La Consulenza Educativa Socio Pedagogica
Cari genitori, oggi vorrei parlarvi di una tematica che mi sta molto a cuore, perché è così sconosciuta quanto importante e ha come tema fondante la relazione educativa. Sto parlando di CONSULENZA EDUCATIVA SOCIO PEDAGOGICA.
Ma chi è il consulente educativo socio pedagogico?
E’ una figura che si occupa di relazione educativa operando in tre ambiti fondamentali:
famiglia: fornisce supporto nei problemi legati alla relazione educativa genitori/figli, si occupa di individuare disfunzionalità a livello educativo( per esempio in caso di separazioni), supporta le condotte pedagogiche relative ai vari cicli di vita(problematiche adolescenziali)
giuridico
scuola: promuove un miglioramento dell’alleanza educativa tra insegnanti, alunni e genitori in caso di problematiche scolastiche , legate a disturbi specifici dell’apprendimento o a bisogni educativi speciali e non, progetta interventi educativi, interviene nella gestione di conflitti tra professori circa tematiche educative.
Come sostiene il Professor Federico Fenzio : “il consulente pedagogico è colui al quale viene chiesto un supporto per migliorare la relazione educativa, individuandone non solo disfunzionalità, ma offrendo anche nuovi orizzonti di risoluzione”( Manuale di Consulenza Pedagogica in Ambito Familiare, Giuridico e Scolastico, pag 11)
Per farvi capire tutto ciò riporto la metafora dell’orologiaio, sempre del Professor Fenzio, il quale paragona la figura del consulente a quella di un orologiaio, che si trova a dover risolvere un problema: quello di gestire e rimediare il mal funzionamento dell’orologio (cioè la relazione educativa). Esso si prende del tempo per osservare gli ingranaggi difettosi, ossia gli elementi della relazione educativa che non lavorano coordinatamente e compromettono il funzionamento del sistema stesso e poi vi lavora sopra, promuovendo il corretto ritorno al funzionamento, anche a costo di opportuni cambiamenti.
La relazione socio educativa
Ovviamente l’orologiaio, cioè il consulente, si muove nell’incognito, così come può essere caotica una relazione educativa di questi tempi di grandi trasformazioni sociali…ma per farlo ha bisogno di analizzare bene ogni apparato, ogni ingranaggio, cioè gli elementi che compongono e costituisco la relazione educativa.
Per il Professor Fenzio sono cinque:
- ASIMMETRIA: definisce i ruoli interni alla relazione educativa. Un lavoro di correzione, nel momento in cui all’interno della relazione educativa emergesse un eccesso di tale componente, consisterebbe nel lavorare sia sul ricentrare e bilanciare il ruolo dell’Educatore sia su una concreta riflessione circa le specifiche modalità di espressione di tal componente( es. linguaggi, approcci relazionali, ecc.) Il cattivo funzionamento di questa componente può verificarsi in due modalità: o in eccesso ( eccessiva rigidità e chiusura da parte dell’Educatore) oppure in difetto( provocazioni, rifiuti, attacchi di ruolo)
- COMPRESENZA DI CODICE MATERNO E PATERNO: parte dal fatto che la relazione educativa consiste in uno scambio reciproco tra Educatore ed Educando( cura e attenzioni da un lato; regole dall’altro) e che essi devono co-esistere ed essere presenti entrambi in una buona Relazione Educativa. Per codice materno si intende l’accoglienza dell’Educando, le attenzioni rivolte lui, gli stimoli ed il clima ottimale per raggiungere alcuni obiettivi della Relazione Educativa Per codice paterno invece, si fa riferimento all’autorevolezza e non all’autorità che un buon Educatore deve mettere in atto, non per imporsi, ma per sottolineare il suo ruolo di guida e punto di riferimento per raggiungere gli obiettivi che intercorrono nella relazione educativa.
