Ciuccio: quando e come toglierlo
L’utilizzo del ciuccio è un argomento assai dibattuto tra tutte le mamme. C’è chi vorrebbe non darlo mai, chi tende a darlo anche ai bambini che non lo richiedono o non lo desiderano, chi vuole toglierlo assolutamente entro l’anno, chi invece lo lascia fino alla fine della scuola materna.
Pediatri, insegnanti, amici e parenti vari dicono la loro, e anche il web è pieno di pareri contrastanti, vediamo cosa dice la logopedista!
I pro e i contro del ciuccio
Ecco allora i pro e i contro dell’uso del ciuccio e i consigli per utilizzarlo in modo adeguato.
L’utilizzo del ciuccio nei bambini durante i primissimi mesi di vita ha, innanzitutto, molti benefici: riduce il rischio di SIDS (Sindrome da Morte in Culla); grazie alla sua alta capacità consolatoria è utile nei casi in cui i neonati devono subire interventi chirurgici e vivere in reparti ospedalieri; è utile nei bambini nati prematuramente per sviluppare e potenziare le capacità di suzione che spesso, in questi bambini, non sono adeguate alla suzione nutritiva.
Quando il bambino inizia a diventare più grandicello (intorno ai 6-7 mesi di vita) il ciuccio mantiene una grande capacità consolatoria, equivalente a quella della suzione al seno della madre. In questo periodo, però, il ciuccio inizia a diventare un elemento di ostacolo alla crescita del bambino.
Intorno ai 6-7 mesi, infatti, inizia il periodo dello svezzamento: durante questo periodo è importante che il bambino impari ad eseguire altri movimenti orali, come la masticazione, che sostituiranno, piano piano, quello della suzione; l’uso prolungato del ciuccio durante questi mesi può ostacolare l’apprendimento di nuovi movimenti orali.
L’uso del ciuccio durante la giornata può, in questo periodo e nei mesi successivi, distrarre il bambino dal gioco che sta facendo e limitare l’esplorazione orale (per approfondire vedi www.ieled.it/scoprire-con-la-bocca-quando-i-bambini-assaggiano-tutto/), influenzandone l’apprendimento anche dal punto di vista attentivo e di esplorazione.
Proseguire con l’utilizzo del ciuccio oltre i 2 anni comporta, infine, l’insorgere di problematiche a livello della conformazione orale, causando: palato ogivale, morso aperto, spinta linguale anteriore e, in alcuni casi, problemi di articolazione del linguaggio (S interdentale, R moscia…), che richiederanno poi l’intervento di un ortodonzista o di un logopedista.
Come togliere il ciuccio
Ma come fare per evitare che il momento di lasciare il ciuccio sia troppo traumatico per il bambino e, soprattutto, troppo impegnativo per i genitori?
Innanzitutto è importante che il ciuccio non venga lasciato in bocca al bambino per troppo tempo nel corso della giornata. Se il suo scopo primario è quello consolatorio è bene che, fin dai primi mesi di vita, venga utilizzato solo nei momenti in cui il bambino dimostra di averne realmente bisogno.
Oltrepassati i 6-7 mesi, quando il ciuccio inizia a diventare un elemento di ostacolo per il bambino, è importante trovare nuovi metodi per consolare il vostro bambino. Da questo periodo in poi, infatti, il bambino saprà consolarsi anche con un bacio, una carezza, una coccola, un gioco ecc. Sarà quindi importante capire quando è il momento di ridurre gradualmente l’uso del ciuccio come elemento consolatorio e sostituirlo con altre modalità. Questo aiuterà il vostro bambino a saper padroneggiare meglio le sue emozioni, a capire che la consolazione avviene nella relazione con qualcuno e non nell’utilizzo di qualcosa e, soprattutto, aiuterà il vostro bambino a non diventare “dipendente” dal ciuccio e, quindi, a prepararsi piano piano all’eliminazione definitiva del suo uso.
In questa fase può essere utile, quindi, abituare il bambino a non avere il ciuccio sempre a portata di mano. È importante che il bambino percepisca che il ciuccio viene usato solo in determinati momenti (prima della nanna, in caso di pianto difficilmente consolabile…) e che non sia un elemento utilizzabile a proprio piacimento ogni volta che ne ha voglia.
Cosa fare in caso di difficoltà
E se invece vi trovate già nel momento in cui il vostro bambino di 3 o 4 anni dovrebbe togliere il ciuccio ma non riuscite assolutamente ad eliminarlo, come comportarsi?
In questi casi è importante che il bambino partecipi consapevolmente alla decisione di abbandonare il ciuccio. Potrebbe essere utile, per esempio, insegnare al bambino che il ciuccio durante la giornata non è più da usare: viene dato nel momento dell’addormentamento e messo via durante la giornata. Esistono, inoltre, alcuni libri che raccontano storie di bimbi che non vogliono togliere il ciuccio: leggere insieme questi libretti potrebbe aiutare il bambino a sentirsi capito e a desiderare di imitare proprio il protagonista della storia che, alla fine, riuscirà a togliere il ciuccio. È importante inoltre che i genitori si mostrino comprensivi della fatica del bambino ad eliminare il ciuccio e che lo aiutino ad essere consapevole dell’importanza del “diventare grandi” senza ciuccio. Arriverà, piano piano, il momento in cui il bambino riuscirà a decidere di separarsi definitivamente dal suo ciuccio, magari “regalandolo” ad un bambino più piccolo, a Babbo Natale o ad un animaletto a cui è affezionato.
Nel prossimo articolo si parlerà di un argomento altrettanto dibattuto e strettamente collegato a quello appena trattato: l’utilizzo del biberon.
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