Alla scoperta della sensorialità: perché è importante parlare di integrazione sensoriale?
L’integrazione sensoriale è un processo inconsapevole del cervello che ha lo scopo di organizzare l’informazione proveniente dai sensi: dà significato a quello di cui si fa esperienza, analizzando e selezionando la molteplicità di informazioni che giungono al cervello attraverso i recettori sensoriali. È l’integrazione sensoriale a permettere a ognuno di voi di rispondere alle situazioni circostanti in maniera intenzionale e con reazioni finalizzate a uno scopo, attraverso quelle che vengono definite risposte adattive.
Nello scorso blog, le sensazioni provenienti dai recettori sensoriali, sono state paragonate al nutrimento del sistema nervoso; tuttavia sapete bene quanto sia importante che il cibo, per nutrire il corpo, venga adeguatamente digerito: analogamente, l’integrazione sensoriale è una processazione degli input paragonabile alla digestione.
Leggi anche: Alla scoperta della sensorialità: i sensi non sono solo 5!
Immaginate il cervello nel ruolo di un vigile che dirige il traffico di informazioni sensoriali che arrivano al cervello: individua, classifica e ordina le sensazioni. Quando le sensazioni fluiscono in modo ben organizzato e integrato, il cervello può utilizzarle per creare percezioni, azioni e conoscenze; tuttavia se il flusso di sensazioni è disorganizzato, l’esperienza per il soggetto diventa paragonabile a trovarsi disorientato nel traffico nell’ora di punta.
In sostanza, l’integrazione sensoriale mette tutto insieme, unisce le parti in un tutto. Immaginate un’esperienza quotidiana, ad esempio mangiare una mela o un’arancia: al vostro cervello giungono simultaneamente informazioni provenienti da occhi, naso, bocca, pelle, muscoli… Il cervello digerisce queste informazioni sensoriali, dirige il traffico di sensazioni, mette tutto insieme per creare l’esperienza così come voi la percepite.
L’integrazione sensoriale quindi trasforma le sensazioni in percezioni, ovvero dà significato agli impulsi elettrici provenienti dai recettori sensoriali costruendo una cornice in cui i diversi input sono organizzati e in relazione fra loro.
Ma quando comincia il processo di integrazione sensoriale nell’infanzia? E come si sviluppa con la crescita?
L’integrazione sensoriale inizia già nell’utero, quando il cervello del feto fa esperienza dei movimenti del corpo della madre. La funzione di integrazione sensoriale si sviluppa secondo un ordine naturale, ogni bambino segue essenzialmente la medesima sequenza; alcuni bambini si sviluppano più velocemente e altri più lentamente, ma seguono più o meno lo stesso percorso.
Nei primi sette anni di vita, l’attività primaria del cervello è proprio quella di integrare le informazioni provenienti dalle differenti esperienze che fa il bambino; per questo i primi sette anni sono chiamati gli anni dello sviluppo sensori-motorio. In questa età i bambini non hanno pensieri astratti riguardo alle cose, si dedicano piuttosto a sentirle e a muovere il corpo in relazione a quelle sensazioni: le loro risposte adattive sono più muscolari e motorie che mentali.
Nei primi due anni di vita, l’integrazione sensoriale di cui il bambino fa esperienza gli permette di raggiungere importanti traguardi motori (controllo del capo, postura seduta, gattonamento, alzarsi in piedi, camminare…). Attraverso il gioco, i bambini fanno esperienza di molteplici stimoli e cominciano a organizzare le sensazioni corporee e gravitazionali insieme agli stimoli visivi e uditivi: ciò pone le basi per l’apprendimento futuro di abilità complesse, quali la lettura o la scrittura.
Quando il bambino cresce, le reazioni mentali e sociali sostituiscono in parte l’attività sensori-motoria; tali funzioni complesse del cervello sono comunque basate sulle fondamenta dei processi sensori-motori, pertanto l’organizzazione efficace di tali processi nei primi sette anni di vita condizionerà la capacità del bambino di apprendere abilità mentali e sociali.
Per un bambino crescere vuol dire rispondere alle sensazioni con risposte adattive più mature e complesse: ciò gli procura soddisfazione e divertimento,pertanto ricercherà spontaneamente sensazioni che aiutano l’organizzazione del cervello. Questo è uno dei motivi per cui i vostri figli desiderano essere abbracciati o amano correre, saltare e giocare: le sensazioni di movimento nutrono il loro cervello!
Vi siete chiesti quali siano le conseguenze di una difficoltà nell’integrazione sensoriale?
L’integrazione sensoriale non è un tutto o nulla, è una funzione che è sempre presente ma che può essere più o meno organizzata: alcuni soggetti hanno un’integrazione sensoriale molto buona, altri modesta e altri ancora povera. Se la difficoltà di integrazione sensoriale ha un impatto significativo sulla quotidianità e interferisce in molte aree del funzionamento è necessario prendere in carico la difficoltà come disturbo di integrazione sensoriale.
