Elementi sensoriali nascosti nella Disprassia
In questo articolo parliamo di disprassia, vediamo l’esperienza di Diego
Diego frequenta la terza elementare, le insegnanti lo descrivono come un bambino goffo e impacciato e i compagni di classe spesso non lo coinvolgono nei loro giochi all’intervallo. Sin da piccolo, i genitori di Diego hanno notato che non era interessato all’esplorazione di giochi nuovi e anche dal punto di vista linguistico sembrava indietro rispetto ai coetanei. Ha faticato a imparare a vestirsi da solo e a mettere le scarpe, gli capitava spesso di inciampare o rovesciare gli oggetti… All’asilo non era abile nel colorare o ritagliare, inoltre ha impiegato molto più tempo e impegno rispetto ai compagni per imparare a giocare a palla e andare in biciletta. Diego si rende conto delle sue difficoltà, la sua autostima ne risente e non riesce a divertirsi nelle occasioni di gioco con gli amici.
Oggi Diego, i suoi genitori e le sue insegnanti sanno dare una spiegazione a tutte queste osservazioni: si tratta di Disprassia dello sviluppo, un disturbo del neurosviluppo che troviamo nel manuale diagnostico DSM-V denominato come Disturbo della Coordinazione Motoria.
La Disprassia è un disturbo evolutivo che coinvolge l’area del movimento, più precisamente la programmazione e la coordinazione del movimento; compare precocemente nei bambini e influisce sullo sviluppo durante la crescita.
Tuttavia, le caratteristiche che osserviamo – scarsa coordinazione motoria e difficoltà di pianificazione del movimento – sono soltanto il sintomo del disturbo; la causa è da ricercare proprio in una difficoltà di integrazione sensoriale!
Quindi, riformulando la definizione, possiamo definire la Disprassia dello sviluppo come una disfunzione del sistema di integrazione sensoriale in cui il cervello ha difficoltà nella processazione e organizzazione delle sensazioni tattili, propriocettive e vestibolari.
Leggi anche: Disprassia: chi è il bambino disprassico
Il contributo delle sensazioni tattili alla pianificazione motoria
Spesso i bambini con Disprassia mostrano atipie nella processazione degli stimoli tattili. Raramente si osserva una ipo o iper-reattività tattile; nella maggior parte dei casi la difficoltà prevalente è una localizzazione poco accurata della sensazione tattile e una incapacità a identificarne il significato in relazione allo spazio.
È come se aveste difficoltà a discriminare e identificare le cose che vi toccano o che toccate. Sentite che vi toccano la mano, ma non sapete dire quale dito; oppure sentite di avere in mano qualcosa di piccolo, ma non sapete se è una moneta o un bottone.
Una tale difficoltà di analisi delle informazioni corporee e ambientali, incide sulle possibilità di pianificazione motoria: la programmazione delle azioni avrà sempre bisogno di essere supportata dal controllo della vista.
Dover osservare con che dita stare tenendo il piccolo oggetto e dover usare solo informazioni visive per conoscerne le caratteristiche, renderà più lenta e difficile la programmazione dell’azione che volete svolgere.
Il contributo delle sensazioni propriocettive alla pianificazione motoria
Anche la propriocezione dei muscoli e delle articolazioni contribuisce alla percezione corporea e, di conseguenza, influisce sulla pianificazione dei movimenti. Molti bambini con Disprassia hanno una percezione propriocettiva ridotta.
La propriocezione informa il cervello sulla localizzazione del corpo e, durante il movimento, lo aggiorna sulla posizione delle diverse parti nello spazio, cosicché il cervello possa organizzare efficacemente il prossimo movimento.
Per comprendere come questa afferenza sensoriale sia importante per la pianificazione motoria, immaginate di stare cercando di bere da una tazza bollente da bendati: non potendo fare affidamento sulla vista, potrete basarvi soltanto sulla propriocezione per organizzare il movimento. Dovrete essere consapevoli dei movimenti del vostro braccio nello spazio, della posizione della bocca rispetto alla mano, del peso della tazza… Senza un’adeguata elaborazione propriocettiva, la vostra azione richiederebbe tempo ed esercizio per essere portata a termine!
Il contributo delle sensazioni vestibolari all’organizzazione motoria
Le sensazioni vestibolari si integrano con quelle tattili e propriocettive per completare la percezione corporea.
È come se le informazioni tattili e propriocettive consentissero al bambino di costruirsi una mappa di muscoli, articolazioni e pelle; tuttavia serve che le sensazioni di gravità e movimento orientino quella mappa del corpo nello spazio circostante.
