I disturbi dell’alimentazione e il perfezionismo
I disturbi dell’alimentazione sono caratterizzati da un’ alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile. I comportamenti tipici di una persona che soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare sono: digiuno, restrizione dell’alimentazione, crisi bulimiche, vomito autoindotto, assunzione impropria di lassativi e/o diuretici, intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso.
Ci sono delle caratteristiche di personalità che predispongono allo sviluppo dei Disturbi dell’ Alimentazione e sono:
- Tendenza al perfezionismo
- Scarsa autostima
- Incapacità a distinguere e riconoscere le emozioni
Esse oltre a rappresentare delle caratteristiche individuali predisponenti, sono anche insidiosi meccanismi di mantenimento della patologia che ostacolano il cambiamento.
Nello specifico, con il termine “PERFEZIONISMO” si fa in genere riferimento all’abitudine a domandare a sé stessi o agli altri una performance di qualità maggiore, rispetto a quella richiesta dalla situazione. Ciò è accompagnato dalla tendenza ad una valutazione critica del proprio comportamento.
Le caratteristiche del perfezionismo sono:
- Standards irrealistici e grandi sforzi per raggiungerli
- Attenzione selettiva agli errori
- Interpretazione degli errori come indicatori di fallimento e credenza che, a causa di essi, verrà persa la stima degli altri
- Autovalutazioni severe e tendenza ad incorrere in un pensiero tutto o nulla, dove i risultati possono essere solo un totale successo o un totale fallimento
- Dubbio sulla capacità di portare a conclusione un compito in modo corretto
- Tendenza a credere che gli altri significativi abbiano aspettative
elevate - Timore delle critiche.
Tuttavia non sempre il perfezionismo rappresenta una caratteristica problematica, infatti si distinguono due tipologie di perfezionismo, quello “sano” e quello “malato”.
Alcune caratteristiche del perfezionismo possono essere viste come socialmente desiderabili e sforzi elevati sono spesso associati a soddisfazione personale e ad un aumentato senso di autostima; insomma un salutare desiderio di eccellere.
Laddove però il perfezionismo porta la persona a stabilire standard elevati impossibili da raggiungere e ad un forte bisogno di evitare fallimenti, si parla di perfezionismo “malato”.
La “salutare ricerca di eccellere” ha le seguenti caratteristiche:
- Creatività ed entusiasmo
- Gli sforzi apportano sentimenti di gioia e di soddisfazione
- Non c’è la credenza che bisogna guadagnare l’amore e l’amicizia facendo colpo sulle persone ma si crede che le persone ci accettino come siamo
- L’errore è visto come una possibilità di apprendimento
- Non si teme che gli altri ci vedano vulnerabili.
Mentre il “perfezionismo malato” ha queste caratteristiche:
- Paura di fallire
- Insoddisfazione costante per i propri risultati
- Convinzione che si deve far colpo sugli altri tramite la propria intelligenza e risultati e che questo è l’unico modo per guadagnare la loro approvazione
- Quando si sbaglia o si fallisce un obiettivo, si diventa autocritici e ci si sente un fallimento come essere umano
- Si pensa di dover sempre avere il controllo sulle emozioni.
Perfezionismo e disturbi dell’alimentazione
Alti livelli di perfezionismo sono stati dimostrati essere presenti nei disturbi dell’alimentazione.
Il perfezionismo nei disturbi dell’alimentazione sembra avere un’origine multifattoriale: genetica, sociale e legata alle relazioni con i genitori.
Ed è un importante fattore di rischio e di mantenimento di questi disturbi.
Ci sono inoltre importanti legami che il perfezionismo assume con l’autostima e l’insoddisfazione per l’immagine corporea.
Nello specifico, quando un individuo molto perfezionista fallisce nel raggiungimento di uno standard, probabilmente proverà emozioni e pensieri negativi riguardo al sé; essi possono essere anche inesistenti in coloro che hanno un’alta autostima ma intensi in coloro che hanno bassa autostima. Quest’ultimi possono essere motivati a fuggire da sentimenti e pensieri negativi riguardo al sé: le abbuffate rappresentano una possibile via di fuga.
Interventi terapeutici
In primo luogo è utile favorire l’acquisizione da parte del paziente di una maggiore consapevolezza dei propri tratti perfezionistici, portando all’attenzione il problema del perfezionismo e individuando gli ambiti della vita quotidiana in cui ha standard eccessivamente elevati (risultati scolastici, apparenza fisica, lavori domestici).
In secondo luogo può essere utile esplorare come il perfezionismo influenzi l’opinione di sé stessi, le relazioni e le situazioni al lavoro ed a scuola.
Infine, è importante provare a focalizzare i fattori, individuali e sociali, presenti o passati, che possono aver influito sullo sviluppo e sul mantenimento di tendenze perfezionistiche. Riflettendo dunque sia sul ruolo di una società che da’ molta importanza al controllo sia su come i genitori reagiscono a successi e fallimenti del figlio ed anche sulla possibile componente genetica di questo tratto.