Dislessia e psicomotricità
In che modo dislessia e psicomotricità sono collegate?
La dislessia fa parte dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), e comporta una serie di difficoltà nell’abilità scolastica della lettura in soggetti normalmente scolarizzati, con intelligenza normale e in assenza di deficit sensoriali.
Questa definizione accomuna molti bambini; tuttavia l’insieme di sintomi tipici della dislessia non si manifestano in modo omogeneo e spesso, nello sviluppo psicomotorio di questi bambini, si riscontrano altre fragilità: difficoltà nell’organizzazione spaziale e temporale, nell’organizzazione dello schema corporeo, nella definizione della lateralità/dominanza motoria, nella coordinazione motoria, nell’area visuo-percettiva e in quella affettivo-relazionale.
Tutte queste aree sono di competenza tipicamente neuropsicomotoria; pertanto l’educazione psicomotoria in età precoce può essere utile per favorire un migliore adattamento funzionale del bambino, aiutandolo a prevenire problematiche nel contesto futuro di apprendimento della lettura.
Ma dove è possibile intervenire in età prescolare? Quali sono le principali abilità che entrano in gioco negli apprendimenti e che possono essere stimolate nei più piccoli? Come coniugare dislessia e psicomotricità?
Organizzazione spaziale
Nei processi di lettura e scrittura, sono necessari gli automatismi dei movimenti di mano e occhio, che procedano da sinistra a destra, come è il senso di lettura; è quindi possibile proporre giochi che favoriscano l’orientamento dello spazio da sinistra verso destra, con accordo visivo-manuale. Molto utile, a tal proposito, è l’uso di una griglia formato A4, fatta di cartoncino, dove il bambino deve inserire in ogni casella dei piccoli oggetti (es. fagioli), piuttosto che debba toccare l’interno di ogni quadrato con il dito, procedendo nel senso di lettura (da sinistra a destra e, arrivato all’ultima casella, iniziare di nuovo dalla prima della riga sottostante). Questo gioco può essere applicato in vari modi (un piccolo pupazzo che deve saltare per tornare a casa, fare dei pallini colorati in ogni casella, ecc…) sta alla creatività dell’adulto (genitore, nonna, zia, ecc..) proporre la soluzione più gradita!
Organizzazione temporale
L’Organizzazione temporale, ovvero la capacità di riconoscere e di automatizzare pattern ritmici diversi, più o meno rapidi, e di sincronizzare il movimento al ritmo percepito. Alcuni spunti per potenziare quest’area sono: giochi di percezione e riproduzione di un ritmo con strumenti musicali di vario tipo e successivamente battendo le mani o le dita su un ripiano; proporre come ritmo anche variazioni che implichino il doppio battito o la variazione di un’accento (battito forte e battito debole). Questi esercizi sono importanti proprio perché facilitano il bambino nel riconoscimento e nella discriminazione delle caratteristiche del suono, presenti anche nel linguaggio! Il doppio battito infatti è simile alle “doppie”, gli accenti alle lettere accentate, ecc..
Percezione del proprio corpo
Percezione del proprio corpo, intesa come la capacità di essere consapevoli della propria postura, della posizione assunta dai singoli segmenti corporei in rapporto all’ambiente circostante. Questa presa di coscienza è necessaria al fine di acquisire un maggiore controllo posturale globale e segmentario. A scuola, individuare ed assumere una postura che meglio si adatta all’azione di scrivere o leggere consente di non disperdere energie attentive inutilmente e di non affaticare rapidamente il bambino.
Per stimolare la percezione corporea, la modalità privilegiata è proprio quella del movimento inserito in un contesto ludico. La sperimentazione di spostamenti diversi (rotolo, striscio, gattonamento e deambulazione), la sollecitazione di stati tonici diversi (“diventare molli come gelatine e rigidi come statue”), allenano il bambino a percepire e modulare il tono corporeo; questa abilità sarà attivata anche a scuola sia nella fase di lettura che di scrittura, dove è importante avere una postura corretta: buon controllo del capo e del tronco (che progressivamente devono raddrizzarsi in funzione dello spostamento della mano) che consentano, anche nella fase di scrittura, un’adeguata motricità di polso e dita.
Coordinazione oculo-manuale
La coordinazione è un movimento segmentale o globale che richiede un’interazione senso-motoria e che consente di differenziare-automatizzare-integrare i movimenti in modo rapido, armonico e fluido in funzione di uno scopo. Nel processo di lettura, la coordinazione è importante per la parte superiore del corpo (tronco-capo-braccia) e va quindi intesa come l’insieme dei movimenti eseguiti con gli arti superiori sotto costante monitoraggio visivo. Quest’abilità consente di migliorare la direzione degli automatismi motori del braccio e degli occhi, che devono procedere nella stessa direzione e con lo stesso ritmo al fine di essere efficaci.
Giochi come lanciarsi la palla (con due mani o con una sola mano, a seconda dell’età), fare canestro, giocare a bowling, palleggio a terra o al muro sollecitano la coordinazione occhio-mano; anche attività di precisione come infilare le perline in un filo, infilare dei chiodini in una tavola, ecc… stimolano proprio questa capacità. È importante, nei giochi che coinvolgano l’uso di una sola mano, utilizzare quella dominante, preferita.
Coordinazione dinamica generale
Il potenziamento della coordinazione dei movimenti globali del corpo, consente di dissociare i movimenti corporei e di attivare solo i distretti muscolari necessari al raggiungimento dello scopo, rendendo la realizzazione di un gesto o di una prassia più efficiente. Esempi di gioco volti al rinforzo della coordinazione dinamica generale sono il gioco del “mimo” realizzato solo con le braccia (realizzazione di gesti isolati), l’uso di marionette per dita tenendo i gomiti appoggiati su un ripiano, chiedendo al bambino di compiere dei movimenti che prevedano la rotazione/la flessione/ estensione del polso oppure di muovere solo un personaggio (cioè un dito). Ciò consente di sollecitare esclusivamente i movimenti di polso e dita.
È infine importante non sottovalutare l’aspetto emotivo, soprattutto nei bambini che hanno delle carenze nelle funzioni psicomotorie sopra citate; pertanto è importante che l’adulto che gioca insieme a lui, lo agevoli nella realizzazione di attività “su misura” per l’età del piccolo, rassicurandolo laddove sbaglia senza intervenire in modo brusco.
Infine, è importante ricordarsi che si sta svolgendo un gioco: condividerlo con mamma o papà, può solo arricchire l’esperienza in atto, rendendola ancora più significativa per il bambino!
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