Quando 2×2 non fa sempre 4: i campanelli d’allarme della Discalculia evolutiva
“Il mio bambino conta solo con le dita e non riesce proprio e leggere l’ora dall’orologio.”
“Per insegnare al mio bambino a contare, a casa usavamo la pasta o i pastelli sparsi sul tavolo.”
“Le tabelline? Un incubo… siamo riusciti un pochino ad impararle inventando delle canzoncine.”
Quanta fatica il primo approccio alla matematica…
Sicuramente la propensione al calcolo e agli aspetti logici è alquanto soggettiva e varia da bambino a bambino. Questo accade da sempre: c’è chi è più portato per alcune materie scolastiche e chi meno. Guardando i bambini cimentarsi con i primi apprendimenti, si scherza talvolta immaginandoli dei futuri piccoli scrittori o dei contabili in giacca e cravatta. Questo succede tanto ai genitori, quanto agli insegnanti tra i banchi di scuola. Accade altrettanto ascoltando i “sogni” dei bambini: “io da grande scriverò tante favole, come quelle che mi leggeva da piccola il mio papà” – Arianna, 7 anni – “io da grande insegnerò i conti agli altri bambini, come fa la mia mamma a scuola” – Greta, 9 anni.
Questo ormai è chiaro: la matematica è spesso amore o odio.
Quando però “questo odio”, questa propensione individuale cela invece una fatica oggettiva verso tutto ciò che concerne la sfera logico-matematica? Quando bisogna realmente interrogarsi circa il fatto che non si tratta di “amore per una materia, piuttosto che per un’altra”, ma l’impegno speso da un bambino in modo esagerato non è proporzionale a ciò che poi riesce ad ottenere a scuola?
Per rispondere a questi ed altri dubbi, facciamo un po’ di ordine… partendo dall’inizio, dando il giusto nome alle cose.
Con il termine discalculia si intende la difficoltà correlata al sistema dei numeri, del calcolo e del problem solving matematico, in altre parole la compromissione del calcolo.
La discalculia – come la dislessia, la disortografia e la disgrafia – rientra in ciò che viene ad oggi definito come un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), cioè una categoria diagnostica appartenente ai disturbi del neuro-sviluppo, che possono interessare diversi domini inerenti le abilità scolastiche.
Tale compromissione quindi ha una sua specificità e per questa ragione non deve essere confusa con generiche fatiche correlate all’apprendimento o alla comprensione specifica della matematica: fragilità che qualunque studente può incontrare lungo il proprio percorso scolastico e che possono essere superate positivamente attraverso una maggiore applicazione allo studio o seguendo percorsi di insegnamento o di recupero individualizzati.
Una compromissione di questo tipo si manifesta in bambini, che non presentato danni neurologici e di intelligenza normale, se non talvolta superiore alla media, (come per tutti i Disturbi Specifici dell’Apprendimento). Talvolta può presentarsi anche associata alla compromissione di altre aree dell’apprendimento, come la lettura (dislessia) e la scrittura (disortografia o disgrafia) o meno.
Concretamente le fragilità connesse a questo tipo di disturbo si articolano in:
- difficoltà correlate al concetto di numero;
- difficoltà nel calcolo fluente e accurato;
- difficoltà nella memorizzazione dei fatti aritmetici;
- difficoltà nel ragionamento matematico corretto;
- difficoltà nella produzione e nella comprensione delle quantità;
- difficoltà nell’eseguire operazioni aritmetiche di base (addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni);
- difficoltà nel riconoscimento dei simboli numerici.;
Concretamente, quali difficoltà incontra un bambino con possibile diagnosi di discalculia evolutiva? A cosa, genitori e insegnanti, devono prestare attenzione?
Imparare a guardare con occhi attenti e preparati gli errori commessi dal proprio bambino, può aiutare a discernere quelli che vengono comunemente chiamati “campanelli d’allarme”, tra i quali è possibile identificare:
- mancato riconoscimento o confusione di simboli numerici;
- fatiche nell’organizzazione e nella gestione dello spazio;
- difficoltà nelle procedure di base e poi di secondo livello (calcoli in colonna, espressioni);
- difficoltà nella comprensione di termini specifici, concetti di base, segni aritmetici,
- fatiche nell’enumerazione e nei cambi di decina (con conseguente fatica ad allineare correttamente i numeri, inserire simboli o decimali durante i calcoli);
- difficoltà nello studio delle tabelline;
- difficoltà nel processo dei calcoli rapidi e a mente (fatiche di recupero);
- fragilità nella comprensione e nella risoluzione dei problemi aritmetici.
Saper individuare e discriminare gli errori più frequenti commessi dal proprio bambino permetterà di valutare – anche e soprattutto in condivisione in rete con la Scuola – quali possano essere le azioni più adeguate da intraprendere affidandosi a professionisti specializzati, al fine di pianificare una valutazione e solo se necessario un trattamento di intervento personalizzato, con l’obiettivo di potenziare le risorse del bambino, arginando le sue difficoltà oggettive, partendo dai suoi punti di forza.
Ricordiamo, infine, che una valutazione effettiva per la discalculia, può essere effettuata – da una équipe multidisciplinare – non prima del termine della classe terza della Scuola Primaria, attraverso la somministrazione di prove di analisi ed approfondimento cognitivo e degli apprendimenti specifici.
Dott.ssa Francesca Savino – Psicologa
I Professionisti del Centro IELED offrono percorsi mirati ed individualizzati per la Diagnosi e il Trattamento dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, con Equipe accreditata all’ASL di Monza (Equipe n.81).
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