Genitori e figli. Educarsi alla comunicazione: i passi da fare insieme
E’ impossibile non comunicare. Ogni comportamento è comunicazione– (P.Watzlawick)
Oggigiorno, il tema della comunicazione in famiglia si pone come un’emergenza educativa e culturale di fronte alla quale si dispongono le possibilità di genitori e figli di costruire, insieme, un percorso di formazione reciproca. Il consolidamento di un progetto di vita familiare nasce a partire dalla capacità genitoriale di impegnarsi nella presa di consapevolezza della centralità della comunicazione per accogliere la nascita, la crescita, lo sviluppo e la maturità dei propri figli.
Comunicare significa porsi gli uni verso gli altri, genitori e figli, all’interno della propria casa, nella quotidianità più vera e intima delle relazioni della vita in comune, caratterizzata da eventi più o meno felici con i quali è normale scontrarsi. La comunicazione può essere considerata lo strumento più funzionale per educare ed il linguaggio ne è il mezzo, espresso con parole, con gesti e con sguardi, ma tante volte anche con il semplice silenzio. In fondo “tutto è comunicazione, scambio e relazione”. Nei rapporti familiari la qualità della comunicazione è essenziale. Se ci rendessimo conto dell’effetto di ciò che diciamo e di come lo esprimiamo saremmo più vigili, più attenti alle parole, al tono e ai gesti, adattando il nostro linguaggio alla sensibilità delle persone che ci ascoltano.
La famiglia è considerata il primo gruppo relazionale con cui si viene in contatto. La parola scambiata in famiglia è carica di significati condivisi, che devono essere accolti ed interpretati perché i singoli soggetti li possano imparare, sentire e di nuovo progettare. Nella conversazione familiare, genitori e figli possono elaborare un progetto di vita dove la solidarietà, la lealtà e la giustizia costruiscono la relazione familiare, sostenendo la creazione di una comunità degli affetti. La conversazione deve farsi ascolto profondo, sentito, dialogato e autentico. L’esercizio di questo ascolto quotidiano dispone i genitori all’accoglienza dei propri figli, sempre.
Per comprendersi bisogna conoscersi, camminando l’uno accanto all’altro, prendendo coscienza delle aspirazioni personali ma anche le difficoltà. Per fare ciò si deve cercare il dialogo vero e profondo, alla base del quale c’è l’ascolto. Il compito dei genitori è quello di essere coerenti, proponendo per i propri figli un vero e proprio modello. E’ necessario concretizzare il linguaggio con l’azione adeguata, perché troppo spesso usare le parole in modo corretto non è esaustivo: insegnare attraverso l’esempio e il dialogo quali sono i valori fondamentali che ognuno deve sviluppare nel corso dell’esistenza è il passo fondamentale. Tutto risulterà più facile se all’interno della famiglia saranno già stati instaurati giusti e solidi rapporti umani costruiti su etici valori: rispetto di tutti i membri del nucleo familiare, solidarietà, collaborazione, stima e fiducia. I figli hanno bisogno di essere lodati e incoraggiati; sentendosi sicuri e protetti. È importante dimostrare loro di saper comprendere la loro personalità, prendendoli sul serio, dialogando, ascoltandoli e cercando di capire la loro posizione. I ragazzi vedranno così le cose in un modo diverso e, talvolta, più chiaro degli adulti, facendo sì che gli adulti stessi possano ancora imparare da loro, in un’ottica di scambio reciproco vero e proprio. Comunicare vuol dire, concretamente, rispondere ad un bisogno, accogliendo il problema dell’altro non, però necessariamente, risolvendolo. La comunicazione non è, infatti, richiesta di aiuto, non richiede una risposta immediata alla soluzione del problema, ma ha il bisogno in primo luogo di essere accolta.
A riguardo della comunicazione tra genitori e figli, infine, ciò da tener presente, al fine di instaurare una relazione efficace e proficua, è un atteggiamento verso l’altro capace di andare in una direzione di accettazione incondizionata. L’impegno di un genitore, nel capire ciò che il figlio che ha di fronte sta dicendo o sta cercando di dire, non può in alcun modo venir meno.
La condizione necessaria, infatti, perché vi sia comunicazione non è legata al fatto che circolino parole, quanto che tra le persone vi sia un desiderio autentico di ascoltare ciò che l’altro dice. Base questa da cui partire al fine di costruire una produttiva alleanza degli affetti.