Il Trattamento delle emozioni in terapia cognitivo-comportamentale
Abbiamo parlato spesso di emozioni , ossia processi che tutti noi sperimentiamo. Originano da una rete di strutture corticali e sottocorticali definite “sistema limbico”, sito nel nostro cervello, e hanno tutte dei correlati fisiologici. L’ansia e la paura, per esempio, implicano dilatazione pupillare, sudorazione, aumento del battito cardiaco e così via.
Quando viviamo un’emozione, è segnale che sta accadendo qualcosa che ci riguarda e le emozioni ci preparano a gestire questo “qualcosa”.
In psicoterapia le emozioni sono uno dei primi oggetti di intervento, poiché spesso le persone presentano una serie di pensieri e credenze a riguardo: vorrei eliminare l’ansia, la rabbia è sbagliata, essere tristi è per deboli… Queste credenze sono spesso legate a stereotipi e pregiudizi culturalmente influenzati.
Pertanto, le emozioni sono importanti e ci aiutano a sopravvivere e a orientarci nella nostra quotidianità.
In psicoterapia si mostra ai pazienti e alle pazienti che il “problema” nasce quando le emozioni iniziano a essere disfunzionali, ossia quando:
- Si protraggono per un tempo eccessivo
- Sono generalizzate a più contesti
- Sono eccessivamente intense
Nel primo punto infatti non si verifica ciò che normalmente è tipico delle emozioni: esse hanno un inizio, un picco e una fine e questa fine sopraggiunge in pochi minuti. Il nostro corpo non è fatto per reggere le emozioni troppo a lungo, poiché richiedono molte energie attentive, cognitive e a lungo andare il corpo si stanca. Per esempio, nel momento in cui apriamo un regalo che ci piace molto e ci sorprende, l’emozione della sorpresa non è fatta per durare una settimana. Siamo sorpresi per i primi istanti, non per un’intera giornata! Lo stesso vale per qualsiasi emozione, piacevole o spiacevole che sia.
Il secondo caso riguarda invece l’attivazione di emozioni in contesti che non la riguarderebbero propriamente: per esempio sono in ansia a scuola, a casa, quando vado a dormire, al cinema e così via. Allo stesso modo del primo punto, il nostro corpo non è fatto per reggere tali quote emotive in così tanti contesti, anche contesti che normalmente non ci farebbero stare in ansia, seguendo l’esempio.
Il terzo punto riguarda il mantenimento dell’emozione nel suo picco: non si abbassa più. Oppure si abbassa ma ritorna nel picco nuovamente in breve tempo. Come nei casi precedenti, la conseguenza più immediata è sentire stanchezza, logoramento, fatica. Il nostro corpo non è fatto per reggere le emozioni nel loro picco continuamente.
In psicoterapia questi tre punti sono trasmessi ai pazienti e alle pazienti allo scopo di mostrare loro come le emozioni disfunzionali siano il segnale che qualcosa non va. Questo “qualcosa” va capito e approfondito per stare meglio e far tornare le emozioni alla loro naturale fenomenologia.
Diventa quindi importante capire:
- Quali eventi stimolano l’emozione disfunzionale?
- Quali pensieri in quegli eventi ci fanno sentire così?
- Cosa sentiamo nel corpo?
- Quali emozioni percepiamo? Con quale intensità?
- Come ci comportiamo con quell’emozione così disfunzionale? Cosa facciamo?
- Quali sono le conseguenze di tutto ciò?
- Cosa possiamo fare e pensare di diverso per stare meglio?
Le emozioni sono tantissime. Quindi un altro lavoro in terapia è imparare a riconoscerle e discriminarle per capire quale stiamo sentendo davvero. Infatti sarebbe complicato se fossimo convinti di provare ansia, laddove in realtà stiamo sperimentando rabbia. Poiché nella nostra cultura manca una reale educazione emotiva o insegnamenti sulle emozioni, non è raro che molte persone confondano tra loro le emozioni. A volte effettivamente non è così semplice distinguerle: per esempio, quando piangiamo, possiamo essere arrabbiati, felici, spaventati, tristi. Oppure tutte queste emozioni insieme. È importantissimo capire come stiamo e cosa proviamo, è il punto di partenza in terapia per capire davvero come funzioniamo.
BIBLIOGRAFIA
Balestrieri A. (2022). Conoscere le emozioni: un viaggio alla scoperta di noi stessi. Milano, Independently published.
A cura di: Dott.ssa Silvia Bosio psicologa presso il centro Interapia di Saronno