Comunicazione e linguaggio nella scuola dell’infanzia: stimolare le abilità narrative in classe
Le narrazioni sono storie che i bambini raccontano, storie della loro vita personale oppure storie narrate nei libri.
Il linguaggio narrativo, che si sviluppa verso i 4-5 anni, è diverso rispetto al colloquio conversazionale: è un monologo composto da molte frasi, con un vocabolario specifico e una sequenza di eventi che aiuta l’ascoltatore a capire.
La narrazione è molto educativa in quanto permette di apprendere nuovi vocaboli e la grammatica della frase. Inoltre permette ai bambini di mettere in pratica le loro abilità di raccontare con una chiara vicenda e una struttura.
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Anche in questo caso, le strategie per stimolare le abilità narrative possono essere utilizzate sia con i bambini che hanno un disturbo del linguaggio sia con bambini che hanno uno sviluppo del linguaggio tipico.
Come accennato in precedenza, ci sono diverse tipologie di narrazioni che i bambini possono raccontare. Una storia personale è il racconto di un evento accaduto nella vita del bambino. Le narrazioni basate sulle storie lette sono dei brevi riassunti di storie che il bambino ha ascoltato in precedenza. Le storie inventate sono nuove storie che i bambini immaginano usando la loro fantasia.
Con i bambini che hanno un disturbo del linguaggio è molto utile usare delle strategie per stimolare la narrazione di eventi e storie in quanto la narrazione richiede un buon padroneggiamento del vocabolario e della grammatica per trasmettere all’ascoltatore gli elementi fondamentali di una storia, di conseguenza le storie di bambini con disturbo di linguaggio possono essere molto brevi, formate da un insieme di frasi di una o due parole, possono essere privi di alcune informazioni importanti perché hanno avuto difficoltà nella comprensione della trama, possono essere mal organizzate nella sequenza degli eventi.
Mentre con i bambini che hanno uno sviluppo linguistico tipico, si possono usare le strategie per accompagnarli nello sviluppo delle abilità narrative.
Incoraggiare le storie personali in piccolo gruppo
Per stimolare il racconto di episodi personali è necessario scegliere un argomento, fornire un racconto modello e poi chiedere ai bambini di raccontare le loro storie personali sullo stesso argomento. Ad esempio l’adulto sceglie come argomento “un pranzo al ristorante” e racconta il suo episodio personale riguardante l’argomento scelto, dando ai bambini un modello del racconto. In seguito verrà chiesto ai bambini di raccontare il loro episodio personale riguardante “un pranzo al ristorante”.
Al termine del racconto di un bambino, l’adulto può riformulare quanto detto dal bambino ed espandere il racconto, aggiungendo nuovi vocaboli, riformulando correttamente le frasi da un punto di vista sintattico e morfologico e aggiustando la sequenza degli eventi nella storia. Questo per fornire un ulteriore modello di racconto al bambino.
Si consiglia di lavorare sui racconti di episodi personali per una durata di circa tre mesi con una sessione a settimana di circa quindici minuti.
Incoraggiare la narrazione di una storia letta
Al termine delle dodici sessioni con storie personali, è possibile passare a stimolare il racconto di storie lette.
Si parte con la scelta del libro: la storia deve essere familiare e apprezzata dai bambini e deve avere una grammatica della storia semplice (ossia con un solo problema da risolvere). La grammatica della storia prevede:
- un contesto che introduce i personaggi, l’ambiente e l’attività,
- un evento iniziale ossia il problema che si presenta e che il protagonista deve risolvere,
- una risposta interna ossia la reazione emotiva del personaggio al problema,
- una pianificazione, che sono la sequenza di azioni che il protagonista compie per affrontare il problema,
- i tentativi di risoluzione ossia cosa fa il protagonista per risolvere il problema,
- una conseguenza, quindi se le azioni compiute dal protagonista hanno portato alla risoluzione del problema,
- una reazione, come il protagonista si sente alla fine del libro.
Se i bambini sono interessati a una storia nuova, quindi non familiare a loro, si può leggere il libro più volte in sessioni diverse, utilizzando anche l’attività della lettura dialogica (spiegata nell’articolo precedente “Comunicazione e linguaggio nella scuola dell’infanzia: la lettura dialogica in classe” ), per permettere ai bambini di conoscere la trama prima di iniziare l’attività di narrazione della storia.
Una volta scelto il libro, si chiede al bambino di raccontare la storia con l’aiuto delle immagini. Una volta che il bambino ha fornito il suo racconto, l’adulto, sempre seguendo le immagini, deve riformulare quanto detto dal bambino dando un modello corretto da un punto di vista grammaticale e della struttura del racconto come sequenza degli eventi, ed espandere il racconto aggiungendo vocaboli nuovi. Inoltre l’adulto può porre delle domande al bambino per incoraggiarlo ad aggiungere informazioni.
La volta successiva può essere chiesto al bambino di raccontare la storia utilizzando una scenografia e dei personaggi e l’adulto può riformulare il racconto del bambino utilizzando delle vignette che illustrano gli elementi principali della storia.
Lavorando in piccoli gruppi, si può anche far raccontare un pezzetto di storia ad ogni bambino senza farla raccontare tutta a uno solo.
In conclusione, utilizzando input linguistici che interpretano, modellano ed espandono il vocabolario e la grammatica dei bambini, quest’ultimi hanno la possibilità di fare pratica nel mettere in atto e migliorare le proprie abilità linguistiche durante i racconti di storie personali o storie di libri, esercitandosi nel raccontare esponendo una vicenda con una chiara sequenza di eventi.
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