I primi tre mesi di vita del neonato: cosa dobbiamo aspettarci?
Nel corso dello sviluppo dei loro bambini, i genitori si pongono mille domande “Ma è normale che mio figlio non gattona?”, “Quando dovrebbe iniziare a dire le prime parole?”, “Il mio bambino ha 12 mesi e ancora non cammina, mi devo preoccupare?”.
Non esiste un manuale di istruzioni per fare il genitore, nessuno insegna ad esserlo e spesso ci si trova in balia dei consigli di familiari, amici, conoscenti, spesso contrastanti tra di loro.
Perché degli articoli sullo sviluppo psicomotorio del bambino?
Con questo articolo, e i successivi nei prossimi mesi, cercheremo di fornire alcune linee guida sullo sviluppo neuromotorio e psico-sociale del bambino nei primi anni di vita.
Da 0 a 3 anni il bambino si trova in una fase di esplosione di competenze motorie, sociali, linguistiche, cognitive; in questa fase ogni scoperta e ogni nuova abilità sarà un traguardo sia per il bambino che per la famiglia. È doveroso però sottolineare che nessun bambino segue lo stesso iter di sviluppo, questo varia da bambino a bambino in quanto la variabilità è sinonimo di normalità.
L’idea di questi articoli è quella di fornire un aiuto nel conoscere quali abilità dovrebbero essere acquisite in determinati periodi di tempo. Di seguito vediamo le principali competenze del bambino nei primi tre mesi di vita.
I primi tre mesi di vita
I primi tre mesi di vita il bambino vive una fase di onnipotenza in cui il compito principale è quello di adattarsi all’ambiente extrauterino, ambiente ricco di nuovi stimoli, difficili per lui da elaborare. Vedremo in questo periodo che crescerà a poco a poco la capacità di autoregolare il proprio sistema neurovegetativo, ovvero la capacità di controllare la respirazione, il colorito cutaneo, la stabilità viscerale, la stabilità motoria, la termoregolazione. Se inizialmente il bambino passerà in modo brusco dal pianto ad uno stato di sonno profondo, pian piano vedremo una modulazione tra gli stati comportamentali sempre maggiore; i momenti di pianto andranno a diminuire favorendo una veglia più tranquilla in modo da permettere al bambino di essere maggiormente ricettivo e interattivo con l’adulto, quando sveglio. Il ritmo sonno/veglia diventerà maggiormente stabile, così come la percezione dell’alternanza giorno/notte. I momenti dei pasti diventeranno più regolari e scanditi nel tempo. In poche parole i ritmi interni del bambino diventeranno più stabili, regolari, prevedibili.
Lo sviluppo motorio nei primi tre mesi di vita
A livello motorio a tre mesi, nel passaggio da supino a seduto, effettuato dall’adulto, il bambino dovrebbe essere in grado di sostenere il proprio capo in autonomia. Se posizionato prono, il bimbo si appoggia sugli avambracci, estendendo il capo per qualche momento. Dal fianco invece è in grado di tornare alla posizione supina, completando il rotolo se facilitato dal genitore. In questa fase il bambino sperimenta e conosce il proprio corpo, vedremo che osserverà le proprie mani, portandole sulla linea mediana e alla bocca (primo strumento di conoscenza per lui). Osserveremo che il bambino farà dei tentativi per afferrare un oggetto all’interno del proprio campo visivo e a “portata di mano”; la presa avverrà per contatto e sarà grossolana, una volta afferrato l’oggetto lo scuoterà energicamente ripetendo quelle azioni che produrranno piacere.
Lo sviluppo comunicativo nei primi tre mesi di vita
Sotto il versante comunicativo il bambino sarà in grado di produrre suoni gutturali e vocalizzi in modo più o meno prolungato; il genitore dovrebbe riuscire a distinguere almeno due suoni differenti. Un ruolo importante in questa fase viene rivestito dalle variazioni del tono muscolare, il bambino infatti è in grado di adattarsi al tono della madre, che lo tiene in braccio e che si relaziona con lui, modificando il proprio in un vero e proprio “dialogo tonico”. Altro strumento comunicativo è il pianto utilizzato per richiamare l’attenzione e segnalare diversi bisogni: dolore, fame, disagio (per esempio ambiente troppo ricco di stimoli), stanchezza, noia.
Lo sviluppo psichico-relazionale nei primi tre mesi di vita
Per quando riguarda invece l’aspetto psichico-relazione il bambino sarà in grado di riconoscere il volto umano e di discriminare tra tutti quelli dei genitori. Nel momento in cui un genitore si avvicina e gli parla dolcemente smetterà di piangere o comunque vedremo una modifica dello stato comportamentale.
Elemento importante risulta il sorriso sociale, ovvero la capacità di sorridere in risposta al sorriso dell’adulto.
Lo sviluppo percettivo-cognitivo primi tre mesi di vita
A livello percettivo-cognitivo il bambino si orienterà verso stimoli sonori e visivi voltando il capo; sarà per lui possibile inseguire visivamente un oggetto o un volto sia durante uno spostamento in orizzontale che in verticale, riuscirà a spostare lo sguardo da un oggetto all’altro. Potremo osservare un’iniziale capacità di anticipazione, il bambino infatti reagirà ai preparativi per l’allattamento.
E i genitori…Cosa possono fare?
Ma cosa può fare un genitore per favorire lo sviluppo dei primi tre mesi di vita ? Di cosa ha bisogno un bambino in questa fase?
- Sicurezza dell’ambiente
- Cura posturale: Cercare di variare il più possibile le posture durante la giornata, nei momenti del gioco, durante il sonno (nei primi mesi fino a che il bambino non è in grado di modificare la postura prona prediligere la postura supina o sul fianco con cuscino), in braccio, all’interno del guscio.
- Contatto corporeo.
- Prestare attenzione al contenimento fisico ed emotivo (holding) e alla manipolazione del bambino (handling).
- Promuovere esperienze visive (volto, oggetti, contrasti), uditive (voce, oggetti sonori), tattili (bagnetto, massaggio, mani).
- Rispetto dei tempi e delle distanze proponendo una cosa alla volta.
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