Cos’è l’intelligenza emotiva?
Il concetto di intelligenza emotiva è divenuto popolare nel 1995 grazie al libro pubblicato da Goleman: “L’intelligenza emotiva”. Ancora più che il quoziente intellettivo, il quoziente emotivo costituisce, nel corso della vita, un fattore determinante per un sereno sviluppo del bambino. La famiglia e in particolare i genitori, sono il contesto primario per l’apprendimento dell’intelligenza emotiva. I bambini che imparano a gestire in modo efficace le proprie emozioni riescono a tollerare meglio la frustrazioni e le situazioni stressanti, inoltre hanno più possibilità di istaurare relazioni familiari e amicali positive.Vediamo alcune definizioni di intelligenza emotiva:
La capacità di monitorare le sensazioni proprie e quelle altrui discriminando tra i vari tipi di emozione ed usando questa informazione per incanalare pensieri o azioni.
(Soloyey e Mayer n1997)
La capacità di motivare se stessi, di persistere nel seguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pesare, di essere empatici e di sperare.
(Goleman, nel 2002)
Come stimolare l’intelligenza emotiva nei propri figli
Per sviluppare l’intelligenza emotiva dei bambini dobbiamo considerare alcuni pilastri fondamentali. La prima cosa sarà quella di imparare a identificare le emozioni proprie e altrui.
La consapevolezza di sé è fondamentale per l’intelligenza emotiva: identificare i propri pensieri, le proprie emozioni e stati d’animo e prestare attenzione sull’influenza che hanno sulle azioni permette all’individuo di prendere delle decisioni in modo consapevole.
Riconoscere la prospettiva del bambino: Sentire che qualcuno sta provando ad assumere il nostro punto di vista costituisce il primo passo per un efficace gestione delle emozioni. L’empatia è la capacità di entrare in contatto con il sentire di un altro e aiuta gli esseri umani a lasciare andare le emozioni più difficili da gestire. Essere empatici non significa essere d’accordo con un altro, ma solamente provare a vedere le cose dal punto di vista del bambino .
Accettare le emozioni: accettare le emozioni del bambino, piuttosto che negarle o minimizzarle, previene la possibilità di considerare alcune emozioni come vergognose o inaccettabili. Disapprovare la sua paura o la sua rabbia non gli impedirà di avere quei sentimenti, ma potrebbe anche costringerlo a reprimerli. Purtroppo, le emozioni represse non svaniscono ma rimangono intrappolate alla ricerca di una via d’uscita. L’accettazione insegna al bambino che la sua vita affettiva non è pericolosa o vergognosa, ma può essere affrontata e gestita. Sentire che anche le parti meno piacevoli di sé sono accettabili, significa poterle esprime e a livello più ampio, accettare se stessi e il proprio modo di essere. I bambini possono essere terrorizzati quando provano emozioni che percepiscono come troppo intense, così potranno provare a difendersi perché non si sentono abbastanza sicuri per poterle esprimere.
Avere un quoziente emotivo elevato è importante tanto quando avere in quoziente intellettivo elevato. Numerosi studi dimostrano che i bambini con capacità nel campo dell’intelligenza emotiva sono più felici, più fiduciosi e hanno risultati migliori a scuola.