La consulenza genitoriale è uno dei servizi che il Centro offre.
La sfida di crescere un figlio
Crescere un figlio è la sfida più grande che una persona può affrontare: si passa da un neonato che riesce solamente a piangere a un giovane uomo che deve trovare il suo posto nella vita. E tutto il processo è nelle mani di due persone che, letteralmente da un momento all’altro, si ritrovano dall’essere una coppia più o meno spensierata al diventare genitori. Un neonato è affidato a due persone che hanno il compito di farlo diventare un adulto felice e integrato nella società. E’ un compito molto difficile, anche perchè noi stiamo parlando di un compito asettico, “freddo”, ma di un’attività che coinvolge totalmente i genitori. I nostri figli sono la cosa più preziosa che abbiamo. Ci fanno ridere, ci fanno piangere, ci fanno arrabbiare, aprono il nostro cuore e quando succede loro qualcosa, i nostri pensieri vanno costantemente a loro.
Crescere dei figli è complicato perchè i bambini cambiano, passano una serie di fasi evolutive con compiti e obiettivi diversi, a volte anche in contrasto tra loro. Il bambino passa dalla fase in cui la sua necessità principale è essere accudito al momento in cui ha bisogno di staccarsi dai genitori per esplorare il mondo.
Oltre a tutto questo, c’è un altro fattore fondamentale: più il bambino cresce, meno controllo abbiamo su di lui. Quando è un neonato, noi genitori lo vediamo tutto il tempo e possiamo gestirlo quasi totalmente, ma il bambino cresce e abbandona il nido. C’è la scuola, ci sono le maestre che possono essere un aiuto o un ostacolo, ci sono i compagni, ci sono le esperienze che il bambino fa lontano da noi, c’è il mondo.
E possono arrivare i problemi.
Chi deve risolvere le difficoltà che insorgono? I genitori, ovviamente.
Perchè è difficile gestire le difficoltà dei propri figli
I motivi sono diversi, il primo dei quali è che sono, appunto, i nostri figli. E’ difficile trovare il distacco che a volte serve per vedere la situazione da un punto di vista diverso, e forse non è neanche giusto. Il rapporto tra genitore e figlio deve essere basato sull’amore e, come dice il proverbio, “il medico pietoso fa peggiorare l’ammalato”. Noi siamo molto più che “pietosi” con i nostri figli, e quindi non riusciamo a volte ad avere quel distacco che in alcune circostanze è necessario per trovare la soluzione giusta.
Il secondo motivo riguarda il fatto che lo sviluppo del bambino passa per determinate fasi che il genitore non conosce. Come dicevamo prima, si diventa genitori al momento del parto, ma assieme al neonato non viene consegnato il “libretto di istruzioni”. Certo, ci sono dei libri per genitori, linee guida ecc, anche noi a Ieled abbiamo una sezione molto bella del blog con gli itinerari di sviluppo dei bambini (LINK), ma la conoscenza specifica è qualcosa che solo un professionista può avere. Possiamo sapere che mangiare verdura e assumere vitamina C fa bene, ma se ci ammaliamo, andiamo dal dottore. Nello stesso modo, se le difficoltà in cui il bambino si trova in un certo momento sono toste, abbiamo bisogno di uno specialista che ci faccia una consulenza genitoriale
Come funziona la consulenza genitoriale
Come genitori e psicologi, partiamo dalla convinzione profonda che ogni genitore vuole fare il meglio per il proprio figlio; a volte, tuttavia, le strategie messe in campo non rendono e c’è quindi bisogno di una sostituzione, di una tattica alternativa che possa cambiare il gioco in corso.
Per capire come intervenire, il primo passo è quello di capire cosa non sta andando e dargli un significato. Questo perchè i comportamenti dei bambini hanno sempre un motivo, non nascono dal nulla, dai “geni” o dal “carattere”. Questo non vuol dire che dobbiamo sempre trovare questo motivo, a volte è troppo difficile, a volte non conviene, a volte troviamo quello sbagliato, ma l’approccio di base deve essere quello che un significato c’è. Per fare questo, il primo strumento che si usa con i genitori è l’analisi funzionale. Fondamentalmente, si tratta di uno schema in cui il comportamento del bambino è inquadrato in una sequenza dove c’è un prima e un dopo; in questo modo, dopo una serie di analisi funzionali, inizia a emergere uno schema nei comportamenti del bambino. Usualmente, il comportamento problematico è la risposta che il bambino dà a un suo bisogno o un suo disagio.
Quando viene identificato un comportamento problematico, lo psicologo e i genitori elaborano una strategia diversa per rispondere al bisogno del bambino, diversa da quella disfunzionale che sta mettendo in gioco.
L’approccio è quello del metodo scientifico:
- Si fa un’ipotesi con l’analisi funzionale;
- Si elabora una strategia diversa;
- Si controllano i risultati
- Se la strategia funziona, si continua; se non funziona, si cambia strategia.
La consulenza genitoriale non è una serie di direttive calate dall’alto da uno psicologo onniscente a dei genitori che non sono capaci, ma è l’incontro collaborativo e empatico tra due esperti: lo psicologo, l’esperto del metodo e delle conoscenze della psicologia, e il genitore, l’esperto di suo figlio e della sua vita.
Il Centro Ieled offre un servizio di consulenza genitoriale di eccellenza, dove ogni intervento è, da una parte, supportato dalle scoperte scientifiche più recenti, dall’altra adattato in modo intelligente e empatico alla realtà specifica della famiglia.