Dislessia e matematica: studi sul cervello dimostrano un collegamento
I ricercatori del Georgetown University Medical Center in uno studio pioneristico, hanno individuato un’attività cerebrale che collega dislessia e matematica. I risultati dello studio sono stati pubblicati il primo novembre di quest’anno nella rivista NeuroImage, disponibile on-line.
Solitamente la dislessia viene associata ai problemi di lettura; spesso, tuttavia, i bambini con diagnosi di dislessia possono avere anche problemi specifici in matematica, pur non soddisfando i criteri per una diagnosi di discalculia. Secondo i ricercatori, questa nuova scoperta ha importanti implicazioni per le conseguenze della dislessia non solo a livello di letto-scrittura.
“È noto da tempo che l’incidenza della discalculia è maggiore nei bambini che hanno una difficoltà di lettura“, dice l’autrice Guinevere Eden, PhD, direttore del Centro per lo Studio dell’Apprendimento presso la Georgetown University Medical Center. “Con la nostra ricerca, è diventato chiaro che alcuni aspetti specifici dell’aritmetica – in particolare quelli che coinvolgono il recupero di informazioni verbali – sono difficili da elaborare per i bambini e per gli adulti con dislessia“.
Per capire il rapporto tra le prestazioni in matematica e la difficoltà di lettura, i ricercatori sono andati oltre lo studio del comportamento esclusivamente osservabile dei bambini, andando a studiare da vicino come si modifica l’attività del cervello durante lo svolgimento di prove matematiche.
“Bambini senza diagnosi di dislessia mostrano una maggiore attività cerebrale nel solco intraparietale destro(una regione importante per il calcolo NdT) durante le operazioni di sottrazione rispetto alle operazione di somma” dice l’autrice Tanya Evans, PhD, ora ricercatrice presso la Stanford University School of Medicine. “I bambini con dislessia, invece, mostrano la stessa attività cerebrale nel solco intraparietale durante le due operazioni, il che suggerisce che stiano usando strategie simili per eseguire compiti diversi. Questa strategia probabilmente non è ottimale e potrebbe spiegare la ragione della peggiore performance osservata in precedenza per le operazioni di somma.”
Questi risultati evidenziano che la lettura non è l’unica abilità coinvolta nella dislessia: questo ha importanti implicazioni per l’istruzione e l’apprendimento. Lavori precedenti hanno dimostrato che i bambini con dislessia avevano difficoltà in quel tipo di problemi aritmetici che implicano il recupero in memoria dei dati (ad es. la somma o la moltiplicazione di numeri a una cifra, 2 + 3, o 5×5), rispetto agli esercizi che devono essere risolti attraverso l’uso di formule o altre strategie (ad esempio, sottrazione, divisione).
“Questo potrebbe avere un impatto sulle strategie utilizzate per gli interventi su questo comune disturbo dell’apprendimento“, dice Eden. “Interventi che si focalizzino sul recupero verbale potrebbero rivelarsi utili nel rafforzare le abilità aritmetiche in bambini che hanno difficoltà con la lettura.”