L’iperattività: a mio figlio non si scaricano mai le pile
Cos’è l’iperattività? Che conseguenze ha nella famiglia?
Non è facile per una mamma ammettere di essere in difficoltà, ammettere che in alcuni momenti si è disperate perchè non si riesce a gestire proprio figlio.
Eppure è così, e per alcune mamme è più difficile gestire il proprio bambini.
Ci sono alcuni bambini che sono letteralmente instancabili, bambini che hanno bisogno di essere perennemente occupati nel far qualcosa altrimenti si annoiano o continuano a muoversi spontaneamente.
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Ma andiamo con ordine. L’argomento dell’iperattività in età evolutiva è molto ampio e necessita di alcune precisazioni.
Prima precisazione: cosa si intende per iperattività? L’iperattività di cui parleremo quì e nei prossimi articoli è lo stato di continuo movimento psico-fisico. Ecco che vale la pena distinguere tre tipi di iperattività:
- iperattività “grossolana”: è quella che riguarda l’instancabilità. Riguarda quei bambini che non stanno mai fermi: corrono, si arrampicano, si muovono, si alzano, stanno seduti scomposti nonostante i richiami ecc
- iperattività “fine”: è più difficile da notare ma di certo un genitore sa bene di cosa parlo. In questo caso il bambino non per forza corre a destra e sinistra ma possiamo notare come abbiamo sempre una parte del corpo in movimento, anche se piccola. Troviamo bambini che muovono in continuazione la gambetta sotto il tavolo (non sempre, quindi, questo è un sintomo di ansia), che giocherellano con i capelli mentre fanno i compiti, che hanno sempre una gomma, un temperino, una penna in mano.
- iperattività mentale: quest’ultima è ancora più difficile da notare. Alcuni bambini hanno la testa in continuo movimento, i pensieri viaggiano veloci come la luce. Non fanno in tempo a finire un pensiero che ne hanno già pensato un altro. Non riescono a terminare la frase perché ne hanno già un’altra in testa. Quello che molti dei nostri bambini riportano è: “non è colpa mia, ho la testa piena di cose da dire e non so come fare”. Proprio così, immaginatevi un imbuto dove il collo di bottiglia è proprio la parola. Spesso questi bambini sembrano disorganizzati nel pensiero e nel discorso, spesso passano da una frase all’altra, spesso non finiscono le parole/frasi. Sicuramente la componente impulsiva non li aiuta ma quello che fa la differenza è il pensiero che corre più veloce della parola.
Secondo chiarimento: non tutti i bambini sono iperattivi, alcuni sono semplicemente vivaci.
Come distinguerli? ovviamente la linea che separa queste due definizioni è sottile e, a volte, anche soggettiva. Diciamo che l’indicatore che aiuta a fare questa distinzione è la “contenibilità”. Un bambino iperattivo sembra che non si stanchi mai e che non bastino le ore al parco, la giornata in spiaggia, lo sport pomeridiano ma tornerà sempre a casa con ancora voglia di giocare e correre. Instancabile. Un bambino vivace, invece, si muove magari più degli altri bambini ma riesce, una volta tornato a casa e spostato l’attività su qualcosa di più tranquillo, a dedicarsi ad un passatempo per più minuti. Un bambino iperattivo fa fatica a rimanere seduto a tavola quando fuori a cena, motivo per cui molte famiglie cambiano le proprie abitudini familiari. Alcune mamme faticano ad andare al supermercato perchè i bimbi scappano e corrono per le corsie.
Il mondo del bambino iperattivo è complesso e va capito, prima cosa bisogna capire che non fanno apposta e che spesso è un qualcosa che è più forte di loro
Insomma, non è vero che tutti i bambini sono uguali: alcuni richiedono fatiche e attenzioni in più.