Generazione Z e generazione Alpha: l’influenza della tecnologia sullo sviluppo dei nostri figli
Da una ricerca effettuata dal Centro per la Salute del Bambino (2016) è emerso la forte influenza della tecnologia nella vita dei nostri figli; in particolare che il 38% dei bimbi di due anni gioca e guarda video su un dispositivo mobile; il 63% dei piccoli sotto gli otto anni utilizza quotidianamente smartphone e tablet dei genitori; il 44% dei bambini tra i cinque e i tredici anni naviga abitualmente in rete; un bambino su due tra i sei e i dieci anni possiede un cellulare. In altre parole: la tecnologia è parte della vita quotidiana dei nostri figli sin dai primi anni di vita.
La “generazione Z” e “Alpha”
I bambini di questo studio fanno parte di quelle che vengono definite “generazione Z” e “generazione Alpha”. La prima (anche denominata I-generation o Centennials) include tutti gli individui nati dalla seconda metà degli anni ’90 fino al 2010; la seconda, invece, include i nati dal 2010 in poi. L’aspetto che contraddistingue queste due generazioni rispetto alle precedenti è, appunto, la presenza di Internet e della tecnologia sin dalla nascita. Naturalmente, nel corso di questo ventennio le modalità e le tempistiche di esposizione del bambino alle tecnologie digitali sono state in continuo mutamento, di pari passo con l’incremento della presenza della tecnologia nella vita quotidiana di tutti noi. Arrivando ai giorni nostri non ci stupiremmo se vedessimo un piccolo della generazione Alpha emettere i suoi primi suoni davanti ad uno smartphone in modo che anche la nonna o lo zio li possa ascoltare, oppure se lo vedessimo imparare a manipolare uno schermo touch-screen prima di parlare o camminare.
Quali sono le conseguenze?
Ma questa influenza della tecnologia così massiccia cosa significa? Cambierà qualcosa nel processo di sviluppo del bambino? Ci sono dei rischi? C’è qualcosa che i genitori devono o possono fare? Se leggere queste domande ha generato in voi preoccupazione, non sentitevi soli. Altre figure educative o gli studiosi dell’età evolutiva condividono gli stessi dubbi o timori. Ma cerchiamo di fare un po’ di chiarezza provando a rispondere (almeno in parte) a queste domande; forse non tutti i mali vengono per nuocere e, forse, la tecnologia non è necessariamente “un male”.
Generazione Z e generazione Alpha in 5 caratteristiche
L’interazione quotidiana con diversi dispositivi digitali rende i bambini bersaglio di una quantità enorme di informazioni che devono elaborare velocemente e in maniera continua. Numerosi studi hanno cercato di evidenziare le conseguenze che questo cambiamento comporta nel loro sviluppo psico-fisico, soprattutto a livello cognitivo e relazionale. Ecco alcune peculiarità dei nativi digitali:
1. elevata abilità di multitasking (ovvero di svolgimento di più compiti su più dispositivi con funzionalità diverse)
2. breve arco di attenzione (otto secondi in media)
3. minore memorizzazione di informazioni a lungo termine
4. comunicazione visiva piuttosto che verbale
5. alfabetizzazione digitale (ovvero conoscenza e capacità di utilizzo dei nuovi media e delle nuove tecnologie)
Ciò significa che i bambini di oggi hanno imparato alcune cose: ad elaborare molte informazioni contemporaneamente in maniera veloce ma più superficiale; a non immagazzinare in memoria informazioni che possono facilmente reperire attraverso la tecnologia; a preferire informazioni grafiche poiché più immediate e meno dispendiose a livello cognitivo; e ad utilizzare la tecnologia in maniera efficace per raggiungere i loro scopi.
Un cambiamento nello sviluppo, quindi, pare esserci stato e riguarda diversi aspetti cognitivi (apprendimento, memoria, attenzione) ma anche comunicativi e, di conseguenza, relazionali. Ai genitori non resta che adeguarsi perché, piaccia o meno, la nostra società è anche una società digitale. La stessa Unione Europea si è fatta promotrice dell’accrescimento dell’acquisizione delle competenze digitali fin dalla scuola primaria, ritenendo tali competenze importanti tanto quanto quelle alfabetiche e matematiche. Per essere più motivati a prendere parte in maniera attiva a questo mutamento (forse un po’ forzato per chi nativo digitale non lo è) vediamo insieme alcuni benefici legati all’utilizzo delle tecnologie digitali.