Spesso nei bambini con Disprassia, il sistema vestibolare non modula gli altri sensi, rendendoli meno efficienti.
Inoltre, frequentemente questi bambini presentano un tono muscolare ridotto che ostacola l’organizzazione motoria. Infatti un altro importante ruolo del sistema vestibolare è quello di mantenere i muscoli pronti a reagire.
Per concludere, ripercorriamo la conoscenza di Diego per spiegare le sue caratteristiche principali!
Diego ha difficoltà a imparare nuove azioni
Nello sviluppo tipico, il cervello utilizza le informazioni sensoriali per pianificare le azioni in maniera automatica, senza un pensiero cosciente.
Quando il cervello invia un comando motorio fa sì che i muscoli si muovano e facciano qualcosa nell’ambiente: i risultati osservabili ritornano sotto forma di input sensoriali che sono definiti feedback esterni.
Ad esempio, se muovete la mano per spostare un libro: lo vedete e lo sentite cadere.
Tuttavia, nel cervello viene registrato anche un feedback interno che è precedente rispetto all’esecuzione dell’azione: queste informazioni sono essenziali per poter sviluppare la capacità di pianificare l’azione prefigurandosi il movimento e le conseguenze prima che avvenga.
Ad esempio, se vi rendete conto che la forza impressa per spostare il libro è eccessiva, potrete modularvi per evitare che il libro cada.
Nella Disprassia questo meccanismo è deficitario, pertanto diventa difficile agire in maniera automatica: saranno necessari un pensiero cosciente ogni volta che bisogna compiere un gesto motorio e moltissime ripetizioni prima di imparare un’azione.
Ecco perché Diego ha faticato a imparare a vestirsi o mettere le scarpe da solo e perché tuttora necessiti di molto tempo per acquisire nuovi schemi motori sia nel gioco che nello sport.
Diego ha uno sviluppo linguistico differente dai coetanei
Inoltre, la capacità di pianificazione motoria è fondamentale anche nel linguaggio: la possibilità di articolare correttamente i suoni dipende dalla motricità e dalla corretta processazione degli stimoli propriocettivi della lingua e della bocca. Infatti, la Disprassia può essere anche orale: in questo caso inciderà sulla programmazione motoria degli organi deputati, comportando difficoltà nel produrre suoni e fonemi comprensibili.
Ecco spiegato anche il ritardo linguistico che i genitori di Diego avevano osservato.
Diego è insicuro e fatica a socializzare con i coetanei
La Disprassia ha un impatto significativo anche sullo sviluppo emotivo, soprattutto durante l’età evolutiva: i bambini sperimentano spesso frustrazione e senso di non efficacia.
Infatti, spesso immaginano di poter fare delle cose come i coetanei ma si rendono poi conto di non essere capaci di farle, oppure necessitano di tempo e impegno per imparare schemi motori che gli permettano di partecipare ad attività motorie e sportive.
Questo li porta spesso a tenersi in disparte nei giochi di gruppo, tendono a non partecipare perché consapevoli delle loro difficoltà nella motricità: possono sentirsi incompetenti e impotenti.
Ecco perché Diego non riesce a divertirsi nelle occasioni di gioco con gli amici.
È opportuno che gli adulti che si relazionano con questi bambini siano consapevoli delle loro fatiche e siano pronti a offrirgli supporto anche nella sfera dell’emotività e della socialità!
Oggi abbiamo iniziato a scoprire gli elementi sensoriali nascosti nella disprassia, osservando alcuni comportamenti sotto una luce nuova e diversa; continuate a seguire il blog per scoprire insieme come la sensorialità giochi un ruolo cruciale in molte caratteristiche anche di altri disturbi del neurosviluppo!
Vi sembra di rivedere caratteristiche o difficoltà simili a quelle descritte in questo articolo nei vostri bambini? Non esitate a contattare un centro specializzato per l’età evolutiva; se il vostro bambino necessita di un supporto sarà importante offrirlo tempestivamente per accompagnarlo nello sviluppo, altrimenti vi sarete sollevati dalla preoccupazione e dal dubbio!
Al Centro Ieled troverete un’équipe di professionisti disponibili e competenti con cui condividere le vostre osservazioni, concordare una valutazione specifica e, qualora necessario, avviare una presa in carico personalizzata sulle esigenze del vostro bambino.
Bibliografia
Ayres J. A., Il bambino e l’integrazione sensoriale, Frascati (RM), Giovanni Fioriti Editore, 2012
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