Didattica a distanza in pandemia: il punto di vista dei bambini
Il 2020 è stato un anno molto particolare su più fronti, l’emergenza sanitaria Sars-Covid-19 ha impattato enormemente su ciascuno di noi, portandoci a riadattare le modalità di lavoro, la gestione famigliare, gli obiettivi, le aspirazioni, e soprattutto per bambini e genitori una delle sfide più grandi è stata la gestione della didattica a distanza (DAD).
Ci sono stati svariati problemi nella gestione della DAD che hanno causato disagi nei genitori, negli insegnanti e soprattutto nei bambini. In questo articolo ho provato a sintetizzare i temi più importanti che sono emersi sia dagli insegnanti che dalle famiglie per cercare di fornire poi in un’ottica costruttiva delle soluzioni.
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Reperibilità del materiale tecnologico e connessione internet
Durante il primo lockdown la difficoltà riscontrata da molte famiglie è stata organizzarsi dal punto di vista tecnico per permettere ai propri figli di seguire le lezioni. Soprattutto per le famiglie con due, tre o più figli è stato molto difficile poter garantire computer, tablet o smartphone per ciascuno e contemporaneamente mantenere una buona rete internet. Nei comuni più fortunati le scuole sono state in grado di fornire alle famiglie in difficoltà adeguati supporti tecnologici, mentre per la connessione internet la soluzione più utilizzata è stata quella di aderire alle promozioni di alcune compagnie telefoniche per avere più giga di connessione. Fatti questi piccoli accorgimenti sembrava che la didattica a distanza fosse un problema risolto, ma in realtà molti studenti si sono lamentati della qualità delle reti internet che in alcune zone causavano ritardi nelle lezioni oppure continue interruzioni da parte di insegnanti o compagni.
Il grande vantaggio è che la generazione di studenti di oggi è in grado di usare gli strumenti tecnologici forse meglio dei propri genitori ma i più penalizzati sono stati gli alunni della scuola dell’infanzia e della primaria, ai quali al di là della didattica, è mancato lo spazio del gioco e della socializzazione. Per cercare di mantenere i contatti con i compagni di classe molte famiglie hanno permesso ai propri bimbi di sentire i propri amichetti con le videochiamate, organizzandosi in momenti diversi rispetto alle lezioni. Oggi questa è stata la soluzione più apprezzata dai bambini e un buon suggerimento se le scuole dovessero richiudere in futuro, è di quello di permettere anche ai più piccoli senza whataspp o i social di poter mantenere le proprie amicizie tramite gli strumenti tecnologici.
Presenza dei genitori o di un adulto durante la DAD
Un problema da non sottovalutare è il duplice compito che i genitori hanno affrontato durante il lockdown, ovvero lavorare sul posto di lavoro o in smartworking e contemporaneamente assicurarsi che i figli rispettassero gli impegni scolastici. Per ogni ciclo di istruzione veniva richiesta una collaborazione da parte della famiglia per garantire che gli studenti rispettassero gli orari delle lezioni e le varie consegne. Una soluzione molto utile adottata da molte famiglie è stata quella di organizzarsi con calendari dei vari impegni per permettere ai bambini di responsabilizzarsi e al tempo stesso per permettere agli adulti di non perdersi visto il moltiplicarsi esponenziale di impegni scolastici e di lavoro.
Come si consegnano i compiti?
Un altro interessante aspetto della didattica a distanza è stata la mancanza di una piattaforma uniforme tra le scuole per la gestione dei compiti. A volte i docenti richiedevano foto per email con i compiti oppure la consegna degli stessi mediante dei software come google classroom. Il problema più grosso è stato per tutti quei bambini con Bisogni Educativi Speciali o Disturbi Specifici dell’Apprendimento, che hanno bisogno di maggior attenzione nelle consegne per potersi organizzare e che durante la DAD hanno faticato molto a rispettare termini e scadenze. La grande differenza tra scuola in presenza e scuola online, che è stata forse sottovalutata, è proprio la presenza di esigenze diverse all’interno dello stesso gruppo classe e la conseguente necessità di individualizzare le consegne per gli alunni con delle difficoltà. La confusione che è emersa per mancanza di preparazione delle scuole, nonostante gli sforzi di molti insegnanti, ha causato un peggioramento della qualità di apprendimento di alcuni alunni che già partivano con delle difficoltà. Paradossalmente, alcuni studenti con delle difficoltà invece hanno apprezzato la possibilità di avere più tempo libero per i compiti e lo studio e questo gli ha permesso di avere risultati più soddisfacenti rispetto alla didattica in presenza. Oggi per le classi che sono in modalità online la questione dei compiti sembra essersi quasi risolta integralmente, in parte perché i docenti hanno affinato le proprie competenze tecnologiche e si sono resi disponibili con ulteriori chiarimenti, in parte perché anche gli alunni si sono abituati alla scuola a distanza. Resta sottinteso che per gli alunni della scuola primaria la supervisione dell’adulto è ancora oggi indispensabile e questo comporta per i genitori la duplice gestione scuola e lavoro.
Verifiche e interrogazioni a distanza
Per alcuni cicli di istruzione non sono state effettuate verifiche o interrogazioni a distanza e questo ha provocato da un lato il disinteresse scolastico da parte di alcuni studenti, dall’altro la percezione di alcuni mesi scolastici “persi”. Oggi si sta assistendo a un interessante fenomeno che genitori e bambini di ogni fascia d’età lamentano, ovvero la velocità con cui i docenti stanno affrontando gli argomenti per poter recuperare ciò che non è stato fatto lo scorso anno e al tempo stesso affrontare il programma attuale. Tuttavia, ad oggi le scuole si sono organizzate per garantire le interrogazioni e verifiche anche a distanza in modo da evitare un numero eccessivo di prove da sostenere al ritorno in presenza e al tempo stesso per sollecitare gli studenti a studiare con costanza.
Vogliamo tornare a scuola
Avrei voluto giocare con i miei amici all’intervallo, invece li vedevo sullo schermo e non riuscivo a parlare con loro. Mi piace di più andare a scuola.
Per i più piccoli è stato molto difficile adeguarsi alla didattica a distanza. Si sono trovati in casa con i propri genitori o con i nonni per più mesi, non potendo vedere i propri amichetti e limitando le occasioni di gioco sociale. Con il nuovo decreto sembrerebbe che questo aspetto verrà tutelato perché scuole delle infanzia, primarie e prima media continueranno le lezioni in presenza nella maggior parte delle regioni. Se così non fosse, il suggerimento che mi sento di fare è quello di permettere ai bambini di mantenere i contatti con i propri compagni, al di là degli impegni scolastici. L’uso della tecnologia tanto controverso e dibattuto per i più piccoli sembra oggi la soluzione ottimale per permettergli di mantenere la socialità.
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