Il Gioco è una cosa seria – Come si sviluppa il gioco nel bambino
Il gioco è una cosa seria: affermazione paradossale o verità poco conosciuta?
“Il gioco offre occasioni adatte ad irrobustire il corpo, a perfezionare la mente, a sviluppare la personalità e ad acquisire indipendenza dall’altro. E’ dunque necessario al bambino quanto il cibo, l’affetto e il prendersi cura di lui in maniera protettiva.” (M. D. Sheridan)
Tutti i più importanti documenti internazionali affermano il diritto al gioco del bambino, che viene proclamato come bisogno prevalente e vitale dell’infanzia, motivato da esigenze e implicazioni di ordine fisiologico, psichico, spirituale e sociale e basato sul riconoscimento della pienezza umana in ogni fase della vita. Gli studiosi considerano il gioco un importante fattore di sviluppo perché permette al bambino di sperimentare prima, e di consolidare poi, nuove competenze motorie, cognitive, sociali e affettive.
Il gioco, per il bambino, non è un semplice passatempo, ma è la sua attività principale. Giocando, il bambino può conoscere, comprendere, ordinare e interiorizzare ogni nuova esperienza, attraverso l’esplorazione degli oggetti e la sperimentazione attiva. A livello motorio, il bambino impara a controllare l’intero corpo, i movimenti e a coordinare i gesti. A livello cognitivo, il gioco favorisce lo sviluppo della memoria e dell’attenzione e promuove le capacità di concentrazione, confronto e di utilizzo degli schemi percettivi. A livello socio-affettivo, il gioco è uno strumento che consente al bambino di conoscere, controllare e gestire le frustrazioni che vengono sollecitate dalla vita sociale, e quindi di interpretare i propri bisogni soggettivi, dare loro una forma progettuale e mediarli con quelli degli altri.
Come si sviluppa il gioco nei bambini?
In presenza di condizioni favorevoli e materiale appropriato, il bambino si dedica spontaneamente nel corso dello sviluppo a tipologie diverse di gioco. L’attività ludica comincia già dai primi mesi di vita. Sin dalla nascita, il bambino si dedica al gioco esplorativo, utilizzando soprattutto il proprio corpo e quello della mamma. Il gioco è finalizzato alla ricerca di sensazioni piacevoli che arricchiscono il senso di sé che si sta progressivamente formando (es: osserva i volti, imita le espressioni facciali, agita mani e gambe, produce vocalizzazioni, esplora gli oggetti portandoli in bocca).
Verso il primo anno di vita, il bambino è in grado di comprendere i rapporti causa-effetto e realizza attività di carattere ripetitivo per sperimentare l’uso degli oggetti (gioco funzionale). Le attività predilette sono realizzate con oggetti semplici, che stuzzicano la naturale fantasia del bambino (es: scatole, palle, stoffe).
Dal secondo anno di vita, il bambino inizia a prendere coscienza della separazione dalla mamma, e quindi deve far fronte alle paure di abbandono. In questa fase, subentra il cosiddetto “oggetto transizionale”: un oggetto che assume un significato privilegiato di fiducia e sicurezza e viene offerto al bambino dalla principale figura di accadimento (es: mamma) quando si assenta. Nel bambino, inizia a consolidarsi una vera e propria attività ludica, in quanto egli comincia ad utilizzare gli oggetti in maniera simbolica e rappresentativa, riproducendo azioni non direttamente avvenute o trasformando la realtà in svariati modi. I giochi prediletti sono “il fare finta di…” (gioco simbolico).
Dai tre anni, iniziano a compiersi i primi giochi di socializzazione: il bambino dimostra interesse nel giocare con gli altri, tende ad imitare il loro comportamento, a condividere materiali e ad assumere un ruolo (gioco cooperativo). I giochi prediletti sono quelli che mettono in scena attività ed eventi familiari abituali (es: la cucina, il dottore).
Dai sei anni e con l’ingresso a scuola, i giochi si svolgono in gruppo e diventano sempre più strutturati e caratterizzati da regole. Questo fa si che il bambino impari a stare con gli altri, ad autocontrollarsi e a rispettare i limiti che garantiscano il buon funzionamento dell’attività. Il gioco è l’attività che meglio di qualsiasi altra mette in contatto il bambino con il proprio mondo interno ed esterno, favorendo la socializzazione verso i coetanei e gli adulti.
Il gioco e le attività di socializzazione tra genitori e figli risultano essere un buon indicatore per valutare il grado di benessere del bambino e la qualità delle relazioni familiari. La capacità dei genitori di giocare con i propri figli è sicuramente un buon indice di armonia familiare e garantisce una sensazione di benessere psico-fisico per il bambino. Coinvolgere in prima persona i genitori e tutte le figure di riferimento che si occupano del bambino risulta essere, quindi, fondamentale. I bambini reagiscono con entusiasmo alla disponibilità dei genitori a giocare con loro: scoprire che essi sono interessati e coinvolti in una loro attività è motivo di grande felicità ed è un modo che consente loro di rafforzare il senso di sicurezza e protezione.
Ecco alcune indicazioni per condividere il gioco con i propri figli e per dare loro l’opportunità di misurare e sviluppare le proprie risorse e le proprie potenzialità.
- Ritagliarsi del tempo da dedicare esclusivamente all’interazione con il bambino, senza altre distrazioni.
- Creare opportunità di gioco sociale (es: cantare canzoni, leggere libri, mimare, giocare a turno).
- Dare importanza all’attività ludica del bambino e condividere l’entusiasmo per le nuove scoperte e conquiste.
- Fornire materiali di gioco adeguati all’età.
- Evitare un eccessivo uso di tv e videogiochi, ma anche un eccessivo carico scolastico e di impegni extrascolastici.
- Gestire in modo coerente i comportamenti del bambino, insegnando l’educazione e ponendo limiti precisi.
- Favorire lo sviluppo delle relazioni con gli altri (es: condividere e passare giocattoli, rispettare il turno, fare richieste, frequentare parchi).
Risulta, quindi, necessario garantire e restituire ai bambini il tempo e lo spazio per dare libero sfogo a tutte le loro pulsioni interne e per costruire legami di intimità e comunicazione con le persone per lui più importanti attraverso il gioco.