Educazione sessuale: cosa, come, quando e perché
L’educazione sessuale, un tema che tanti temono. Tutti i genitori sanno che, prima o poi, arriverà il momento in cui il proprio figlio farà le “fatidiche” domande: “Mamma, papà, come nascono i bambini?”; “Mamma, papà, posso uscire con il/la mio/a ragazzo/a stasera?”
Da sempre la sessualità è uno degli argomenti più difficili da trattare con i propri figli. Questo perché, spesso, la tematica genera imbarazzo e ci si sente poco preparati sul come e quando affrontarla. Allo stesso tempo, però, evitare di parlarne genera preoccupazione perché né i genitori né i figli sanno cosa passa per la mente dell’altro riguardo all’argomento.
Per non rimanere incastrati in questa impasse può essere utile acquisire maggiori informazioni in merito.
Cos’è l’educazione sessuale?
Tradizionalmente l’educazione sessuale si è concentrata sui potenziali rischi della sessualità, come, ad esempio, le gravidanze indesiderate o le infezioni sessualmente trasmissibili. Tuttavia, l’educazione in generale serve a far in modo che una persona si attrezzi ad affrontare adeguatamente la sua vita, realizzando se stessa al meglio, nei tempi e nei modi più appropriati.
Così come questa, quindi, anche quella sessuale è bene che sia orientata al benessere fisico, psichico e relazionale dell’individuo, piuttosto che esclusivamente all’evitamento dei “guai”. Educazione sessuale significa, infatti, apprendere relativamente agli aspetti cognitivi, emotivi, sociali, relazionali e fisici della sessualità. In altre parole, consiste nel favorire lo sviluppo di quelle competenze che renderanno i nostri bambini o ragazzi capaci di determinare autonomamente la propria sessualità e le proprie relazioni nelle varie fasi della loro vita, comportandosi responsabilmente rispetto a salute e benessere propri ed altrui. L’adozione di un focus prevalentemente negativo rischia, infatti, di generare eccessive ed inutili paure e di non rispondere al bisogno dei nostri ragazzi di essere informati e di acquisire competenze.
Riassumendo, l’educazione sessuale:
- non è unicamente prevenzione dei rischi
- non è solo acquisizione di norme di comportamento
- fa parte dell’educazione in generale e con essa si interseca
Perché è importante l’educazione sessuale?
Spesso quando si sceglie il silenzio non si considera che è esso stesso un modo di comunicare. Il messaggio implicito che passa ai figli se non si affronta mai l’argomento della sessualità è che “della sessualità non si può parlare”. Questo genera un tabù che, di solito, si consolida nel tempo e difficilmente si elimina. Di conseguenza, il bambino o il ragazzo non riceve le informazioni necessarie per farsi un’idea della sessualità o le competenze per poterla vivere in modo funzionale.
Numerose ricerche hanno dimostrato che essere educati alla sessualità è fondamentale per lo sviluppo di un’intelligenza sessuale-emozionale e per la capacità di vivere relazioni intime e sane da adulti.
Inoltre, spesso non si considera che il silenzio dei genitori, viene presto riempito con i dieci, cento, mille messaggi che arrivano dal mondo esterno, i quali, tuttavia, possono facilmente contenere informazioni sbagliate o inadeguate (soprattutto nell’era di Internet). L’educazione alla sessualità e all’affettività rappresenta, infatti, anche un fattore protettivo per comportamenti, situazioni o fenomeni a rischio o patologici. Tra questi vi sono ad esempio: il bullismo, il cyberbullismo, l’omofobia e il sexting (la pratica di chi condivide proprie foto a carattere sessuale sui social network o nelle chat).
Quando iniziare ad educare alla sessualità?
“Domandarsi se è troppo presto, significa quasi sempre arrivare a parlarne troppo tardi”
(Veglia, 2004).
Se è vero che la sessualità non viene esercitata nei primi anni di vita, allora è altrettanto vero che anche la guida di un mezzo di trasporto non è praticata in quegli anni; eppure che “col rosso non si passa” viene insegnato anche ad un bambino molto piccolo e nessuno si pone problemi sulla precocità del messaggio.
L’argomento della sessualità con i figli andrebbe affrontato tutte le volte che si presenta l’occasione, senza imbarazzo né forzature, con la stessa naturalezza che si ha quando si discute di altre tematiche. Come suggerisce l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), infatti, l’educazione affettiva e sessuale è un percorso continuativo che inizia nell’infanzia e dura tutta la vita.
I falsi miti come “parlare troppo presto di sessualità accelera il processo di sessualizzazione” sono, appunto, falsi. Di sessualità si può parlare a tutte le età seppur adottando modalità commisurate alle capacità di comprensione del bambino o del ragazzo nelle diverse fasi dello sviluppo.
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Come educare alla sessualità?
Acquisite tutte queste informazioni appare evidente l’importanza e la necessità di educare i figli alla sessualità sin dai primi anni di vita. Tuttavia, ad un genitore potrebbe comunque rimanere il timore di affrontare l’argomento nella maniera sbagliata.
Di seguito sono riportate alcune utili indicazioni pratiche.
- Cominciare a parlare delle parti del corpo legate alla sessualità quando il bambino è ancora piccolo e, a partire dalla prima infanzia, sostituire i termini “familiari” con i nomi anatomici corretti
- Parlare di sessualità quando si presenta l’occasione (per es. prendendo spunto da film, esperienze di altre persone, fatti di cronaca)
- Ricordarsi che parlare di sessualità non significa solo parlare del rapporto sessuale ma anche di: rapporto con il corpo, fasi di crescita, differenze tra maschi e femmine, amore, attrazione fisica, pericoli ecc.
- Cercare di passare il messaggio che con voi si può parlare, confidarsi ed essere ascoltati con attenzione ed interesse
- Guadagnarsi la fiducia del proprio figlio dimostrando rispetto e assicurandosi che le confidenze ricevute restino private
- Cercare di rispondere a tutte le domande del bambino/ragazzo in modo semplice ma non sbrigativo, esplicitando anche le domande implicite che il bambino/ragazzo si vergogna a formulare
- Se non si sa rispondere ad una domanda, dire semplicemente che non si conosce la risposta e che ci si informerà
- Se si prova imbarazzo ad affrontare qualche tematica in particolare, si può parlarne mentre si sta svolgendo un’altra attività in modo che il contatto oculare sia ridotto al minimo (per es. mentre si guida l’automobile).
Assumersi il compito di educare il proprio figlio alla sessualità potrebbe comunque non essere facile per un genitore.
Fortunatamente egli non deve fare tutto da solo. Se la fatica sta nel “parlarne”, ad esempio, si può ricorrere a libri, volantini o siti internet educativi.
Oppure si può chiedere “aiuto” ad altre figure educative o professionali che possono compartecipare al processo (per es. a scuola o presso dei centri specializzati). La vera sfida per un genitore sta nell’accettare l’importanza di educare a questo fondamentale aspetto della vita ed agire di conseguenza.
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