DSA e Scuola dell’Infanzia – Linee operative per le insegnanti
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono un tema molto sentito, ma è possibile parlare di DSA e Scuola dell’infanzia, pensando a bambini con un’età compresa tra i 3 e i 6 anni circa,
A livello di diagnosi, assolutamente “no”.
Perché una risposta così categorica per i DSA e Scuola dell’infanzia?
Perché come riportato dalla Consensus Conference in materia di DSA “una diagnosi di dislessia (disturbo specifico della lettura), disortografia (disturbo specifico delle abilità ortografiche) e disgrafia (disturbo specifico delle abilità grafiche) può essere fatta al termine della seconda elementare, mentre quella di discalculia (disturbo specifico delle abilità logico-matematiche) al termine della terza elementare.” Questo perché prima di queste tappe scolastiche la varietà dei risultati dei test renderebbe troppo complessa la reale discriminazione tra la presenza di un effettivo disturbo dell’apprendimento rispetto a fragilità connesse a uno sviluppo delle abilità scolastiche caratterizzato semplicemente da passaggi più lenti, in relazione all’individualità di ciascun bambino.
Ciononostante, negli ultimi anni, è parso sempre più evidente come il tema dei DSA e Scuola dell’infanzia può contribuire a quell’aspetto di prevenzione ed identificazione precoce di quelli che vengono comunemente definiti, dagli specialisti che si occupano di Disturbi Specifici dell’Apprendimento, “campanelli d’allarme”.
Questo anche in relazione alle Linee Guida e a quanto espresso dalla Legge 170/2010 in relazione alla Scuola dell’Infanzia:
“E’ compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all’articolo 7, comma 1. L’esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.” (www.istruzione.it/web/istruzione/dsa)
Come concretamente? Intercettando, attraverso l’osservazione continua, eventuali difficoltà, con l’obiettivo di potenziare le competenze implicate, arrivando a sostenere l’autostima nell’approccio dei primi apprendimenti (prerequisiti) che diverranno poi le basi per gli apprendimenti scolastici futuri, con l’ingresso alla Scuola Primaria.
In tale ottica, il grande punto di forza della Scuola dell’Infanzia è la sua organizzazione, basata sulla plasticità della programmazione didattica delle attività, tale da permettere al bambino di apprendere tramite percorsi ludici e mirati.
Concretamente allora a cosa devono porre l’attenzione le insegnanti della Scuola dell’Infanzia? Cosa rientra nei ormai noti prerequisiti?
Il LINGUAGGIO, andando ad osservare come e quanto il bambino comprende, come e quanto il bambino si esprime verbalmente e come il bambino utilizza in modo funzionale il linguaggio stesso.
Nello specifico andrà posta attenzione:
- allo sviluppo linguistico, in ottica di comprensione, produzione e articolazione, sviluppo lessicale;
- alla padronanza fonologica (utilizzo di parole lunghe e corte, riconoscimento delle rime, identificazione della differenza tra le parole e capacità di raccontare una storia).
Le ABILITA’ COGNITIVE, distinguendole in abilità logico-concettuali, mnemoniche, attentive e pre-curruculari.
Nello specifico andrà posta attenzione alla capacità del bambino di:
- discriminare;
- comprendere concetti dimensionali;
- identificare orientamento temporale e spaziale,
- ordinare sequenze numeriche e logiche.
La PERCEZIONE VISIVA E LA MOTRICITA’, osservando abilità visuo-spaziali, di coordinazione oculo-manuale e correlate alla motricità.
Nello specifico andrà posta attenzione in relazione a:
- abilità percettive (padronanza grafico-spaziale, orientamento nello spazio, coordinazione occhio-mano, produzione della figura umana e delle prime forme geometriche, lateralizzazione);
- motricità globale;
- motricità fine.
Sulla base di queste ed altre osservazioni (anche in relazione al gioco, alla relazione e alla personale individualità) sarà quindi possibile pensare attività e giochi di rafforzamento andando a lavorare nello specifico tramite percorso fonologici (giochi con le parole, con i suoni, con il ritmo, con i rumori), logico-matematici (giochi con i numeri, con le quantità, di connessione logica), e grafo-motori (giochi di percezione, orientamento).
Fondamentale rimane, inoltre, la stretta alleanza che andrà creata tra la famiglia e la scuola, facendo sì che quest’ultima possa condividere passo dopo passo lo sviluppo scolastico del bambino, proprio in un’ottica di visione in rete, il più funzionale possibile al suo sviluppo continuo e globale.