Comunicazione: ogni genitore ha il suo stile
Nello scorso articolo abbiamo parlato del “Maternese”, il linguaggio che gli adulti utilizzano per comunicare con i neonati, ricco di melodia, versi, espressioni facciali accentuate, che lo rendono buffo, ma allo stesso tempo fondamentale per sviluppare i primi accenni di nei bambini durante il loro primo anno di vita.
Ma come evolve poi la comunicazione tra genitori e figli quando i bambini iniziano a pronunciare le loro prime parole?
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Gli stili comunicativi dei genitori
Ogni genitore ha il suo stile comunicativo, che dipende da tantissimi fattori e che, di solito, ha caratteristiche assimilabili ad alcuni di questi esempi.
Ci sono i “Genitori direttivi”, quelli che quando comunicano con i loro bambini tendono a dare ordini, fare richieste, dare istruzioni: “bevi che fa caldo!”, “vai a giocare!”, “mangia la merenda!”.
Poi ci sono i “Genitori insegnanti”; questi tendono di solito a verificare le conoscenze dei loro bambini, per dimostrare quanto siano bravi. Spiegano cose ai loro figli e poi li interrogano con domande per testare la loro comprensione… proprio come a scuola! È quindi un susseguirsi di: “di che colore è questo?”, “dì alla nonna che animale è!”, “fai sentire che verso fa il leone!”.
I “Genitori animatori” sono quelli che adorano intrattenere i loro bambini. Propongono mille attività divertentissime ai figli, che sono immersi in un mondo di giochi tra cui hanno sempre l’imbarazzo della scelta.
Ci sono poi i cosiddetti “Genitori aiutanti”, quelli che aiutano i loro bambini in ogni modo e, talvolta, si sostituiscono a loro: “imboccano” così tanto i loro bambini che finiscono per farsi domande e rispondersi da soli.
I “Genitori osservatori” sono quelli che lasciano che i loro figli imparino da soli e facciano le loro esperienze, guardandoli dall’esterno e commentando quello che vedono, senza interagire troppo con i loro bambini.
Infine ci sono i “Genitori sintonizzati”, quelli che sono totalmente in sintonia con gli interessi dei loro bambini, con i loro bisogni e le loro capacità. Danno ai loro bambini la possibilità di prendere l’iniziativa nell’interazione con loro e con gli altri e riescono sempre a rispondere con interesse ai tentativi comunicativi dei loro figli, lasciando che siano i bambini a guidare la comunicazione come preferiscono.
Ognuno di noi, leggendo gli esempi descritti, si sarà identificato più in uno o in un altro.
Non esiste il perfetto stile comunicativo, ognuno ha il suo, che rispecchia il proprio modo di essere e quello del proprio bambino.
Tanti genitori cambiano stile comunicativo con i diversi figli, proprio perché ognuno di noi cambia e perché il nostro modo di comunicare si modifica in base all’interlocutore.
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Essere sè stessi
Come in ogni cosa, l’importante è non esagerare.
Mantenendo le nostre caratteristiche comunicative di genitori, quindi, ricordiamoci sempre che il nostro bambino svilupperà un’ottima capacità comunicativa se noi sapremo essere allo stesso tempo dei “genitori direttivi” che sanno insegnare a rispettare le regole, dei “genitori insegnanti” che ampliano nel gioco le conoscenze dei loro bimbi, dei “genitori animatori” che sanno usare la creatività per proporre ai loro figli dei giochi divertenti e sempre nuovi, dei “genitori aiutanti” che sanno cogliere le richieste di aiuto dei loro figli e sanno aiutare nel modo giusto, senza sostituirsi a loro, dei “genitori osservatori” che sanno capire quando è il momento di lasciar sperimentare in autonomia quello che sta succedendo ai bambini, osservandoli dall’esterno, ma rimanendo sempre dei “genitori sintonizzati” che sanno lasciare spazio ai figli di guidare la comunicazione, e che sanno usare gli spunti che i figli comunicatori lanciano, per ampliare sempre di più le loro capacità di comunicare.
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