Dislessia, la Diagnosi in età adulta… è possibile!
Diagnosi in età adulta, ossia “non è mai troppo tardi per sapere!”
La Dislessia, uno dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, nello specifico il disturbo della lettura – intesa come abilità di decodifica del testo, è oggigiorno ampiamente diffusa, più di quanto si possa pensare. Stime effettuate indicano un’incidenza nella popolazione scolastica italiana che si aggira circa intorno al 3,5%-4% (Consensus Conference, 2010).
Sembra un fenomeno “esploso solo ora”, quasi con un allarmismo esagerato.
“Come è possibile che solo qualche anno fa, non vi erano tutte le diagnosi di oggi?”
“E’ forse un fenomeno moderno? Perché anni fa non se ne parlava?”
Una risposta a queste domande, ormai abbastanza ricorrenti, ruota intorno al fatto che solo da pochi anni si sono intensificate le ricerche nel settore, così da dare chiarificazioni circa fatiche e fragilità che prima venivano sottovalutate o confuse con altro (pigrizia, svogliatezza, “non amore” per la scuola, poca attenzione da parte della famiglia).
La realtà dei fatti è che molte persone dislessiche, divenute adulte, con un percorso scolastico ormai concluso e inserite ad oggi magari già nel mondo del lavoro, non sono mai state diagnosticate e per loro tale disturbo di decodifica è divenuto un disturbo neurobiologico nascosto. Sono riusciti, molto spesso, a compensare in autonomia – talvolta senza averne neanche piena consapevolezza – difficoltà vissute nel corso degli anni, utilizzando strategie diverse a seconda del contesto.
Dal momento che è noto che soggetti dislessici, che non hanno seguito un trattamento specifico, incrementano comunque la velocità di lettura ma in modo assolutamente minore rispetto ai cosiddetti “normolettori” (Legge 170/2010), è possibile che adulti definiti “auto-compensati” riscontrino comunque fatiche nel loro vissuto quotidiano, senza però essere in grado di dare loro “un nome specifico”.
Infatti, i soggetti dislessici che non sono stati riconosciuti e trattati negli anni, durante lo sviluppo e una volta raggiunta l’età adulta, non necessariamente mostrano fatiche quotidiane evidenti nelle competenze di lettura e scrittura, ma riconducono le proprie debolezze agli anni antecedenti, dove le richieste per loro erano differenti.
Un “dislessico adulto” potrebbe aver sperimentato, nel corso degli anni di studio, difficoltà di diverso ordine, tra le quali fatica a leggere tanto le parole semplici e corte quanto quelle più complesse, compiendo spesso inversioni di fonemi (v/f, d/b, p/t) o facendosi aiutare dal contesto (quindi ad esempio dal filo logico del testo da leggere) per anticipare parole lette senza una vera conversione grafema-fonema.
Tali fragilità, che il più delle volte sono state sottovalutate, possono in qualche modo aver condizionato le successive scelte accademiche o lavorative (abbandono del percorso scolastico, scelta di una posizione lavorativa differente dalle aspettative).
Una diagnosi in “età adulta” è quindi possibile?
Concretamente, si parla di “età adulta” dinanzi a:
- studenti che frequentano il quinto anno delle Scuole Superiori o l’Università,
- adulti, che vorrebbero riprendere il proprio percorso di studi, magari sospeso negli anni, per eccessiva fatica a gestire le fragilità riscontrate,
- genitori di bambini e ragazzi diagnosticati, che vedono delle difficoltà dei propri figli, conferme delle proprie fatiche.
Grazie alle ricerche svolte presso le Università di Padova (Martino e al., 2011), Reggio Emilia e Modena (http://www.aiditalia.org/), sono state delineate linee guida, così da poter svolgere una valutazione sulle abilità di lettura, scrittura e calcolo anche in età adulta.
E’ stato predisposto un protocollo per la diagnosi in età adulta che vada ad indagare le abilità implicate, tramite l’esecuzione di differenti prove, nello specifico:
- lettura (parole, non parole, brano),
- comprensione,
- decisione lessicale in soppressione articolatoria,
- dettato,
- dettato in soppressione articolatoria,
- span verbale e visuo-spaziale.
A chi rivolgersi per avere una diagnosi in età adulta?
Attualmente in Italia i servizi diagnostici nazionali in ambito evolutivo non possono prendere in carico soggetti che hanno superato i 18 anni di età, mentre i servizi che effettuano diagnosi neuropsicologica nell’adulto raramente si occupano di dislessia, in quanto esistono pochi strumenti diagnostici appositamente validati per la diagnosi dei disturbi specifici di apprendimento in età adulta.
Per una diagnosi in età adulta occorre, pertanto, rivolgersi ad un’Equipe autorizzata dall’ASL di riferimento per la prima diagnosi ed eventuale certificazione. L’Equipe è composta da diverse figure professionali, tra cui psicologici, logopedisti e neuropsichiatra, che lavorano in rete nel pieno interesse di una visione multidisciplinare.