Il distacco tra genitori e figli in ADOLESCENZA
Negli articoli precedenti abbiamo affrontato il tema del distacco tra un genitore ed il proprio figlio nei primi anni di vita.
Abbiamo analizzato quanto siano rilevanti e quale grande impatto emotivo abbiano su entrambi gli attori in gioco.
Tuttavia il distacco tra genitore e figlio rappresentano una costante di tutta la vita, estrinsecandosi con modalità e tempi differenti.
Questo tema diventa assai caldo in adolescenza quando il bisogno del figlio di distacco dal genitore diviene un’esigenza improrogabile e di fondamentale importanza per consentire al figlio di sperimentarsi come individuo portatore di una propria identità, ben distinta da quella del genitore.
Nella pratica clinica con adolescenti assisto costantemente a genitori in grossa difficoltà nel gestire gli allontanamenti e i riavvicinamenti dei propri figli.
Molti genitori sentono di non poter/dover concedere al figlio una libertà che temono non sia in grado di gestire. Nella maggior parte dei casi però sono le paure dei genitori a ritornare in scena e non tanto i limiti del ragazzo.
Altri genitori tendono a sbilanciarsi sul versante del permessivismo, concedendo dei gradi di libertà eccessivi. Questo accade spesso per la paura delle eventuali conseguenze di un “no”. Molti genitori temono di perdere l’amore dei propri figli se impongono dei limiti a loro sgraditi.
Trovare un equilibrio tra questi poli non è certo un compito semplice.
Implica l’assunzione di rischi.
In un caso il rischio di enfatizzare i comportamenti oppositivi tipici di questa fase del ciclo di vita, nell’altro di impedire al ragazzo la possibilità di trovare dei “paletti” da poter abbattere per rivendicare la propria identità e le proprie esigenze.
Oltre a ciò, I’assunzione quotidiana di rischio relativo alle situazioni potenzialmente pericolose alle quali un figlio adolescente può esporsi durante le fasi di distacco.
Tutto sembra così difficile durante l’adolescenza dei propri figli, in realtà le basi di come gestire questi movimenti di allontanamento e riavvicinamento sono state gettate molti anni prima e riguardando a quei primi anni con uno spirito di analisi privo di giudizio possiamo riconoscere parti di noi e dei nostri figli che si stanno mettendo nuovamente in scena.
Un’analisi retroattiva finalizzata alla comprensione del funzionamento genitore-figlio, può consentire di percepirci meno impreparati ad affrontare questa nuova fase, di avvertire il figlio davanti ai nostri occhi più prevedibile e non un piccolo estraneo che non c’entra più nulla con il nostro bimbo.
I genitori affrontando l’adolescenza dei propri figli devono consentire e partecipare attivamente a quel fondamentale processo di separazione-individuazione.
Tale processo deve permettere al figlio di allontanarsi dai genitori per poter scoprire e affermare la propria identità, ma non è qualcosa che riguarda solo il ragazzo. Perché questo processo possa sviluppasi in modo sano e funzionale è necessario che anche i genitori vi partecipino attivamente cercando di raggiungere un equilibrio tra due compiti opposti: da un lato favorire il cambiamento e l’indipendenza emotiva (quindi “separarsi” dall’adolescente e dunque un po’ “dividersi”), ma dall’altro restare uniti e solidi come coppia genitoriale per poter rappresentare una “base sicura” da cui partire per nuove esperienze e un “porto sicuro” in cui tornare nei momenti di difficoltà.
Se ci pensiamo bene questi movimenti tra genitore e adolescente poco si discostano da quelli che si osservano tra genitore e bambino.
Si tratta sempre di bisogno di esplorazione che si alterna al bisogno di protezione tornado alla “base sicura” quando ci si percepisce vulnerabili o in pericolo.
Osservare questi movimenti con il proprio bambino spesso appare più semplice e lineare.
In adolescenza tutto si confonde e le sollecitazioni a cui la famiglia è sottoposta sono così intense da confondere e far perdere di vista questo bisogno.
Ciò accade perché con un figlio adolescente i bisogni sono costantemente “mascherati”.
I comportamenti messi in atto sembrano raccontar l’opposto di ciò che un figlio necessita.
Siamo chiamati costantemente al compito di decriptare il messaggio del nostro adolescente.
Utilizzare come griglia di lettura quella sopra esposta ci permette, da genitori o da addetti ai lavori, di ri-focalizzarsi sul bisogno seppur nascosto del ragazzo.
Approfondisci nel blog: “Ma cosa passa per la testa degli adolescenti?“