5 benefici legati all’uso della tecnologia:
1. accelera l’apprendimento e stimola lo sviluppo di abilità cognitive e visuo-spaziali (per es. navigazione spaziale, ragionamento, percezione, risoluzione di problemi)
2. stimola la creatività
3. amplia la cultura generale (per es. conoscenze, proprietà di linguaggio, lingue straniere)
4. stimola l’acquisizione di specifiche abilità sociali (per es. la cooperazione)
5. amplia le possibilità di comunicazione e di stabilire e mantenere relazioni sociali
Sembra, quindi, che l’ influenza della tecnologia durante l’infanzia porti addirittura all’incremento e allo sviluppo di importanti abilità. Tuttavia, le stesse ricerche che evidenziano questi benefici mettono in guardia anche dai potenziali rischi: la tecnologia può rapidamente trasformarsi da risorsa in pericolo quando ne viene fatto un uso scorretto. I potenziali effetti negativi diventano tanto più pericolosi quanto più l’individuo che la utilizza è giovane. Nei primi anni di vita, infatti, il cervello del bambino è estremamente plastico e lo sviluppo neuronale risente di tutte le informazioni ambientali, sia benefiche che nocive, a cui viene esposto. Inoltre, l’ambiente digitale nel quale i bambini agiscono è potenzialmente senza confini e può contenere qualsiasi forma di stimolo.
5 rischi legati all’uso della tecnologia:
1. problemi fisici (per es. vista, udito, postura, sovrappeso)
2. problemi psicologici (per es. ansia, irritabilità, disturbi del sonno, comportamenti violenti, dipendenza)
3. difficoltà di relazione e sviluppo di forme di socializzazione improprie
4. problemi legati alla sicurezza e alla privacy
5. analfabetismo emotivo (per es. scarsa consapevolezza delle proprie emozioni, dei comportamenti che esse determinano e delle conseguenze che le proprie azioni determinano negli altri)
Leggere questa lista può comprensibilmente spaventare ma è importante sottolineare che sia i rischi sia i benefici non sono da considerare in termini assoluti e astratti in quanto entrambi dipendono strettamente dalla modo in cui la tecnologia viene utilizzata.
Come abbiamo visto, i bambini entrano in contatto con i dispositivi elettronici quando sono molto piccoli; è quindi compito degli adulti gestirne l’utilizzo al fine di garantire i benefici e prevenire i rischi. È un compito estremamente arduo e faticoso e spesso non è facile stabilire cosa sia giusto o sbagliato oppure cosa definisca l’uso “corretto” della tecnologia. I comportamenti riportati di seguito danno un’indicazione delle aree alle quali è importante prestare attenzione.
5 azioni per promuovere un uso corretto della tecnologia:
1. controllare i contenuti (adatti e appositamente creati per la fascia d’età)
2. favorire un uso attivo e interattivo piuttosto che passivo
3. limitare il tempo di utilizzo
4. promuovere l’alternanza tra attività ludiche che prevedono l’utilizzo della tecnologia e attività ludiche che non ne prevedono l’utilizzo
5. istruire il bambino alle modalità di tutela della propria privacy
Lo scopo ultimo dovrebbe essere quello di trasmettere gradualmente al bambino la capacità di autoregolarsi nell’utilizzo dei dispositivi digitali, incentivando lo sviluppo dell’autoconsapevolezza e delle capacità critiche.
Il primo passo che un genitore può compiere è quello di provare a riflettere sul modo in cui il proprio bambino utilizza la tecnologia. Potrebbe essere utile utilizzare come linea guida le 5 azioni appena elencate per chiedersi se sono comportamenti che già mette in atto e se c’è qualcosa che può essere migliorato. Come abbiamo già detto, il compito è arduo; tuttavia è fondamentale che nulla venga lasciato al caso.
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