- INTENZIONALITA’: intesa come consapevolezza da parte dell’Educatore di svolgere un ruolo cruciale e determinante nella Relazione Educativa, all’interno della quale si pone in ottica metacognitiva ed ha il compito di indirizzare i contenuti della relazione educativa , esaltandoli come specifici ed essenziali. Un Educatore intenzionale deve dare senso a quello che fa ed imparare dalle azioni che si generano internamente la relazione, in quanto “ la potenza dell’educare consiste proprio nella sua capacità di produrre significati a partire da esperienze intenzionalmente confezionate” (Fenzio .,F).
- RESPONSABILITA’ DIREZIONALE: è lo scopo, gli obiettivi posti, il fine ultimo della Relazione Educativa verso il quale si dirige l’azione educativa. Il che implica cambiamenti, costruzione, il lavoro consapevole ed orientato con e per un obiettivo volto al miglioramento.
- CONGEDO
E’ di fondamentale importanza che il consulente educativo socio pedagogico non li interpreti come indipendenti, ma riesca a vedere una chiara connessione tra loro. Infatti, il mal funzionamento di uno di questi, può portare ad una compromissione di tutta la relazione educativa, su cui occorre poi lavorare.
Il lavoro educativo socio pedagogico
Verrà spontaneo a questo punto chiedersi come lavora un consulente educativo socio pedagogico e quali sono le fasi del suo intervento?
- Accoglienza, definizione dei bisogni e dei termini di lavoro( ad esempio ribadire che l’intervento non sarà di natura clinica o psicoterapica, ma che concorrerà nella direzione della relazione educativa)
- Osservazione e colloquio: l’intervento di consulenza porta sicuramente ad un cambiamento. Esso può essere promosso dal Consulente, ma l’artefice, il protagonista di tutto ciò è sicuramente il soggetto o i soggetti che si trovano all’interno della relazione educativa. Il consulente deve essere visto come un professionista dell’educazione, che non deve attuare stravolgimenti, ma deve vedere ed individuare tutto ciò che può essere considerato disfunzionale all’interno della relazione educativa per fornire strategie di miglioramento. Per chiarirci meglio le idee, riprendiamo quello che afferma il Professor Fenzio, quando parla di consulenza pedagogica come di relazione educativa di “ secondo livello”
- viene mantenuta una giusta distanza tra “Educatore ed Educando”, che non risulti poco empatica, ma professionale
- si opera in unione di codice materno e paterno, in quanto essi garantiscono ascolto, comprensione, attenta analisi dei bisogni, direzionalità.
- si fa ricorso all’intenzionalità che lavora sul setting, sui tempi, sulle parole, a partire dai bisogni emersi
- agisce con responsabilità direzionale perché lavora ponendosi obiettivi concreti e coerenti
- presenta il congedo in quanto l’intervento di consulenza educativa socio pedagogica non vuole dilungarsi nel tempo perché l’obiettivo ultimo è quello di autonomia educativa.
Inoltre il colloquio deve fondarsi sul dialogo, deve basarsi sull’ascolto attivo, deve essere contestualizzato, deve mostrare interesse ed essere chiaro, riflessivo e, perché no, riassuntivo degli elementi salienti
- Anamnesi generale per capire la problematica educativa e coglierne gli aspetti principalmente disfunzionali che vi ruotano attorno
- Lavoro sulla relazione educativa, ossia la presa in carico delle disfunzionalità educative( es. eccesso di codice materno e carenza di codice paterno) al fine di introdurre delle strategie risolutive
- Restituzione finale
Spero di essere stata chiara e di avervi aperto prospettive e stimoli nuovi verso questa realtà di sostegno educativo, che trovate come servizio presso il centro Ieled.
A presto con nuovi articoli!
Bibliografia
– Fenzio F., ( 2013) “ Che cosa significa educare? Una bussola per insegnanti, educatori, consulenti pedagogici e genitori”, Ed. Junior, Bergamo
– Fenzio F., ( 2018) “ Manuale di Consulenza Pedagogica in ambito Familiare, Giuridico e Scolastico”, Youcanprint Self-Publishing, Lecce
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