I disturbi di integrazione sensoriale non sono evidenti o visibili, ma possono causare molti problemi: ad esempio possono provocare disturbi di apprendimento a scuola in bambini intelligenti, oppure possono essere la causa di disturbi di comportamento in bambini esposti a un’educazione adeguata.
Nei neonati, è possibile osservare alcuni sintomi precoci che possono essere riconducibili a difficoltà nell’integrazione sensoriale quali assenza di rotolo o gattonamento alla stessa età degli altri bambini. Talvolta possono acquisire competenze secondo le tappe di sviluppo attese per i primi anni, poi con la crescita presentano una motricità impacciata, cadono spesso, non riescono ad andare in bicicletta o hanno difficoltà a imparare ad allacciarsi le scarpe. In età prescolare, possono avere un ritardo nello sviluppo del linguaggio o mostrare poco interesse per attività quali puzzle, colorare, ritagliare; è possibile che abbiano comportamenti iperattivi o evitanti, con manifestazioni emotive amplificate. Inoltre possono mostrare difficoltà nel gioco con i coetanei o scegliere oggetti inconsueti per giocare, magari rompendoli spesso accidentalmente. Talvolta lo sviluppo dei bambini appare analogo a quello dei coetanei, ma poi, nel contesto scolastico, emergono difficoltà attentive o di apprendimento: infatti, quelle che gli insegnanti definiscono le basi della didattica-lettura, scrittura e aritmetica-sono processi complessi che possono svilupparsi a condizione che il bambino abbia una buona integrazione sensoriale.
Ciascun bambino potrebbe mostrare sintomi differenti, senz’altro però, con la crescita e il progressivo aumento delle richieste ambientali, la presenza di una difficoltà di integrazione sensoriale determinerà un aumento delle difficoltà del bambino nella quotidianità portando nel tempo a vissuti emotivi di ansia, rabbia e impotenza. Spesso i bambini, pur non comprendendo la causa delle loro fatiche, ne sono consapevoli e, se non supportati, rischiano di sentirsi diversi dagli altri e quindi meno capaci.
Attualmente, non c’è un esame medico che consenta di individuare una difficoltà di integrazione sensoriale; nella maggior parte degli esami e dei test, i medici non sono in grado di rilevare la funzionalità dei processi di integrazione sensoriale. Una terapista formata sulla teoria di integrazione sensoriale, invece, attraverso un’osservazione mirata di gioco e comportamento, potrà valutare il profilo sensoriale del bambino e individuare precocemente la natura delle difficoltà.
Pertanto è importante che voi genitori siate a conoscenza dell’importanza e del funzionamento dei processi di integrazione sensoriale, cosicché possiate osservare i vostri figli e i comportamenti che riflettono la loro attività cerebrale. Rendervi conto di eventuali difficoltà vi permetterà di supportarli precocemente individuando le cause sottostanti le loro difficoltà e consentendo loro di migliorare le competenze in cui sono carenti!
L’integrazione sensoriale ricopre dunque un ruolo cruciale nella quotidianità dei vostri bambini, permettendo loro di interagire efficacemente con l’ambiente attraverso risposte adattive funzionali. Durante i primi anni di vita, l’integrazione sensoriale avviene nel muoversi, nel giocare, nel parlare… ponendo le basi per lo sviluppo futuro di funzioni più complesse, come leggere e scrivere o avere un comportamento sociale adeguato.
Perciò osservate i vostri bambini, prestate attenzione a sintomi e comportamenti che possano essere riconducibili a una scarsa integrazione sensoriale: potrete così intervenire precocemente per supportarli nello sviluppo!
Immagino che l’argomento della sensorialità vi stia coinvolgendo sempre più, perciò continuate a seguire il blog e condividetene i contenuti con amici e colleghi!
Nel prossimo articolo, leggerete teorie ed esempi per spiegare i concetti di ipo/iper reattività agli stimoli e di ricerca/evitamento degli input sensoriali. Avrete tutti gli strumenti per analizzare il vostro profilo sensoriale personale e vi accorgerete delle caratteristiche soggettive che contraddistinguono voi e i vostri bambini!
Bibliografia
Ayres J. A., Il bambino e l’integrazione sensoriale, Frascati (RM), Giovanni Fioriti Editore, 2012
Prenota una visita al Centro Ieled
Se volete avere maggiori informazioni o prenotare una visita in una selle nostre sedi cliccate qui per andare alla pagina dei Contatti
- Milano: Via Donati, 12 tel. 02 30453340
- Meda: Viale Francia , 15 tel 0362 1804160
- Rho: Via Crocifisso, 24 tel 02 30453345
- Pavia: Via Riviera, 12 tel 0382 1891060