo di distacco.
Se si tratta di piccole separazioni può essere fatto anche il giorno prima, in caso di lunghe separazioni (es.un weekend dai nonni) prepararsi con diversi giorni di anticipo.
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Comunicate con sincerità quanto sarà lunga la separazione
Anche se un bambino non ha ancora chiari i concetti temporali, aiutatelo a comprendere attraverso le routine (es. Ti verrò a prendere dopo la pappa e la nanna del pomeriggio)
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Raccontate delle persone che si occuperanno di lui
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Parlategli di ciò che farà durante la separazione
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Rassicuratelo ad ogni separazione ,anche piccola, circa il fatto che “la mamma torna sempre”
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Raccontategli i vostri sentimenti
Es. “Sono un po’ triste perché mi mancherai. Però penso che poi ci ritroveremo e sarò ancora più contenta perché ci racconteremo cosa abbiamo fatto”
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Parlate del modo in cui vi ricongiungerete
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Raccontate e leggete storie di separazioni dai genitori (es. Zeb e la scorta di baci)
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Trovate un oggetto che possa portare con sé che gli ricordi casa o i genitori (un fazzoletto con l’odore della mamma o papà, un piccolo gioco di casa, un foglietto con disegnato un cuore o lo stampo di un bacio della mamma )
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In caso di separazioni ripetute, come andare a dormire da soli o al nido/scuola: creare rituali prevedibili e non mettere fretta al bambino in quei momenti
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Non lasciare MAI il bambino senza salutarlo
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Ascoltate e accettate le emozioni del bambino: è molto probabile che circolino rabbia, tristezza e paura. Non spaventatevi o arrabbiatevi. Accoglietele!
Approfondisci nel Blog: “Mamma non lasciarmi: il disturbo di ansia da separazione“