La gravidanza: tra cambiamenti e falsi miti
Quali sono i cambiamenti che si verificano durante la gravidanza?
È noto a tutti che la gravidanza produca cambiamenti notevoli sul piano fisico, recentemente è stato anche dimostrato che tali cambiamenti si verificano persino a livello cerebrale.
Uno studio condotto in Spagna ha osservato che le donne in gravidanza vanno incontro a variazioni nella quantità di materia grigia in quelle aree del cervello legate alla cognizione sociale ed in particolare a quelle aree deputate al pensare a cosa sta accadendo nella mente dell’altro.
Questo accade, presumibilmente, per fare in modo che la donna sia preparata a comprendere gli stati mentali del proprio bambino e dunque a poter prevedere e rispondere ai bisogni del nascituro.
Questi cambiamenti, sempre osservati tramite risonanza magnetica funzionale, si protraggo ben oltre la gravidanza e il puerperio e addirittura in alcuni casi permangono fino a due anni dal parto.
Nonostante la scienza ci dia informazioni sempre più dettagliate su ciò che accade in gravidanza a livello fisico, ciò che avviene a livello psicologico appare ancora più complesso da analizzare perché risente anche del contesto socio-culturale in cui siamo immersi.
Quali sono i luoghi comuni e i falsi miti più diffusi sulla gravidanza?
La gravidanza è una fase del ciclo di vita intrisa in modo particolare di luoghi comuni e falsi miti. Frasi come “la gravidanza è il momento più bello della vita di una donna” e “la gravidanza è uno stato di grazia” sono frasi così ricorrenti che sono entrate nella testa di ogni donna sin dalla fanciullezza e hanno via via creato un’aspettativa spesso irrealistica e falsata circa questo evento di vita.
La cultura della gravidanza come un traguardo agognato e non come punto di partenza è dovuto al fatto che essa sia considerata il raggiungimento di un desiderio a lungo posticipato per ragioni lavorative, economiche e di prolungamento dell’adolescenza ben oltre i venti anni.
Tutto ciò porta la nostra società a considerare la maternità come un obiettivo agognato che spesso arriva dopo lunghi tentativi e talvolta anche percorsi di procreazione medicalmente assistita.
La conseguenza è che la donna tenda a sottostimare la portata e l’impatto dei cambiamenti psico-fisici e, dunque, a considerare indicibile ogni disagio psicologico che avverte.
Risuonano come macigni frasi del tipo “che fortuna, devi essere contenta, pensa a quelle donne che non riescono ad avere figli” oppure “ma perché sei triste e insoddisfatta, stai vivendo il periodo più bello per una donna”.
Come se le uniche emozioni ad essere considerate lecite durante la gravidanza siano gioia, soddisfazione, amore e curiosità. Consentita solo qualche paura legata al parto, ma anche in quel caso ci si ritrova a confrontarsi con l’idea che il dolore del parto sia un valore aggiunto e pertanto da sopportarsi senza grosse lamentele e da accogliere come un dono.
Sappiamo, invece, che le emozioni caratteristiche della gravidanza di una donna dipendono molto dal proprio vissuto antecedente la gravidanza e dalle aspettative sue e del contesto familiare allargato.
Possono dunque emergere emozioni di gioia e speranza o emozioni durature e intense di ansia o tristezza. Ed anche nelle situazioni in cui la gravidanza è estremamente desiderata ed è rappresentata positivamente nella propria mente, possono alternarsi gioie e ansie, speranze e delusioni, appagamento e insoddisfazione.
Aiutare le donne a verbalizzare i propri vissuti ed emozioni, qualsiasi colore esse abbiano, senza giudizio o preconcetti consente alla futura madre di approcciarsi in modo più consapevole e funzionale a questo momento della vita, garantendo anche una miglior qualità delle interazioni madre-bambino.
Qualora la donna in gravidanza o i familiari a lei vicino avvertano la presenza di nodi irrisolti e/o di emozioni vissute come spaventanti per la futura mamma, è bene considerare l’intervento dello psicologo per consentirle di affrontare e superare tale difficoltà.
Dott.ssa Laura Caterina Viganò
Psicologa – Psicoterapeuta