Laboratorio “impariamo giocando”
Genitori e insegnanti spesso si scontrano con la necessità di rendere più coinvolgente e divertente l’approccio alle diverse materie scolastiche affinché i bambini possano partecipare più attivamente al proprio processo di apprendimento.
Alla luce di questo bisogno, è nata l’idea di creare un laboratorio dal nome “Impariamo giocando”, oggi giunto alla seconda edizione.
In cosa consiste?
Il centro IELED di Meda propone un percorso di 5 incontri durante i quali verranno affrontate in modo interattivo e ludico materie quali la storia, l’italiano, l’inglese, la matematica e la geografia. Inoltre, in ogni giornata, i bambini avranno la possibilità di costruire uno strumento personalizzato a tema che potranno utilizzare durante la loro attività di studio.
Qui di seguito viene riportato un anticipo delle attività che verranno svolte durante gli incontri.
Lo storico perfetto: impareremo a collocare nel tempo gli eventi storici più importanti attraverso missioni da risolvere.
Amici righelli: impareremo, insieme a nuovi compagni di viaggio, a sottolineare il testo della tua storia preferita e non solo.
Funny English: impareremo a memorizzare più rapidamente i vocaboli in lingua inglese attraverso cruciverba e giochi di gruppo.
Matematica in gioco: impareremo a risolvere in modo più efficacei problemi attraverso misteriosi enigmi.
Piccoli esploratori: impareremo come orientarci nello spazio con carta, colori e molta fantasia.
Perché iscriversi?
Attraverso un contesto di gruppo e di gioco, il laboratorio mira a promuovere un atteggiamento positivo rispetto allo studio, anche laddove gli argomenti scolastici risultano essere complessi e apparentemente poco coinvolgenti. Inoltre, ha l’obiettivo di trasmettere l’idea che è sempre possibile personalizzare il proprio studio realizzando con creatività strumenti ad hoc in grado di rispondere alle diverse necessità.
Se pensi che questo laboratorio possa essere il posto giusto per te, ecco la locandina riportante tutte le date degli incontri, i destinatari e i dettagli per richiedere maggiori informazioni!
Alla scuola primaria sempre più alunni hanno difficoltà di apprendimento nell’ambito logico-matematico, manifestando fragilità nell’area numerica e di calcolo e, molto frequentemente, nella soluzione di problemi. Queste difficoltà vengono spesso erroneamente identificate tutte come quadri di possibile discalculia, mentre in realtà coinvolgono processi e competenze differenti a livello neuropsicologico.
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La soluzione dei problemi, infatti, è un processo a sé stante, che coinvolge diverse competenze. Nella risoluzione di problemi matematici rientrano sia abilità generali di comprensione dei testi verbali che abilità specifiche di comprensione dello schema matematico vero e proprio.
Passolunghi, Cornoldi e De Liberto (1999) hanno inoltre rilevato come i solutori di problemi matematici meno abili abbiano, in compiti che valutano la memoria di lavoro, un ricordo più elevato di informazioni irrilevanti rispetto a quelle rilevanti. Questi studi mettono in luce, inoltre, come il ruolo dei meccanismi di aggiornamento delle informazioni (updating) sia fondamentale nella soluzione dei problemi matematici.
È bene specificare che il processo di problem solving per avvenire correttamente deve essere posto, per tutto il suo svolgimento, sotto un attento controllo da parte dell’individuo. In generale, diversi studi hanno confermato lo stretto legame tra delle buone competenze metacognitive e la qualità dell’apprendimento matematico (Lucangeli, Cornoldi e Tellarini, 1997; Lucangeli e Cabrele, 2006).
Secondo il modello unitario (Lucangeli et al, 1998), le 5 componenti che caratterizzano il processo di risoluzione di problemi sono:
- comprensione della situazione problema attraverso l’identificazione e l’integrazione delle informazioni verbali/aritmetiche;
- rappresentazione delle informazioni mediante uno schema in grado di strutturarle e integrarle;
- categorizzazione del problema in base alla struttura profonda (operazioni necessarie per risolvere il problema stesso);
- pianificazione delle procedure e delle operazioni;
- monitoraggio e valutazione della correttezza della procedura.
Le difficoltà del singolo alunno, quindi, possono essere legate a fatiche in una o più fasi del processo risolutivo, oppure derivare da fragilità a carico della comprensione verbale, della memoria di lavoro o nelle funzioni esecutive in generale e non sempre tali fatiche sono imputabili ad un disturbo specifico.
Nelle abilità di risoluzione dei problemi matematici, inoltre, gioca un ruolo importante anche il sistema di convinzioni e aspettative che il soggetto ha sulla matematica. Ci sono, infatti, false credenze che si possono riscontrare già nei bambini in terza primaria, come ad esempio “la difficoltà del problema è determinata dalla grandezza e dalla quantità di dati presenti”, oppure “tutti i problemi possono essere risolti applicando una o più operazioni aritmetiche” o “l’operazione da eseguire è determinata dalle parole chiave, che di solito sono presenti nell’ultima frase” ecc.
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È importante, dunque, tenere conto di tutti gli aspetti implicati nella risoluzione del problema aritmetico per poter individuare l’origine della difficoltà. Se la difficoltà nel problem solving si manifesta in bambini con Disturbo Specifico di Apprendimento (o altro BES, Bisogno Educativo Speciale) è opportuno approfondire la natura di tali fatiche, affinché si possa consentire all’alunno di compensare tale fragilità ed individuare opportune modalità esecutive, che siano maggiormente indicate per l’individuo, attuando una corretta personalizzazione della didattica.
Bibliografia
Butterworth B, Yeo D Didattica per la discalculia. Trento, Erickson (2004)
De Candia C, Cibinel N, Lucangeli D Risolvere problemi in 6 mosse. Trento, Erickson (2009)
Lucangeli D, Poli S, Molin A L’intelligenza numerica. Trento, Erickson (2003)
Passolunghi MC, Bizzaro M Risolvere problemi aritmetici. Trento, Erickson (2005)
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