Il contratto comportamentale
“L’incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c’è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati.”
Carl Gustav Jung
La quotidianità tra figli e genitori non è sempre facile: possono esserci scontri determinati da forti emozioni, dal non sentirsi capiti, dal pensare che l’altro non si comporti come dovrebbe. E questo avviene reciprocamente!
A volte ci si dimentica che i ragazzi e i bambini sono parte attiva di questa relazione e come tali possono essere complici, insieme a voi genitori, di un cambiamento di rotta che aiuti a creare un clima in casa più sereno e agevoli la traversata.
Vediamo come…
Che cosa è il contratto comportamentale?
Basato sulla teoria del condizionamento operante di Skinner, il contratto comportamentale è una tecnica di modifica del comportamento in cui genitori e figli collaborano, negoziano e si confrontano per raggiungere un accordo chiaro, osservabile e concreto.
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Come funziona?
Nel contratto sono presenti 4 punti fondamentali:
1) L’obiettivo, ovvero i comportamenti che si vogliono modificare o sviluppare (per iniziare è bene sceglierne uno o due al massimo).
L’obiettivo deve essere descritto in modo operazionale, ciò significa che tali comportamenti devono essere indicati in modo:
- Concreto e specifico, per esempio le definizioni “essere aggressivo” o “comportarsi bene” non descrivono in modo osservabile il comportamento target e lasciano spazio a fraintendimenti e incomprensioni; al contrario, definizioni come “spingere”, “urlare”, “camminare” “stare seduti” etc. indicano in modo oggettivo la condotta. In questa maniera, voi e vostro figlio avrete ben chiaro qual è il comportamento desiderato.
- Il comportamento va rilevato in modo positivo. Anziché “non correre” o “non urlare è consigliabile utilizzare espressioni quali “camminare” “tenere un tono di voce basso”, eliminando quindi del tutto il “non” dalle definizioni.
Così facendo vostro figlio sarà maggiormente consapevole di quale sia il comportamento corretto, perché lo avrete esplicitato insieme a lui (Fedeli, 2010). È buona norma abolire anche i termini “sempre” e “mai” quando si descrive un comportamento.
- Deve essere un comportamento misurabile e osservabile, e perciò dovrete annotarne frequenza, tempi e modalità con cui si concretizza. In un contratto stipulato per il (tanto odiato) momento dei compiti, per esempio, si può indicare quanto tempo vostro figlio dovrà studiare prima di un’eventuale pausa (dieci minuti? Un’ora?), oppure il numero di esercizi da completare, di pagine da ripassare, e le modalità di svolgimento (da solo o con l’aiuto di un genitore).
- Il comportamento desiderato deve essere facilmente raggiungibile in modo che la motivazione rimanga alta e che il bambino riesca ad accedere al premio concordato. Se vostro figlio in un’ora si alza venti volte dalla sedia, chiedergli da subito di stare seduto tutto il tempo rischia di essere una richiesta troppo elevata per le sue capacità (e di conseguenza di far crollare la sua motivazione nel raggiungimento del premio).
2) Il secondo aspetto fondamentale del contratto consiste nelle conseguenze positive ottenibili grazie al suo raggiungimento. Il bambino o il ragazzo verrà premiato attraverso i rinforzi positivi inizialmente concordati. Questi possono essere sociali (elogi, complimenti, abbracci), materiali (giocattoli o oggetti graditi, cibo) o dinamici (attività interessanti da fare insieme o da soli) (Ricci et al., 2014).
È importante che il rinforzo sia contingente, ossia che sia chiaro il legame tra il comportamento messo in atto e il premio ricevuto; questo è facilitato, soprattutto all’inizio, dal fatto che il premio sia ravvicinato nel tempo: sono seduto sulla sedia, suona il timer e il papà mi dice che sono stato bravo a stare seduto, mi sorride e mi fa il solletico. In questo esempio è chiaro al bambino che il rinforzo sia avvenuto come conseguenza del comportamento “stare seduto” e, il fatto che avvenga subito dopo, motiva maggiormente il bambino ad eseguire tale condotta.
È importante che la conseguenza sia motivante per vostro figlio. Anche per questo è necessaria una condivisione con lui nel momento di stipulazione iniziale del contratto: ad ognuno piacciono cose diverse e ciò che può essere motivante per una persona, non lo è per un’altra, oppure non lo è in seguito a tutte le attività. Capite con vostro figlio di cosa ha bisogno in quel momento e cosa sia motivante per lui, altrimenti può verificarsi il rischio che non sia interessato al rinforzo e che quindi non sia abbastanza motivato nel mettere in atto il comportamento desiderato. Infine, il premio deve essere disponibile e raggiungibile sia per lui che per voi genitori.
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3) Il terzo punto fondamentale richiede che vengano espresse con chiarezza le conseguenze negative che possono scaturire nel momento in cui non vengano rispettati i termini del contratto. In questo modo, entrambe le parti sono a conoscenza delle conseguenze nel caso non venga emesso il comportamento scelto.
4) L’ultima parte del contratto consiste nella firma di tutti i presenti. Essendo tutti parti attive, il contratto va negoziato, accettato e firmato sia da voi che da vostro figlio.
Ricordatevi che…
Il contratto coinvolge tutti, quindi i comportamenti in oggetto non saranno solo quelli di vostro figlio, ma anche i vostri se necessario.
Cercate di concentrarvi sul positivo e sul premio, non sul negativo, anche quando parlate e concordate.
Il contratto non è statico ma dinamico. Se ad un certo punto vi rendete conto che non funziona più, che volete aggiungere delle parti, o che i comportamenti per cui è nato sono stati raggiunti, potete modificarlo concordandolo di nuovo insieme a vostro figlio.
È importante che le conseguenze siano proporzionate al comportamento/i in esame.
È necessario monitorarne l’andamento e rispettare in modo costante i termini pattuiti.
Potete sbagliare, correggervi, confrontarvi con vostro figlio, col partner e con i professionisti e riprendere la rotta.
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Bibliografia
Fedeli D., Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, Roma, Carocci, 2012
Ricci, C., Romeo , A., Bellifemmine, D., Carradori, G., & Magaudda, C., Il manuale ABA-VB. Applied behavior and verbal behavior, Trento, Erickson, 2014
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