Il disegno infantile e il suo significato evolutivo (da 0 a 4 anni)
Perché è importante il disegno infantile nei primi anni di vita? E soprattutto perché è strettamente correlata allo sviluppo neuro psicomotorio del bambino?
Durante i primi anni di vita, i bambini perdono molto tempo a scarabocchiare, sporcandosi spesso le mani di colore, i vestiti o la superficie del tavolo dove disegnano; spesso questa attività può apparire inutile, dotata di poco significato.
In realtà lo “scarabocchio” rappresenta una vera e propria fase nell’evoluzione grafica e, più in generale, in quella neuro psicomotoria del bambino.
Lo scarabocchio infatti, rappresenta innanzitutto per il bambino una modalità espressiva e di interazione con il mondo circostante, un modo cioè per affermare sé stesso e comunicare con l’esterno.
Lasciare una traccia grafica determina nel piccolo un piacere visivo e cinetico: eseguo un gesto con il braccio e questo diventa visibile attraverso il segno grafico. Ben presto questa attività viene associata all’intenzione di lasciare una traccia, generando autocompiacimento nel bambino e, di conseguenza, generando in lui uno stato di benessere.
Per Approfondire: “Disegno: un linguaggio a colori“
Il disegno infantile e lo “scarabocchio”?
Lo scarabocchio è la prima manifestazione del disegno infantile, che gli consente di sviluppare le prime competenze che gli saranno utili per la scrittura. Questo termine implica un’insieme di forme e significati che cambiano in base all’età del piccolo e al suo carattere, all’individualità e unicità che lui rappresenta (è infatti, come detto poco fa, una modalità espressiva).
È proprio questa modalità grafica che accompagna il bambino dai 18 mesi fino ai quattro anni, età in cui le immagini sostituiranno lo scarabocchio.
Come evolve lo scarabocchio?
L’epoca dello “scarabocchio” attraversa diverse tappe, che cambiano ed evolvono di pari passo con lo sviluppo del bambino.
A 12 mesi infatti, il piccolo può essere attratto dall’attrezzo grafico ed esprimere i primi tentativi grafici tentando di colpire il foglio; poiché non è ancora in grado di far scivolare la matita, spesso l’esperimento fallisce.
A 18 mesi, invece, il bambino raggiunge un maggiore controllo motorio, pertanto inizia ad eseguire delle tracce, realizzate spesso in ordine casuale sul foglio.
Nelle prime fasi di sperimentazione grafica (16-18 mesi), lo scarabocchiare rappresenta una forma di piacere fine a sé stesso, di gioco. È importante precisare che il bambino impara a realizzare tracciati diversi e via via più complessi grazie a due atteggiamenti opposti ma fondamentali: da un lato il piccolo ama ripetere lo stesso tema per il piacere di osservare un elemento famigliare e di ricevere una “conferma” di essere in grado di eseguire quel tipo di traccia; dall’altro, invece, inserisce delle variazioni al tema, vivendo l’emozione di sperimentare cose nuove.
Con i due anni di età, compaiono i primi scarabocchi circolari, mentre a tre anni il bambino esegue anche delle linee verticali. Quest’ultima tappa, secondo alcuni studiosi, si associa ad una maggiore presa di coscienza di sé; inoltre è proprio in questa fase che spesso emergono anche le prime intenzionalità rappresentative: il bambino traccia degli scarabocchi attribuendo loro dei significati (es. un tracciato circolare può rappresentare la casa).
È solo verso i quattro anni che compare il disegno infantile, con il bambino che inizia a raffigurare delle immagini, unendo due o più forme e creando delle figure complesse simili a quelle presenti nella realtà (in questa fase, la casa può essere rappresentata da un triangolo posto sopra ad un quadrato). È qui che si conclude la fase dello scarabocchio e viene introdotta la fase di realismo mancato, caratterizzata dalla presenza di vere e proprie immagini.
Scarabocchio e significato evolutivo (ossia, a cosa serve il disegno infantile e come sostenerlo)
Lo scarabocchio, come già accennato, ha innanzitutto un significato espressivo e personale: è indice sin dalle prime fasi della diversità di ogni bambino, data dal suo temperamento, dal suo carattere. La traccia grafica quindi costituisce un’espressione immediata e non ancora dotata di un significato; come tale, ci mostra come il bambino si atteggia e si relaziona alla realtà. Ad esempio, ci può essere chi realizza degli scarabocchi con tratto leggero e occupando poco spazio e chi, invece, occupa tutto lo spazio-foglio esercitando molta pressione sul foglio con la matita; nel primo caso con molte probabilità si tratterà di un bimbo dal carattere tranquillo, pacato; nel secondo, al contrario, si può ipotizzare un carattere vivace e irruento.
Il disegno infantile, tuttavia, è utile al bambino non solo come canale espressivo; consente infatti di coinvolgere ed allenare molteplici competenze che coinvolgono alcune aree di sviluppo:
Controllo coporeo e coordinazione oculo-manuale
L’attività grafica costituisce una delle prime forme di allenamento oculo-manuale, in cui è necessario orientare la matita in modo corretto, direzionarla verso il foglio, compiere dei movimenti di braccia-mani-dita in modo controllato e sempre più fluido. Per svolgere queste azioni è importante avere un adeguato controllo del tronco e del capo, che deve stare eretto, al fine di poter controllare visivamente i movimenti che si compiono con l’arto superiore.
Percezione e consapevolezza corporea
Lasciare traccia attraverso il movimento, induce il bambino ad associare lo scarabocchio come conseguenza del suo agire corporeo (circa 6 mesi dopo l’inizio della produzione grafica); pertanto quest’evento lo porta a potenziare il controllo dei movimenti del braccio e a variare i suoi gesti per ottenere tracciati diversi, determinando una maggiore consapevolezza di come “usare” il proprio corpo.
Competenze spaziali
All’interno dello spazio-foglio (e non solo), il bambino inizia a sperimentare ed apprendere i concetti di alto-basso, dentro-fuori, linee chiuse o aperte, le forme geometriche fondamentali (cerchio, triangolo, quadrato).
Lateralità
Il bambino inizia via via a orientare la preferenza di una mano attraverso cui afferrare la matita per tracciare gli scarabocchi, sviluppando una dominanza sempre più netta.
Competenze espressivo-simboliche
Il disegno, essendo un canale espressivo, non solo canalizza le pulsioni emotive del bambino e genera in lui piacere e gratificazione, ma gli consente di riportare in maniera libera ciò che esperisce e assorbe dall’ambiente esterno, stimolando la capacità rappresentativo-simbolca.
Come sostenere il disegno infantile
Al fine di sostenere il disegno infantile, è possibile adottare alcuni piccoli accorgimenti:
1) Affiggere dei fogli grandi per terra oppure alla parete o ancora su un cavalletto, al fine di favorire il controllo motorio partendo da posture diverse.
2) Utilizzare diversi “oggetti” con cui realizzare delle tracce: tempera da usare con spugnette o pennelli, colori a dita, pastelli a cera, pennarelli, ecc.. In questo modo il bimbo può sperimentare l’uso di attrezzi diversi, adottando piccole strategie di problem-solving per individuare come usare l’oggetto grafico e sperimentando modi diversi con cui lasciare traccia.
3) Lasciare scoperte non solo le mani ma anche i piedi, lasciando la possibilità al piccolo di colorare il foglio con diverse parti corporee: ciò favorisce la consapevolezza del sé corpoeo.