Le parole difficili nelle diagnosi: parliamo di comorbilità
Le diagnosi possono non essere di immediata comprensione per i genitori e gli insegnanti, perché riportano termini specifici non sempre noti a chi non è un clinico, come ad esempio “comorbilità“
Sulle diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) può comparire il termine comorbilità, che indica la copresenza di più disturbi in uno stesso individuo. È comune, infatti, l’associazione tra più DSA (dislessia, disortografia, discalculia, disgrafia); quando la dislessia o la disortografia si trovano in comorbilità con la discalculia si parla infatti di Disturbo Specifico misto dell’Apprendimento.
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Il DSA si trova di frequente in comorbilità anche con altri disturbi del neurosviluppo, soprattutto disturbo di linguaggio (DL) e disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Si stima che circa il 50% dei bambini con DSA abbia nella propria storia un disturbo di linguaggio. Il rischio di sviluppare un DSA in bambini con diagnosi di DL a sei anni è da due a tre volte maggiore che fra i bambini che non presentano Disturbo di linguaggio e i DSA possono presentarsi anche in soggetti che hanno recuperato il Disturbo di linguaggio.
Un’altra frequente associazione si riscontra tra DSA e ADHD. Si stima in questo caso una co-occorrenza tra il 25 e il 40%.
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Frequente è anche l’associazione tra DSA e disturbi psicopatologici, ad esempio ansia, malattie psicosomatiche e instabilità emotiva. In alcuni casi il disturbo psicopatologico sembra essere una conseguenza del disturbo di apprendimento e dell’insuccesso scolastico che esso comporta; in questi casi il disturbo psicopatologico tende a ridursi spontaneamente in parallelo con la riduzione delle difficoltà scolastiche; in altri casi il DSA appare agire come un fattore scatenante per la strutturazione di un disturbo psicopatologico già presente, sia pur in forma latente, negli anni precedenti; in questo caso l’andamento dei due disturbi appare relativamente indipendente.
La comorbilità con altri disturbi rende più severa la prognosi del DSA, insieme ad altri fattori, quali la severità del DSA stesso, l’associazione di difficoltà nelle tre aree (lettura, scrittura, calcolo), la tempestività e adeguatezza degli interventi, il livello cognitivo e metacognitivo del soggetto.
Risulta dunque fondamentale la precocità della diagnosi ed il tempestivo trattamento riabilitativo delle difficoltà rilevate, affinché il bambino possa da subito essere adeguatamente sostenuto nelle proprie fatiche scolastiche e protetto da eccessivi sentimenti di frustrazione e di inadeguatezza. In questo modo, anche l’eventuale presenza di comorbilità può essere presa in carico agli esordi del disturbo, con maggiori possibilità di contenimento e recupero delle relative difficoltà, riducendo il rischio di insorgenza di disturbi psicopatologici associati.
Grazie alla legge 170 del 2010, che tutela gli alunni con DSA e prevede formazione in merito per tutti gli insegnanti, attualmente è possibile arrivare precocemente ad un corretto inquadramento clinico e di conseguenza all’inizio di un percorso di trattamento delle difficoltà emerse. È, inoltre, importante non perdere mai di vista le risorse del bambino, sia a livello clinico e scolastico, sia a livello familiare: anche nei quadri più compromessi, infatti, ogni individuo ha propri punti di forza, sui quali è importante puntare, anche per favorire un sufficiente livello di autostima e sentimento di autoefficacia nel bambino.
Bibliografia
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Maroscia E, Terribili M (2012) Comorbidità nel Disturbo specifico di Apprendimento. Roma, Università degli Studi Tor Vergata
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Tarnokiné Toro et al. (2017) Reading Disabilities Spectrum: Early and Late Recognition, Subthreshold, and Full Comorbidity. Journal of Learning Disabilities
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