Cosa accade nei primi tre incontri di un gruppo di Parent Training?
Caro genitore, dopo aver risposto alle curiosità più comuni nel precedente articolo, adesso descrivo brevemente quali attività, in genere, possono essere proposte nei primi tre incontri di un tipico gruppo di parent training.
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E’ importante sapere che nel primo incontro conoscerai gli altri partecipanti, potrai scrivere sui post-it sia le aspettative personali relative al percorso che possono essere o meno verbalizzate (lo sceglierai tu!) sia le difficoltà che vengono vissute con i figli nel presente suddivise nei seguenti ambiti:
- Relazione
- Comportamento
- Apprendimento
- Comprensione delle emozioni
Rifletterai sulle domande:
“Perché hai scelto di essere qui?” “Cosa ti ha portato a chiedere un aiuto come genitore?” e potrai avere davanti un foglio con uno zaino per scrivere quali sono i tuoi pesi in questo momento e accanto i palloncini dove scriverai ciò che ti fa sentire più leggero/a.
E soprattutto, alla fine di quest’incontro capirai che non sei il/la solo/a ad affrontare qualche ostacolo come genitore.
Ci si saluta con un “compito” per dare continuità al percorso prima di rivederci. L’invito è “fotografare” quei momenti della settimana in cui proverai fatica, potrai scriverli su un foglio così da condividere quanto accaduto nella “puntata successiva”.
Nel secondo incontro, infatti, si entra nel vivo attraverso i racconti dei genitori che vogliono condividere qualche episodio accaduto in casa durante la settimana. Viene introdotto uno strumento di analisi funzionale (lo schema ABC), molto usato nel modello cognitivo comportamentale per dare chiarezza a quanto emerge dal racconto.
Attraverso qualche esempio (sotto riportato) viene spiegato il significato delle parole Antecedente (A) – Comportamento (B) – Conseguenze (C) così da aiutarti a diventare sempre più attento/a nella relazione con i tuoi bambini.
Spesso capita di essere abituati a dare sempre le stesse risposte o a emettere sguardi e gesti che anticipano la crisi o producono nell’altro emozioni negative. Poter guardare le dinamiche presenti attraverso lo schema rappresenta il primo passo per fare ordine e iniziare ad essere più consapevole di sé nella relazione con l’altro.
E’ un invito a rallentare e a osservare.
Si fanno diversi esempi per comprendere al meglio cosa sono gli antecedenti, cosa si intende per comportamento e a quali conseguenze può portare.
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Il compito sta proprio nel descrivere gli episodi più difficili della settimana all’interno dello schema ABC. E dato che partecipare a un incontro di gruppo richiede una buona dose di impegno e presenza, ti lascio anche una tabella in cui descriverai i punti di forza e i punti di debolezza di tuo/a figlio/a per poter conoscere che tipo di bambino/a hai di fronte.
Nel terzo incontro, il gruppo è più unito e si tende a condividere con maggior serenità quello che è stato vissuto in famiglia. Si inizia sempre dai “compiti” per poter approfondire le eventuali crisi o difficoltà vissute e per entrare sempre di più nelle vostre case (chiedendo permesso e con delicatezza).
Si osserva il comportamento dei bambini, da quale stimolo è stato anticipato e a cosa ha portato. Si impara a distinguere il bisogno personale dal bisogno del bambino.
Si riflette su queste domande: “Cosa posso fare la prossima volta?” “Qual è lo stimolo non verbale che precede la crisi?” “Cosa mi attiva di più?”
Pensare alle alternative ti farà respirare e avere suggerimenti da altri genitori che hanno vissuto difficoltà simili ti farà sentire parte di un gruppo. La forza del gruppo si spinge oltre e va ad aprire orizzonti che da solo/a faresti fatica a vedere.
Se quest’articolo ti ha incuriosito/a e vuoi sapere cosa accade negli incontri successivi, rimani aggiornato sul blog oppure contattaci per avere informazioni sui prossimi corsi che saranno attivati presso il centro Ieled!
L’ho dato per scontato ma è importante specificare che l’espressione e la condivisione delle emozioni è sempre presente e trasversale ad ogni incontro, all’interno di uno spazio protetto e ben guidato.
Intanto vi saluto con una dolce poesia scritta da Alberto Pellai dal titolo
“Non fare tu al posto mio”
“Lasciami sbagliare, non fare tu al posto mio
Ho bisogno di sapere di cosa son capace io
Se faccio un errore non è poi la fine del mondo
Prendimi per mano e fai con me un girotondo
Mentre cantiamo “casca il mondo, casca la terra”
Sappiamo bene che si può finire giù per terra
Però poi ci si rialza e si continua a girare
La vita è un gioco bello, tu fammela giocare
Guardami con occhi tranquilli, positivi, senza paura
E grazie a te vivrò la mia bellissima avventura
A volte cadrò, sbuccerò un ginocchio, mi farò male
Ma poi mi rialzerò in piedi e ricomincerò ad andare
Perché c’è sempre un po’ di rischio quando si cresce
Se non si rischia un po’, a diventar grandi non si riesce.
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